di Salvatore Claudio Sgroi
1. Evento ministeriale
Com’è noto, il tweet di cui sotto dettato al telefono dal ministro Giuseppe Valditara è stato oggetto di stroncature diverse in quanto giudicato “sgrammaticato”:
L’errore di grammatica riguarderebbe la forma “si insegn-i” al posto di “si insegn-a” o “si insegn-erà”. Tale forma si può spiegare invero come generata o (i) dall’attrazione del congiuntivo che lo precede “conosc-ano” o (ii) dalla presenza delle due “i” nel gruppo “si insegn-i”.
En passant si osservi l’uso perfettamente canonico degli altri due congiuntivi del post: (i) “Se si è d’accordo [sul fatto] che gli stranieri si assimil-ino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione” e (ii) “laddove già non lo conosc-ano bene”, a parte l’uso riflessivo “si assimilino sui valori” non proprio felice rispetto al più corrente uso transitivo “assimilino i valori”.
3. Errore “testuale”
L’“erroneità” del post del ministro dell’Istruzione che lo rende poco chiaro non riguarda però la forma “morfo-sintattica” o “grafo-fonologica” “si assimil-ino”, tutt’al più una stonatura, ma piuttosto la sua testualità. Ovvero la poca chiarezza del testo è dovuta alla “scandalosa” lunghezza del 1° periodo, lungo ben 78 parole. Come ci insegna Rudolf Flesch (1948), un periodo “normale” (“standard”) presenta infatti la “lunghezza media” di “17 parole per frase”, mentre è molto difficile (“very difficult”) se è lungo mediamente “29 parole o più” (cfr. G. A. Miller, Linguaggio e comunicazione, La Nuova Italia 1972, p. 196).
4. “Densità lessicale” del testo scritto
Si aggiunga ancora che il post del ministro, quanto alla “densità lessicale”, presenta le caratteristiche proprie della lingua scritta rispetto a quella della lingua parlata. Il periodo di 78 parole contiene infatti 41 parole grammaticali (se, si, è, d’ ecc.) e 37 parole lessicali (accordo, stranieri, assimilino ecc.) e sintatticamente 10 frasi (1 principale 9 subordinate). Nel rapporto tra frasi (10) e parole lessicali (37) ogni frase contiene quindi mediamente (37:10) 3.6 parole lessicali, densità propria della lingua scritta, mentre la densità lessicale della lingua parlata è inferiore a 3 parole lessicali (cfr. M.A.K. Halliday Lingua parlata e lingua scritta, La Nuova Italia 1999).
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