domenica 25 giugno 2023

Le donne fanno le 'ciceroni' o le 'cicerone'?

 


I nomi propri di persona divenuti nomi comuni sono spesso causa di dubbi: riferiti a un femminile plurale si... pluralizzano? Susanna e Maria sono le mentori di Annalisa? Giovanna e Pasqualina fanno le ciceroni? Senza ombra di dubbio è preferibile pluralizzarli, anche se oggi si tende a lasciarli invariati: Rossana e Lucia sono le mecenate di Fiorella. Diamo la "parola", in proposito, all'Accademia della Crusca:
 

(…) Ma veniamo ai quesiti che ci sono stati proposti. Gli antroponimi, diventati nomi comuni, causano (specie quando, come nel caso di cicerone, il rapporto con il personaggio, ben noto, resta trasparente) qualche problema di carattere morfologico, per quanto riguarda il loro uso al femminile e al plurale. Nei casi in esame, la costante terminazione in -e dovrebbe semplificare le cose, consentendone l’inserimento nella classe nominale che comprende sostantivi sia maschili sia femminili, con la desinenza in -e al singolare e in -i al plurale. In effetti, i principali dizionari contemporanei (GRADIT, Zingarelli 2019, ecc.) sono concordi nell’indicare i plurali in -i (ciceronimecenatianfitrionimentori) e su questo punto, visto che tutti i termini sono entrati in italiano prima che crescesse la tendenza all’invariabilità che ha investito anche i nomi in -e, possiamo senz’altro riconoscere come consigliabili queste forme di plurale (che sono poi anche quelle più diffuse).(…).

Dimenticavamo: c'è anche la "cicerona", ma con accezione diversa:









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Abbiamo inviato  questa "lettera" alla redazione del vocabolario Treccani. Staremo a vedere gli sviluppi.

Vocabolario Treccani in rete:

copritàvolo s. m. [comp. di coprire e tavolo], invar. – Copertura di tessuto, tappezzeria, pizzo, panno o altro che si dispone sopra un tavolo per abbellimento, quando esso non sia utilizzato, oppure per protezione (e in questo caso, ove si tratti di un tavolo da pranzo, può rimanere anche sotto la tovaglia): un c. di feltro verde, di plastica felpata; un ricco c. lavorato all’uncinetto.

coprilètto s. m. [comp. di coprire e letto2] (pl. -i o invar.). – Drappo leggero, talora finemente traforato e lavorato all’uncinetto, oppure di tessuto intonato all’arredamento della camera, che si pone per ornamento o protezione sopra le coperte del letto o al posto di queste.

……………

 Cortese redazione Treccani,

non sarebbe il caso di emendare la voce copritavolo, che si può anche pluralizzare come copriletto? Perché due pesi e due misure? I due sostantivi in oggetto non hanno la medesima “composizione” (verbo + un sostantivo maschile singolare)? Perché, dunque, uno è tassativamente invariabile?

Cordialmente

Fausto Raso


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La lingua "biforcuta" della stampa

La segretaria

Schlein contro il “medioevo” dei diritti: “Meloni? Non ci serve una premier donna se non si batte per l’emancipazione”

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Dalla stampa c'è sempre da imparare. Non sapevamo che ci fosse anche una premier uomo.

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Si ferma treno della metro: passeggeri evacuati

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Non si conosce il numero dei passeggeri, di conseguenza non si sa quanti lassativi sono/siano occorsi.

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Meloni isolata, Biden non la convocata: pessima notizia

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Ogni commento è superfluo.

 

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Mattarella visita il Duomo di Monreale con il Re di Spagna e Presidente del  Portogallo

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Il re di Spagna è anche presidente del Portogallo?

 

(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauraso@hotmail.it)


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