Pubblichiamo il commento di un anonimo, coraggioso, lettore -- che, ovviamente, non si firma -- a un nostro vecchio intervento sul femminile di "capo".
Qualcuno dovrebbe dire a questo signore, Fausto Raso, che pubblica queste mellonaggini, che i nomi come 'cuoco' e 'servo', che designano persona, prevedono entrambi i generi per la loro natura grammaticale. Altri nomi, nati o come maschili ('capo', dal latino 'caput', testa) o come femminili ('maschera'), acquisiscono un significato traslato per il quale si applicano, con l'unico genere che hanno, indifferentemente a maschi e femmine: quindi 'il capo' (e non la capo e meno che mai la capa), anche se si chiama Maria, e 'la maschera' ('impiegato di teatro') anche se si chiama Mario. Diceva mia madre: 'a pazziarell 'mman 'e criature... (nella fattispecie: la grammatica in mano agl'ignoranti).
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Che cosa dire, anzi rispondere al coraggioso lettore? Che può trovare le "mellonaggini" in siti i cui titolari sono di gran lunga più autorevoli dell'estensore di queste noterelle. Scriva loro e li tacci di crassa ignoranza linguistico-grammaticale. Clicchi qui e qui. Garzanti: 2. f. -a; pl. -e
chi esercita un comando o dirige imprese, attività ecc.: capo dello stato,
del governo | in un’azienda, chi esercita mansioni direttive intermedie |
nella marina militare, grado di sottufficiale corrispondente a maresciallo nell’esercito.
3.
f. -a; pl. -e
chi ha un ruolo preminente o esercita una funzione direttiva, godendo di
particolare prestigio e autorevolezza: il capo della famiglia; sa
essere un vero capo |capo di un branco, capobranco.
Dimenticavamo. Se è
lo stesso anonimo coraggioso che ha inviato questo commento: Quindi, da
oggi in poi, anche 'colossa', 'monumenta' ecc.
'La tal signora è una colossa di erudizione', e 'La talaltra una monumenta di
rettitudine'. Dio mio, in che mani siamo finiti..., conferma di non
capire un'acca/un acca di grammatica italiana. Gli consigliamo di iscriversi alle scuole serali, se ancora ci sono.
A proposito di H, dal sito
"iltuopadania.wordpress.com": Non
capire un’acca. Con o senza apostrofo?
“Acca” è femminile, dunque “un” vuole l’apostrofo. Qualcuno ritiene accettabile anche la versione senza, dato che – si sostiene – “acca”, pur femminile dal punto di vista grammaticale, rimanda al concetto maschile di nulla, niente. A mio avviso si tratta di un’interpretazione forzata e non sostenibile.
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La consonante H può essere, correttamente, tanto maschile quanto femminile. La forma maschile non "rimanda al concetto maschile di nulla, niente" ma al fatto che si sottintende "segno grafico". Un'acca [sottintendendo (la) 'consonante'], un acca [sottintendendo (il) 'segno grafico'].
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La lingua "biforcuta" della stampa
Il giornale più antico del mondo dice addio alla carta, il Wiener Zeitung nato nel 1703 resta solo on line
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Domandiamo agli operatori dell'informazione in che anno è nato il mondo, dato che il giornale in oggetto ha visto la luce nel 1703.
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“Tremila euro per un posto da vigilantes, garantisce il parente politico”: usano il nome dell’ex assessore regionale Borracino, 3 indagati
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A prescindere dal "vigilantes", si scrive (e si
dice) correttamente posto di. Si tratta di un normale complemento di
specificazione.
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IL GIALLO
Trovato scheletro di donna durante in un parco. Potrebbe essere una 30enne, aveva una catenina al collo
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Ancora una prova di quanto sosteniamo. Gli addetti alla titolatura dei giornali non rileggono ciò che scrivono; ma anche se lo rileggono...
(Le
immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i
diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauraso@hotmail.it)
1 commento:
Forse la signora madre dell'anonimo coraggioso conosceva anche il detto "‘o pesce fèta da ‘a capa".
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