Ancora un vocabolo il cui plurale fa accapigliare linguisti e lessicografi: caporedattore. I vocabolari si contraddicono: caporedattori, capiredattori, redattori-capi, redattori-capo. Insomma: chi pluralizza il primo termine, chi il secondo, chi tutt'e due. Colui che consulta i vocabolari non sa, quindi, che pesci prendere. Come comportarsi, dunque? Noi consigliamo di attenersi a quanto scrive il linguista Aldo Gabrielli circa la formazione del plurale dei nomi composti con "capo".
«Nomi composti con capo più
un sostantivo. Li dividiamo in due
categtorie, a seconda della funzione che ha la componente capo.
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Prima categoria: capostazione. Qui capo ha
funzione di soggetto (e di "comandante", di colui che è "a capo di...", ndr).
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Seconda categoria: capocronista. Qui capo ha
funzione di semplice attributo (con l'accezione di "primo", "principale", ndr).
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Per capirlo, proviamo a ribaltare la parola. Ecco: capostazione non può diventare stazione-capo, mentre capocronista può diventare cronista-capo.
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Noi daremo la forma plurale solo all’elemento principale del composto: nel
primo caso a capo: i capistazione (i "comandanti" della stazione, ndr), nel secondo a cronista: i capocronisti. Qualche altro esempio della prima
categoria: capoclasse, il capo della classe, caporeparto, il capo del reparto, e
ancora capoturno, caposquadra, capotreno, caposervizio, capofamiglia, capodivisione, capofila, ca-poposto, caposezione. Il primo elemento è preminente, e lo metteremo al plurale: capiclasse, capireparto, capiturno, capisquadra, capitreno, capiservizio, capifamiglia, capidivisione, capifi-la, capiposto, capisezione. Se il nome è al femminile, la
componente capo rimarrà
invariata: le capostazione, le capoclasse, le caporeparto, le capoturno, le caposquadra, le capotreno eccetera.
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Passiamo ora ad esempi della seconda categoria: capomacchinista: potremmo benissimo dire macchinista-capo. E così capotecnico, caporedattore, capocomico, capocuoco: qui è preminente il secondo
elemento, e sarà questo solo che faremo plurale: capomacchinisti, capotecnici, caporedattori, capocomici, capocuochi. Seguono questa regola
anche capoluogo (luogo "principale", ndr), capolavoro, capoverso, capodanno che al plurale diventano capoluoghi, capolavori, capoversi, capodanni. Se il nome è al femminile, se
ne farà regolarmente il plurale femminile: la capotecnica, le capotecniche; la capocomica, le capocomiche; la capocuoca, le capocuoche; la capomastra, le capomastre; la capocronista, le capocroniste; la caporedattrice, le caporedattrici eccetera».
Se capo segue il sostantivo resterà invaiato sia per il maschile sia per il femminile: redattore capo / redattori capo; redattrice capo / redattrici capo.
***
La parola proposta da questo portale: frenologia. Sostantivo femminile composto con le voci greche "phrèn" (mente) e "lògos" (discorso). Dal De Mauro:« teoria, affermatasi nel XIX sec., secondo la quale le varie facoltà psichiche sono localizzate in determinate zone dell’encefalo, il cui sviluppo si può dedurre dalla forma esterna del cranio»
Se capo segue il sostantivo resterà invaiato sia per il maschile sia per il femminile: redattore capo / redattori capo; redattrice capo / redattrici capo.
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La parola proposta da questo portale: frenologia. Sostantivo femminile composto con le voci greche "phrèn" (mente) e "lògos" (discorso). Dal De Mauro:« teoria, affermatasi nel XIX sec., secondo la quale le varie facoltà psichiche sono localizzate in determinate zone dell’encefalo, il cui sviluppo si può dedurre dalla forma esterna del cranio»
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