I denti, i.e. ciascuna delle formazioni presenti nella bocca dei vertebrati destinate alla masticazione dei cibi (nell'uomo servono anche a una corretta articolazione dei suoni nelle parole) hanno dato origine a molti modi di dire conosciutissimi [e non (ab)bisognevoli di spiegazioni] tra cui: "a denti stretti", "avere il dente avvelenato", "difendere coi denti", "battere i denti" ecc. . Uno però -- siamo certi -- è sconosciuto ai più: il "cavalier del dente". Chi è costui? Colui che mangia molto, tanto da meritarsi quasi una onorificenza ufficiale. Naturalmente il detto si adopera in senso ironico e scherzoso: ecco, sta arrivando Giovanni, non poteva mancare il cavalier del dente. Nell'accezione scherzosa di "scroccone" si trova nel "Dizionario universale della lingua italiana" di Policarpo Petrocchi.
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Ancora qualche curiosità linguistica. Nelle antiche vite dei santi si parla spesso dei "sergenti di Gesù Cristo", i.e. dei "servi del Signore". Nell'era cavalleresca il sergente era il servo, il valletto che seguiva il padrone ovunque andasse, e sempre a piedi, al contrario del signore che andava a cavallo. Con il trascorrere del tempo il sergente si è nobilitato e da valletto, da sergente ("servente"), è diventato -- in campo militare -- un comandante di squadra. Dal sergente passiamo alla candela, il cui significato è noto a tutti: piccolo cilindro di cera, con stoppino cui si dà fuoco per far luce. Il termine in oggetto è il... latino "candela(m)", derivato del verbo "candere", risplendere, quindi "essere di un bianco luminescente", "far luce". Chi scrive spera -- attraverso le sue noterelle -- di "far luce" sulle "problematiche (vocabolo caro ai sindacati) linguistiche".
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Segnaliamo la nuova "Grammatica Treccani", scritta a tre mani da insigni docenti dell'Università di Messina.
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