mercoledì 19 dicembre 2018

Sgroi - Un'abbuffata di neologismi treccaniani

di Salvatore Claudio Sgroi *

1. Quante siano le parole dell'italiano è una domanda a cui non solo in pratica ma anche in teoria è impossibile dare una risposta. Le parole di una lingua sono infatti infinite, o transfinite, infiniti essendo i bisogni espressivi e comunicativi di una comunità di parlanti. Tutt'al più è possibile dire quante parole ci siano in un dizionario, come fa per es. lo Zingarelli 2019 che dichiara di registrare "145mila voci", con ciò caratterizzandosi come il più ampio dizionario tra i mono-volumi. Ma non è difficile anche in questo caso evidenziare lacune di questo o quel termine, di questo o quel significato.

2. Dinanzi a tale limite invalicabile, è ora disponibile per soddisfare le pulsioni del lettore affetto da "neologismo-mania" il dizionario di 3.505 "Neologismi. Parole Nuove dai giornali 2008-2018" direttori scientifici Giovanni Adamo - Valeria Della Valle, edito dall'Istituto della Enciclopedia Italiana (pp. xlviii-869, in 8°, su due colonne). Due noti studiosi "recidivi" con vari trascorsi di "neologite" (Olschki 2003, Sperling & Kupfer 2005, Treccani 2008).
Le 3505 parole, apparse (prevalentemente) nella prima decade del 2000, sono state identificate in quanto (potenzialmente) assenti nella vocabolaristica, e datate nella loro prima apparizione (anche ante 2000), col nome (quando possibile) del loro glottoplaste.
Il lemmario è costituito da 2.617 lessemi singoli e 888 espressioni composte, si puntualizza (p. xi). Delle 3505 entrate un "preoccupante" (p. xiv) per gli AA. 20,11% sono forestierismi, e un 5,82% calchi lessicali. Il 26% dei 3.505 lemmi sono quindi "doni stranieri", spesso internazionalismi (per es. il calco nativo digitale 2008 dall'ingl. digital native coniato da M. Prensky), con qualche regionalismo (paciata  'pacificazione' 2011).
 Ogni neologismo, occasionalismo o meno, è documentato con due-tre citazioni, a volte una (es. neocrusc 'nuovo purista intransigente' A. De Benedetti 2009). Gli esempi hanno un taglio non strettamente lessicografico ma marcatamente enciclopedico. Il che ha il vantaggio di rendere piacevolmente leggibile e non cursoriamente consultabile il dizionario.

3. Per soddisfare i propri bisogni lessicali una comunità di parlanti ha a disposizione due possibilità. O (i) ricorrere alle potenzialità della struttura grammaticale della propria lingua e creare (i.a) parole nuove ("neoformazioni") es. renz/itudine 2014, bergogl/ismo 2014, e (i.b) significati nuovi ("estensioni semantiche") per es. rottamatore (1988, 2012), cinguettare 'twittare' (2009), cinguettìo 'tweet' (2010).
Oppure (ii) ricorrere ai "doni stranieri" (prestiti), sia (ii.a) integrali ("esotismi") per es. Brexit 2013, Russiagate 1999, stepchild adoption 2013, indignados 2011, sia (ii.b) adattati ess. adultescenza 2004 (< ingl. adultescence), Watsappite (< ingl. WhatsAppitis), gli ispanismi bergogliani (non già neoformazioni italiane): inequità 2013 (< spagn. inequidad), nostalgiare la schiavitù 2014 (< spagn. nostalgiar), giocattol/izzare 2015 (< spagn. juguetear 'giocherellare' < juguete 'giocattolo'), ovvero (ii.c) tradotti ("calchi") es. indignati 2011 (< spagn. indignados), adozione del figliastro 2016 (< ingl. stepchild adoption), il fine vita 1998, 2010 < ingl. life's end (già in Zingarelli 2009 e Garzanti 2010).

4. Se il numero delle parole e dei significati di una lingua è infinito, ogni lingua ha però una sua grammatica di formazione del lessico, tendenzialmente chiusa, possedendo la quale il parlante è in grado di capire termini nuovi, non prima incontrati. E tale grammatica è abbozzata nella "Premessa". Ogni lemma si conclude così con la esplicitazione della regola alla base della sua formazione, ovvero etimo sincronico (prefissati, suffissati (es. misericord/ina), parasintetici (ess. s/vacanz/are 'passare le vacanze', s/valvol/are 'uscire di testa', s/vap/are 'fumare una sigaretta elettronica'), composti, quali bergogliolatria, papalatria/papolatria, pseudo-anglicismi es. Papa-day, blends, conversione (ess. esodando s.m., esodato agg., s.m. da esodare v. da esodo), sigle, acronimi, abbreviazioni, ecc.) ed etimo diacronico (anglicismi ess. Wags acronimo ingl.; Wikileaks; writing 'graffitismo'; ispanismi es. chino s.m. 'pantalone alla cinese', futsal 'calcio a cinque' (ispanismo o lusismo), ecc.).
Per dare solo un'idea della grammatica della formazione delle parole in italiano, a partire dall'esempio Renzi è possibile ricostruire un paradigma di non meno di 41 neologismi, derivati a ventaglio e a catena, raggruppabili nei seguenti processi:
Tre blends o parole macedonia: Ren[zi X e]xit, Renz[i X Berl]usconi, Renzi[ X eco]nomics.
18 composti, spesso con confissi: filo/renzismo, Renzi-boy, Renzi-girl, Renzileaks, renzi/mania, Renzi-pensiero, renzi centrismo, renzi/centrico; filo/renziano, neo/renziano, proto/renziano, turbo/renziano; anti-renzi, anti/renzismo, anti/renzista, post-renziano, post-renzismo, pre-renziano, (ma anche suffissati: antirenz/ismo, antirenz/ista, post-renz/iano, post-renz/ismo, pre-renz/iano).
16 suffissati: renz-ata, -eggiare, -ese, -iano (da cui a ventaglio renzian/ità e renzian/izzare, da quest'ultimo a ventaglio i deverbali renzianizza/tore e renzianizza/zione); e ancora: renz/ino s.m. (e agg.), renz/ina s.f. (da lemmatizzare), -ismo, -ista, -ite, -itudine, -izzare (da cui a ventaglio il part. pass. e per conversione agg. renzizzato e il suffissato renzizza/zione).
Due prefissati: de-renzizzare (da cui il part. pass. e per conversione agg. derenzizzato, e il suffissato derenzizza/zione); e ultra/renziano.
Due agg. per conversione dal part. pass. i citati derenzizzato, renzizzato.

5. Oltre l'elenco alfabetico delle 3.505 voci (pp. xxiii-xli) e la ricca bibliografia (pp. xv-xx), ma manca l'elenco dei quotidiani spogliati, prezioso è l'elenco degli "Elementi formanti" (pp. 777-824), ovvero prefissi (per es. s-, de-, iper-, ultra-, ecc.), suffissi (per es. -(a)bile, -(i)ale, -ese, -tore, -zione, ecc.), confissi (per es. anti-, -cidio, dopo-, e- < ingl. e-(lectrocnic), -poli, post-, pro-, ecc.), e i singoli costituenti delle 3.505 entrate. Senza dimenticare l'elenco dei nomi citati (pp. 825-69), da cui il lettore può individuare i nomi più citati e più produttivi lessicograficamente, per es. Berlusconi, Grillo, Renzi, Grasso, ecc.

 * Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania


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