di Salvatore Claudio Sgroi
1. Un dubbio amicale
Un caro amico,
storico della lingua, osservava, a proposto del mio precedente intervento di
sabato 2 marzo su “ViolentAmente o violentEmente?”, che “In ogni caso, è
presto per indicare l’eventuale inclusione di violentamente nel lessico italiano” i.e. nella lessicografia
italiana, “(né tu lo dici)”, e citava anche come problematico per la formazione
degli avverbi in –mente il caso di irruente:
“Anche a me capita
di avere esitazioni per aggettivi in ento/ente,
specie al femminile. Conosco bene l’etimo latino, ma noto scivolamenti nell’uso
(irruente /-ta?) e mi chiedo che
forma usare per dare meno nell’occhio”.
2.
IrruentEmente sì, ma *irruentAmente no
Nel mio saggio del
2004, lì citato, avevo analizzato anche tale lessema, “dal lat. irruentem”,
datato 1810 nel De Mauro, ma retrodatabile al 1499 con
due esempi di F.
Colonna Hyperotomachia Philiphili: (i) “et irruente agitazione” e (ii) “nel frigìdissimo averno et profundo
irruente”.
La variante irruento retroformata su irruenti
pl. di irruente è invece datata 1936
con E. Cecchi nel Battaglia, e un es. appare anche in Tomasi di Lampedusa 1958.
Da irruente
deriva il normale irruentEmente,
datato 1926 nel De Mauro, ma antecedentemente 1899-1909 con M. Serao nel
Battaglia.
Da irruento non sembra invece essersi formato il possibile *irruentAmente, assente in “Google Libri Ricerca Avanzata” nel 2004 e ancor oggi nel 2024, dopo vent’anni.
(Le
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