Si presti molta, molta attenzione all'uso corretto dell'aggettivo salace perché non significa — come numerose grandi firme del giornalismo ritengono, "confortate", ahinoi!, dai vocabolari — arguto, spiritoso, pungente, ingegnoso, mordace e simili. Il termine viene dal latino “salax, salacis”, derivato di “salire” (saltare) e propriamente vale “pieno di libidine”, “pronto a saltarti addosso”.
L'aggettivo in questione, quindi, vale osceno, eccitante, scurrile, piccante, lascivo, lussurioso, libidinoso. Una prosa salace non è pertanto — come ci è capitato di leggere secondo le intenzioni di un critico letterario — una prosa arguta, sibbene una prosa oscena, scurrile.
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La lingua “biforcuta” della stampa
LA GIORNALISTA
Serena Bortone, chi è la giornalista di ‘Chesarà’ che ha sollevato il caso Scurati
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Il significato proprio del verbo sollevare è “alzare (da terra)”. A nostro modo di vedere è improprio l’uso nell’accezione di “suscitare”, “provocare” e simili, anche se i vocabolari… Correttamente, quindi, “(…) che ha provocato il caso Scurati”.
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
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