MOLTO spesso adoperando la locuzione “essere cosciente” siamo assaliti da un dubbio amletico: si fa seguire dalla preposizione “di” o dalla congiunzione “che”? ‘Sono cosciente “di”...’ o ‘Sono cosciente “che”...’? Quest’espressione - togliamoci subito il dubbio - si costruisce con la preposizione “di”, non con la congiunzione “che”: Giovanni era cosciente “di” avere sbagliato la strada; non “che” aveva sbagliato la strada. Si può ovviare al dubbio sull’impiego della preposizione o della congiunzione ricorrendo alla locuzione essere cosciente del fatto che: Giovanni era cosciente del fatto che aveva sbagliato la strada. Lo stesso discorso per quanto attiene a “essere consapevole”.
DUE PAROLE sull’uso “distorto” - a nostro modo di vedere - di un verbo: portare. Alcuni lo adoperano nella forma intransitiva pronominale (portarsi) - con l’avallo di buona parte dei vocabolari - nel significato di “andare”, “trasferirsi”, “recarsi”, “spostarsi” e simili: i passeggeri “si portino” tutti vicino all’uscita; subito dopo l’incidente i soccorritori “si sono portati” sul luogo del sinistro. A nostro avviso quest’uso ci sembra se non scorretto o improprio... ridicolo. Consigliamo agli amatori della lingua di astenersi da quest’uso “distorto”.
RELATIVAMENTE - avverbio che vale "parzialmente", "in
modo relativo", non ci sembra corretto farlo seguire dalla preposizione
"a" dandogli il significato di "in quanto a",
"rispetto a", "per quello che riguarda" e simili: relativamente
alla sua richiesta la informiamo che...
ESULARE - significa "andare in esilio". Gli amanti della buona lingua non lo usino nell'accezione di "essere estraneo" e simili: quello che stai facendo esula dalle tue competenze.
POICHÉ e POI CHE - entrambe le grafie sono corrette, sebbene sarebbe... bene fare un distinguo. Adopereremo la grafia analitica (due parole) quando questa congiunzione subordinante introduce una proposizione temporale acquisendo l'accezione di "dopo che": poi che si vide scoperto il ladro non oppose resistenza alle forze dell'ordine. In grafia univerbata (una sola parola) allorché introduce una proposizione causale: poiché si era comportato male, il ragazzo fu aspramente rimproverato dall'insegnante.
METTERE IN GUARDIA – l’espressione significa avvisare qualcuno di guardarsi da persone o da cose dalle quali potrebbe averne un danno e si costruisce, per tanto, con la preposizione da, non su: Paolo ha messo in guardia Giovanni dai risultati che otterrebbe se intraprendesse quella strada. I giornali non rispettano questa "regola" e scrivono su. Se amate la lingua...
PARTITA – è improprio l’uso di questo sostantivo nell’accezione di gita, svago, festa e simili. Il cacciatore non va a una partita di caccia, bensì a una gita di caccia. Il termine è adoperato correttamente solo nel significato di gioco (a carte, a pallone, a bocce, ecc.) dove i giocatori sono distribuiti tanti per parte (partita, appunto).
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La lingua "biforcuta" della stampa
Kate Middleton operata "al viso dopo un’attacco d’ira di William": l'indiscrezione
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Non si dica che è un refuso: per ottenere l'apostrofo (un') occorre premere un tasto apposito. Quindi...
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Gli attivisti di Arcigay Latina: “Siamo disponibili anche ad accompagnarlo in un altra struttura garantendo l’anonimato. Chiederemo un’ispezione alla Regione per capire se si sono violate le procedure sulla privacy”
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Sarebbe "cosa utile e buona" se alcuni operatori dell'informazione ripassassero le norme sull'uso dell'apostrofo. Correttamente: un'altra.
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diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: faraso1@outlook.it)
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