domenica 25 giugno 2023

Sgroi - 152 - Da NEGRIGURA 'roba da negri' a SEMPIO 'ottuso'

 


di Salvatore Claudio Sgroi

 

1. Evento editoriale

In un bell'intervento intitolato Se le parole esprimono il razzismo nella rubrica settimanale "Parole al sole" della scorsa domenica 18 giugno, in www.quotidianodipuglia.it (recuperabile anche in Academia.edu), lo storico della lingua, pugliese, Rosario Coluccia si è a lungo soffermato sul romanzo Lessico famigliare di Natalia Ginzburg (1963), riguardante una famiglia dell'alta borghesia piemontese attiva negli anni 1925-1950. E ha ricordato vari esempi in bocca a un prof. universitario, in quanto "parole sospettabili di razzismo", tra cui sempi, negro e negrigura, "quest'ultima, forse da lui inventata".

 

2. Il Lessico famigliare di Natalia Ginzburg premio Strega (1963)

In quanto premio Strega 1963 il romanzo di Natalia Ginzburg, Lessico famigliare, fa parte del Primo Tesoro della lingua letteraria italiana del Novecento (1946-2006) a cura di Tullio de Mauro (Utet 2009) ed è possibile individuare tutte le occorrenze delle tre voci in oggetto: negro (2 volte), pl. negri (8 volte); -- sempio (8 volte), sempia (4 volte), pl. sempi (una volta); -- negrigura (4 volte), pl. negrigure (3 volte).

 

2.1. Negro

Il connotato negro appare 10 volte: 2 volte al singolare (negro s.m.) e 8 volte al pl. (negri), ovvero:

 

(i) "Adriano, allora, sembrava l'incarnazione di quello che mio padre usava definire "un impiastro"; e tuttavia mio padre non disse mai di lui che era un impiastro, né un salame, né un negro: non pronunciò mai al suo indirizzo nessuna di queste parole".

(ii) "Un negro" era, per mio padre, chi aveva modi goffi, impacciati e timidi, chi si vestiva in modo inappropriato, chi non sapeva andare in montagna, chi non sapeva le lingue straniere."

 

Quanto al pl. negri:

 

(iii) Oltre ai "sempi" c'erano i "negri".

(iv) Non siate dei negri! Non fate delle negrigure! - ci gridava continuamente.

(v) Non era consentito, nelle gite, né cognac, né zucchero a quadretti: essendo questa, lui diceva, "roba da negri".

 (vi) guardavamo con invidia "i negri" che andavan su leggeri in scarpette da tennis, o sedevano a

mangiar la panna ai tavolini degli châlet.

 (vii) mio padre diceva che i miei fratelli erano "dei salami" e "dei negri", e che nessuno dei suoi figli aveva ereditato da lui la passione della montagna.

(viii) se ne andava spesso da solo, perché noi e mia madre eravamo, a suo dire, "dei poltroni", "dei

salami", e "dei negri".

(ix) Lui diceva che era "da negri" discorrere coi vicini di casa.

(x) - Vigliacconi! negri! - tuonava mio padre a casa, raccontando della paura di quei suoi conoscenti.

 

2.1.1. Nero oggettivo

Il termine nero agg./s.m., appare a sua volta 15 volte, nel suo significato letterale (per es. "un vestito nero"; "tutta vestita di nero"; "Nel corridoio, al fondo, fu dipinta una parete di nero"; "Usciva, la domenica, con un lungo paltò del signor Belom, nero, tutto abbottonato, che la faceva assomigliare a un parroco"; "Finiva poi per darsi anche lei un po' di nero agli occhi, poco, appena appena"); o fig. ("E si faceva piú nero che mai"), mai comunque riferito al colore della pelle di un individuo. E, com'è noto, oggi il lessema nero può riferirsi a 'chi è di pelle nera' senza la connotazione  negativa propria di negro.

Idem per nera presente 7 volte, per es. "il cappello piantato un po' storto sulla nera capigliatura"; "gli occhiali cerchiati di tartaruga nera", "lei doveva correre la città per cercargli, alla borsa nera, il burro, la bistecca e il riso" (3 volte);

Analogamente neri dieci volte, per es. "la mia mamma non poteva soffrire i vestiti neri"; "e scrutava attorno con gli occhi neri e penetranti";

Non diversamente nere 10 occorrenze, per es. "rocce nere" (5 volte); "con lunghe basette nere e grige"; "cortei di camicie nere".

 

2.2. Sempio

Il lessema sempio 'ottuso' appare 13 volte: 8 volte al sing. (sempio s.m.), 4 al femm. (sempia s.f. e agg.) e una volta al pl. (sempi s.m.):

 

(i) Soleva commentare, a pranzo, le persone che aveva visto nella giornata. Era molto severo nei suoi giudizi, e dava dello stupido a tutti. Uno stupido era, per lui, "un sempio".

(ii) "M'è sembrato un bel sempio, - diceva, commentando qualche sua nuova conoscenza".

 (iii) Terni era un biologo, e mio padre ne aveva, riguardo agli studi, una grande stima; usava però dire "quel sempio di Terni", perché trovava che era, nel vivere, un poseur. - Terni posa, - diceva di lui ogni volta dopo che l'aveva incontrato. - Credo che posi, - riprendeva dopo un po'.

 (iv) Mio padre, dallo studio, lo chiamava a gran voce, perché venisse a parlare con lui di cellule dei tessuti; Terni! - urlava, - venga qua! Non faccia tanto il sempio! Non faccia il pagliaccio! - gli urlava".

(v) quando qualche professore veniva chiamato a Torino, ingiustamente, secondo lui, perché si trattava "di un sempio

(vi) Mi pare che quel sempio di Terni li ha messi su contro di me.

(vii) - Quel sempio di Terni ha l'influenza. S'è messo a letto.

(viii) Però la indispettiva che arrestassero Leone ogni volta, "per colpa di quel sempio".

(ix) Mio padre diceva: - Una gran sempia quella Miranda! poteva venir qui.

 (x) - Cosa vuoi che sappia quella sempia di Miranda! - urlava mio padre.

(xi) - Chi vuoi che ti regali un villino? Sempia che non sei altro!

(xii) - Macché! Sempia che non sei altro! Non era mica una cosa semplice! Sei subito pronta a buttarmi giú. Ma guarda che asina che sei!

(xiii) Oltre ai "sempi" c'erano i "negri".

 

2.2.1. Sempio, sempioldo

Un es. di sempio e del sin. sempioldo è anche nel vicentino Goffredo Parise 1982 Sillabario n. 2: "Che sempio, che sempioldo, guarda come ride!".

 

2.3. Negrigura

Il lessema negrigura è presente nel Lessico familiare 7 volte: 4 volte al singolare e 3 volte al pl. ( negrigure):

 

(i) Ogni atto o gesto nostro che stimava inappropriato, veniva definito da lui "una negrigura". - Non siate dei negri!

(ii)  Chiamava "una negrigura" portare, nelle gite in montagna, scarpette da città; attaccar discorso, in treno o per strada, con un compagno di viaggio o con un passante; conversare dalla finestra con i vicini di casa.

(iii) e non era consentito fermarsi a far merenda negli châlet, essendo una negrigura.

(iv) Una negrigura era anche ripararsi la testa dal sole con un fazzoletto o con un cappelluccio di paglia, o difendersi dalla pioggia con cappucci impermeabili, o annodarsi al collo sciarpette.

 (v) Non fate delle negrigure! - ci gridava continuamente.

(vi) La gamma delle negrigure era grande.

(vii) Non si può ricevere la gente senza dar trattamento! Non si può fare delle negrigure!

 

2.3.1. Negrigura nella lessicografia

Il lessema negrigura è assente nel Battaglia vol. XI, 1981, ma è recuperato da E. Sanguineti nel Supplemento 2009, dove è definito "Atto o comportamento goffo, inopportuno, indiscreto; comportamento ineducato (ed è voce familiare)", con una lunga cit. di N. Ginzburg 1963, pp. 7-9:

 

Ogni atto o gesto nostro che stimava inappropriato, veniva definito da lui "una negrigura". - Non siate dei negri! Non  fate delle negrigure! - ci gridava continuamente. La gamma delle negrigure era grande. Chiamava "una negrigura" portare, nelle gite in montagna, scarpette da città; attaccar discorso, in treno o per strada, con un compagno di viaggio o con un passante; conversare dalla finestra con i vicini di casa....

 

E un (errato) etimo sincronico: "Deriv. da negro".

Da qui il lemma tracima nel GRADIT (2007) di Tullio De Mauro, ovvero nell'Appendice II 2007 Nuove parole italiane dell'uso del Grande Dizionario italiano dell'uso, etichettato "DI[alettalismo] ven. 1963 N. Ginzburg, Lessico famigliare", ma con etimo diacronico: "ven. negrigura, der. di negro".

Il lessema manca nel Dizionario del dialetto veneziano di Giuseppe. Boerio 18562, rist. anast. 1971, che invece registra sempio "add." col valore "D'intelletto ottuso".

Non ci fosse stato il suffissato dialettale, si sarebbe forse potuto pensare anche al blend (anglicizzante) "negr(o) X (f)igura" = figura da negro".

Quanto alla lessicografia monovolume il termine manca nel De Mauro (2000), in Zingarelli 2022, Devoto-Oli 2023, ecc.

 

2.4. Etimo di negrigura

Come si osservava nell'"International Journal of the Sociology of Language" (1974),

 

"Perhaps Ginzburg did not know that these [negro, negrigura] are Judeo-Italian words (...)" (p. 107); "Ginzburg gives us no hint that her father was employing Judeo - Italian words, but she describes him as using negro and negrigura indiscriminately for anything negative, which is the way they are normally used among Italian Jews. Negro is almost certainly a borrowing from Judezmo; negrigura which has no Italian word homophonous with it was probably (...)" (p. 108) ("Google Ricerca Avanzata").

 

E in effetti, il termine negrigura (con negro) è un termine del giudeo-italiano, come illustra U. Fortis - P. Zolli La parlata giudeo-veneziana (Carucci 1979), che lo registra col significato di "sciocchezza, stupidaggine" e la precisazione: "Ma la gamma dei suoi significati è vasta quanto quella di negro ["usato in tutte le parlate giudaiche italiane" pp. 319-222, a p. 320], con tre ess. degli anni '30. Gli AA. precisano ancora che "Oltre che a Venezia il termine è attestato" a Mantova, Ancona, Firenze, Livorno, Roma (pp. 318-19); e stando a "Google ricerca avanzata" nel ghetto di Trieste:

 

Renata Broggini 1998: "Capita, scrive Canarutto ad Astorre Mayer, una «signora negrigura (conosci il Jiddish del ghetto di Trieste?)» che fa i nomi dei collaboratori del Comitato" (La frontiera della speranza. Gli ebrei dall'Italia verso la Svizzera, Mondadori, p. 284).

Renata Broggini tr. ingl. 2003: "Once there was", wrote Canarutto to Astorre Mayer, "a negrigura lady (do you know Trieste ghetto Yiddish?) "who began divulging the names of Committee collaborators" (Frontier of Hope: Jews from Italy Seek Refuge in Switzerland, Hoepli, p. 306).

 

2.5. Tradd. ingl. (1967 e 2017) del Lessico famigliare

 Istruttiva è altresì l'analisi delle due traduzioni in inglese del Lessico famigliare (1963), diverse fin dal titolo: Family Sayings (1967) e Family Lexicon (2017), quale è possibile grazie a "Google Ricerca avanzata", con la resa del lessema negrigura adottato nella prima, tradotto con negroism nella seconda:

 

Natalia Ginzburg 1963, tr. ingl. 1967: "Any act or gesture of ours which he thought out of place was classified by him as a 'negrigura'. 'Don't be "negroes", don't do those negrigure, 'he shouted at us endlessly" (Family Sayings, Hogarth Press; ried. N.Y., Arcade Publishing 1967, rist. 1989, p. 9, revised from the original translation by D.M. Low).

Natalia Ginzburg tr. ingl. 2017: "in the Judeo-Italian language of the Venetian Jews, in which Ginzburg's father was raised, “negro” meant “foolish, awkward, or stupid,” and negrigura,” which I [Jenny McPhee] have translated as “negroism,” meant “foolish thing." (Family Lexicon, N.Y. Review of Books).

 

3. Vitalità di negrigura

Al di là di varie citazioni in "Google Ricerca Avanzata" del Lessico famigliare (per es. Roberto Salvio 1965, Elena Clementelli 1974, Giuliana Tedeschi Brunelli·1977, ecc.; anche in ingl. per es. Carlo Luigi Golino 1963, David N. Myers et alii 2008, Simonetta Milli Konewko 2016, Primo Levi, ‎Marco Belpoliti, Robert Gordon 2018 [1984]), significativa è la presenza di negrigura, senza esplicito collegamento col testo della Ginzburg, indizio della sua vitalità, per es.:

 

(i) Italy. Parlamento. Senato 1963: "in questa «negrigura» c'è un tocco che, se non venisse da destra, risulterebbe persino patetico" (Atti parlamentari: Resoconti delle discussioni, vol. 5, p. 4217).

(ii) Gian Gaspare Balderi 1998: "Ecco allora la «negrigura» e i «negri», termini che non avevano alcuna implicazione razzista ma che volevano piuttosto indicare situazioni o anche soggetti particolarmente sgradevoli oppure gente dalla mentalità gretta, limitata" (Quarantott'ore a Tel Aviv. Israele nel cuore, Giuntina, p. 135).

(iii) 2002: "E si usa anche l'astratto "negrigura" come sinonimo di sciocchezza, di brutta figura, di azione riprovevole, ecc." (Carlo e Nello Rosselli. Catalogo delle mostre ed edizione di fonti, ed. Edimond, p. 27).

(iv) Roberto Bassi·2004: "Negli anni della guerra a noi capitavano soprattutto «negrigure». Tutto il mondo, a guardar bene, era una grande «negrigura»" (Scaramucce sul lago Ladoga, Sellerio, p. 103).

(v) Pier Luigi Berbotto 2007: "Agnolotti la domenica: una bella negrigura!» «Be', che ha contro gli agnolotti ?". "Mia moglie non li digerisce, e anche a me stanno pesanti» fece apodittico il professore , rituffandosi nella lettura" (Scende la sera nel giardino antico. Romanzo, Torino, L'Ambaradan, p. 10).

(vi) Riccardo Calimani 2012: "Negrigura cosa scadente, miseria, disgrazia (termine comunque intraducibile). Orsai defunti. Parnassim plurale di Parnas, carica onorifica data a chi si distingue per meriti civili e sociali nell'ambito della Comunità ebraica" (Una di maggio).

(vii) Manuela Dviri 2015: "E i miei figli e nipoti non potranno mai gustare il sapore di un salame d'oca fatto dalle tue mani, e non capiranno mai cosa sia una negrigura, che non ha nulla a che fare con i profughi africani e proviene invece dallo spagnolo, e che nel gergo della nostra famiglia, e di tutte le famiglie ebraiche di quei tempi, significava una stupidaggine, una cretinata, una cosa fatta male. [...] Il fascismo fu una gran negrigura, una colossale, incredibile, monumentale negrigura in questa monumentale negrigura siete vissuti voi, mio padre e mia madre (...) -- insieme a tutti gli italiani -- per più di un ventennio. (...) dittatura (...) non a caso fa rima con negrigura (...)" (Un mondo senza noi. Due famiglie italiane nel vortice della Shoah, Piemme ed.).

(viii) Vera Pegna 2018: "abbiamo scoperto che alcune parole come negro, per indicare una cosa brutta, che non sta bene, e il sostantivo negrigura, venivano comunemente usate anche nel ghetto di Roma" (Autobiografia del Novecento, il Saggiatore).

Sommario

1. Evento editoriale

2. Il Lessico famigliare di Natalia Ginzburg premio Strega (1963)

2.1. Negro

2.1.1. Nero oggettivo

2.2. Sempio

2.2.1. Sempio, sempioldo                                                

2.3. Negrigura

2.3.1. Negrigura nella lessicografia

2.4. Etimo di negrigura

2.5. Tradd. ingl. (1967 e 2017) del Lessico famigliare

3. Vitalità di negrigura

 


















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