sabato 10 giugno 2023

Emigrare: quale ausiliare?


Dalla "Grammatica italiana" del sito Treccani:

Il verbo intransitivo emigrare nei tempi composti si costruisce con l’ausiliare essere . Lo scorso anno dai paesi dell’est Europa sono emigrati in Germania più ebrei di quanti ne siano andati a Gerusalemme («L’Unità»). Il verbo può essere costruito con l’ausiliare avere se si vuole enfatizzare l’iniziativa del soggetto: Negli ultimi 130 anni più di 1,3 milioni di Finlandesi hanno emigrato in tutto il mondo.

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Forse è più chiaro così: nei tempi composti prende l'ausiliare avere se non è specificato il luogo (hanno tutti emigrato in massa); prenderà l'ausiliare essere se è indicata la destinazione (sono emigrati tutti in Belgio). Come riporta lo stesso vocabolario Treccani.

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Essere in vena di…

Tutti conosciamo questo modo di dire che significa essere nelle condizioni migliori per fare una cosa; essere, quindi, ben disposti.
Sembra che l'espressione risalga al linguaggio dei sanitari di un tempo. Quando questi, visitando il malato, avvertivano che la vena (o meglio, l'arteria) pulsava in modo regolare dicevano che il paziente era in buona vena e ciò era considerato un ottimo segno che faceva sperare bene; era un segnale, insomma, di buona disposizione dell'organismo a riacquistare le perfette condizioni.
Dal linguaggio prettamente medico l'espressione è passata nel linguaggio comune, in senso metaforico, e si adopera per dire di trovarsi nelle migliori condizioni di spirito per affrontare una determinata faccenda.



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ottimo il modo di dire.
Grazie
Stefano