mercoledì 6 marzo 2024

Sgroi - 170 - Ancora sulla formazione degli avverbi: “irruentEmente” o “irruentAmente”?

 


di Salvatore Claudio Sgroi


       1. Un dubbio amicale

Un caro amico, storico della lingua, osservava, a proposto del mio precedente intervento di sabato 2 marzo su “ViolentAmente o violentEmente?”, che “In ogni caso, è presto per indicare l’eventuale inclusione di violentamente nel lessico italiano” i.e. nella lessicografia italiana, “(né tu lo dici)”, e citava anche come problematico per la formazione degli avverbi in –mente il caso di irruente:

 

“Anche a me capita di avere esitazioni per aggettivi in ento/ente, specie al femminile. Conosco bene l’etimo latino, ma noto scivolamenti nell’uso (irruente /-ta?) e mi chiedo che forma usare per dare meno nell’occhio”.

 

2. IrruentEmente sì, ma *irruentAmente no

Nel mio saggio del 2004, lì citato, avevo analizzato anche tale lessema, “dal lat. irruentem”,

datato 1810 nel De Mauro, ma retrodatabile al 1499 con due esempi di F. Colonna Hyperotomachia Philiphili: (i) “et irruente agitazione”  e (ii) “nel frigìdissimo averno et profundo irruente”.

La variante irruento retroformata su irruenti pl. di irruente è invece datata 1936 con E. Cecchi nel Battaglia, e un es. appare anche in Tomasi di Lampedusa 1958.

Da irruente deriva il normale irruentEmente, datato 1926 nel De Mauro, ma antecedentemente 1899-1909 con M. Serao nel Battaglia.

Da irruento non sembra invece essersi formato il possibile *irruentAmente, assente in “Google Libri Ricerca Avanzata” nel 2004 e ancor oggi nel 2024, dopo vent’anni.    

                                 

  


 

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