Da “domande e risposte” del sito Treccani
Mi sono recentemente accorto che la lingua italiana non ha un sostantivo maschile per identificare un omosessuale. Mentre esiste per la parte femminile. Senza cadere nei termini inglesi. Mi sfugge qualcosa?
Non sfugge nulla allo sguardo acuto del nostro lettore. Omosessuale, naturalmente, è la parola adatta, perché si riferisce sia al genere grammaticale maschile sia al genere grammaticale femminile, nel definire una persona che sente attrazione sessuale per persone del proprio sesso. Mentre per le donne c’è anche la parola lesbica, per l’uomo si ricorre all’anglicismo gay (attestato in italiano a partire dal 1959).
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A nostro modo di vedere – sperando di non bestemmiare – si potrebbe coniare, per non ricorrere all’anglismo gay (o al volgare italiano "finocchio"), il neologismo lessicale “maschiofilo” [composto con il sostantivo maschio e il suffisso “-filo” (“amante di” e simili)].
PS: Un cortese lettore, nei commenti, ci ha fatto riflettere: sì, forse, anzi senza forse, abbiamo bestemmiato.
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
4 commenti:
Ho qualche dubbio su "maschiofilo". Tutte le donne che amano un uomo sarebbero "maschiofile"?
Cortese Falcone,
mi ha fatto riflettere: penso proprio di aver bestemmiato.
FR
Treccani propone lesbico, invertito.
Lesbico (uomo omosessuale) mi sembra decisamente inappropriato, direi errato. Quanto a invertito sa di offensivo e volgare (a mio giudizio, ovviamente).
FR
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