di Salvatore Claudio Sgroi
1. “Gli arriva un pugno”
Nel
corso dell’intervista con i giornalisti nel volo Colombo-Manila del 15 gennaio
2015, Papa Francesco -- alla domanda “nel rispetto delle diverse religioni fino
a che punto si può arrivare nella libertà delle diverse religioni, che anche
quella è un diritto umano fondamentale?” -- ha tra l’altro così risposto:
“[…] Uccidere in nome di Dio è un’aberrazione, Credo che questo sia la cosa principale sulla libertà di religione: si deve fare con libertà, senza offendere, ma senza imporre e uccidere. La libertà di espressione . […] Abbiamo l’obbligo di dire apertamente, avere questa libertà, ma senza offendere. Perché è vero che non si può reagire violentEmente, ma se il dott. Gasbarri, grande amico, mi dice una parolaccia contro la mia mamma, ma gli arriva un pugno. È normale! È normale. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede. […] Tanta gente che sparla delle religioni, le prende in giro, diciamo ‘giocattolizza’ la religione degli altri, questi provocano, e può accadere quello che accade se il dott. Gasbarri dice qualcosa contro la mia mamma- C’è un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana. E io non posso prenderla in giro. E questo è un limite” (Interviste e conversazioni con i giornalisti, a cura di Giuseppe Costa, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana 2015, pp. 272, 273-74; e in Jorge Mario Bergoglio Risponde papa Francesco, intr. di G. M. Vian, Venezia, Marsilio 2015, pp. 228, 229-30).
2. Evento
in Internet
Quasi
per caso mi è capitato di sentire in Internet parte di questa intervista che
risulta normalizzata nelle edizioni a stampa, ovvero papa Francesco dice in
realtà “violentAmente”(e “gli aspetta” anziché “gli arriva”).
L’avverbio violentAmente riprende perfettamente lo spagnolo violentamente (cfr. il Grande Diz. di spagn. di Arqués-Padoan 2012) e risulta formato dalla regola di derivazione, molto produttiva, “agg. a due uscite al femm. + suffisso -mente”. Etimologicamente un composto “agg. al femm. + s.f. mente” letter. con ‘mente violenta’, il costrutto è poi diventato suffissato in seguito a grammaticalizzazione di -mente ‘modo, maniera’.
La stessa regola spiega la formazione degli avverbi in -mente, in italiano, es. “saggio agg. + suff. -mente” da cui saggiamente.
3. Regole identiche ma risultati diversi
Come spiegare allora che allo sp. violentAmente corrisponde l’odierno it. violentEmente?.
Come ci è capitato di studiare anni fa (Morfologi, vi esorto alla storia!’ Pseudo-eccezioni nelle regole di formazione degli avverbi in -mente, in “Studi di Grammatica Italiana”, vol. XXIII, 2004 [ma: luglio 2006], pp. 87-190), l’it. violento attestato nel sec. XIII, 1300-1313, dal lat. violentum, è diventato violente, documentato av. 1313, av. 1337, in seguito alla pressione paradigmatica degli agg. in -ente, da qui violentemente (come prudentemente) attestato nel 1303.
3.1. Diversità di registro
Va ancora detto che il regolare violentAmente è attestato nell’it. del ’300, in Boccaccio 1343-44, av. 1388, e poi in G. Faldella 1888, oltre che in Internet.
Concludendo, l’ispanismo violentamente si oppone così all’it. letterario e arcaico violentamente.
(Le
immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i
diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: faraso1@outlook.it)
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