di Salvatore Claudio Sgroi
1. Acquisizione
del lessico e dizionari
Non
c'è dubbio che la competenza lessicale di un nativofono non si fonda sullo
studio delle singole parole di un dizionario/vocabolario, ma si fonda
sull'ascolto e la lettura di discorsi orali e scritti che lo coinvolgano.. La
crescita semantico-lessicale di un parlante si basa cioè sul contatto con
testi, dove i singoli significati lessicali sono ricavati dai concreti contesti
situazionali e grazie all'interazione negoziata con gli altri.
Ci
si chiede allora quale sia la funzione di un vocabolario. Sulla scorta della
mia esperienza la consultazione è determinata soprattutto dall'esigenza di
conferma del significato di un termine , per me incerto o semplicemente ignoto,
rimasto vago in quel contesto. Senza considerare altre esigenze, quali
ricorrere a un sinonimo, o conoscere la pronuncia se variabile, o anche la
morfologia irregolare, l'ortografia,
ovvero l'etimologia per lo più diacronica (quella sincronica, essendo spesso
intuitiva), o anche la data di prima attestazione di una voce. Da linguista,
invece la consultazione è imposta dall'esigenza di confrontare i vari dizionari
sia dell'uso che storici e/o etimologici, o settoriali, mono- e bilingui.
2. Competenza
metalessicale e dizionari
La
consultazione occasionale di un dizionario come lo Zingarelli 2024, a cura di
Mario Cannella, Beata Lazzarini e Andrea Zaninello (edito dalla Zanichelli,
dopo la latitanza cartacea dell'anno scorso, apparso solo in edizione digitale)
può però trasformarsi per il lettore comune in lettura continuata ai fini di un
potenziamento della propria competenza metalessicale, e più in generale
metalinguistica.
2.1. Micro-dizionario
dei sinonimi
Quali
sono gli aspetti dello Zingarelli 2024 che si prestano a una lettura
continuata? Innanzi tutto, direi, le "964 schede di sfumature di
significato" (sovraccopertina, p. 3) su sfondo grigio. Un micro-dizionario
di sinonimi definiti paradigmaticamente, incluso in un dizionario generale
della lingua. Comportando lo Zingarelli 2688 pp., si può dire che mediamente
(2688: 964) una scheda di sinonimi appare ogni 2,8 pagine. Come si puntualizza
nella "Presentazione" del vocabolario, si tratta di "brevi
trattazioni che esaminano famiglie di parole analoghe definendo il significato,
l'uso e il contesto più appropriato di ciascuna di esse. Ogni scheda descrive
le aree di sovrapposizione semantica delle parole di una famiglia e ne
evidenzia le differenze sociolinguistiche, di registro e di livello d'uso,
permettendo così a un vocabolario di
superare gli ambiti, talora percepibili come angusti, della singola voce del
dizionario" (p. 3). Qualche es. postulato-
assioma -dogma; lingua-linguaggio; dialetto-vernacolo-parlata.
2.2. Definizioni
d.o.c.
Un
aspetto decisamente originale rispetto alla lessicografia (inter)nazionale è costituito dalla presenza di ben 134 "Definizioni
d'autore". Come si precisa nelle "Avvertenze per la
consultazione" § 15: "Sono definizioni redatte da personalità della
cultura, della scienza, dello sport e del costume che propongono una personale
interpretazione della parola, suggerendo un punto di vista spesso inedito e non
convenzionale" (p. 11). L'elenco è opportunamente indicato a p. 2689, per.
es.
FIGLIO:
"Non c'è possibilità di essere vivi senza
essere figli. Si può non essere padri, madri, fratelli o sorelle, ma non si può
non essere figli. (...) L'esistenza umana viene sempre da un Altro, ha sempre
una provenienza. Il figlio è colui che intrattiene un debito simbolico con chi
lo ha preceduto. E tuttavia il figlio porta con sé anche il compito di
oltrepassare la propria provenienza. (...) Ogni figlio (...) deve poter essere
un giusto 'erede'" (Massimo Recalcati).
TEMPO:
"Cosa sia davvero il tempo non lo sa
nessuno, per ora. (...) Penso che quello che chiamiamo tempo non sia un
fenomeno generale della natura, ma sia qualcosa che emerge dai processi del
nostro cervello. Il tempo non è una linea lungo cui scorrono gli eventi del
mondo: è un risultato del modo e dell'imprecisione con cui il nostro cervello
rispecchia il mondo. (...) Il tempo non è la casa del mondo: è la casa di
questi piccoli eventi naturali che siamo noi viventi" (Carlo Rovelli)..
2.3.
Nove "inserti grammaticali"
Nelle citate
"Avvertenze" si ricorda la presenza di "nove inserti dedicati a
temi che spesso pongono problemi nello
scrivere o nel parlare" (p. 11, § 14). L'elenco che se ne dà riguarda
pronuncia e grafia: accento, elisione e
troncamento, maiuscola, sillaba -- la norma: errori comuni, la morfologia:
femminile, numero (ordinale e cardinale), la punteggiatura: punto, il lessico: stereotipo". Eccellente l'inserto su femminile, dove tra l'altro si classificano in maniera esaustiva i
tipi di formazione del genere: 1. "nomi indipendenti" o"di
genere fisso" (adde: "o eteronimi") es. uomo/donna, 2. nomi "di genere comune" (adde "o ambigenere"),
es. il/la nipote, 3."di
genere promiscuo" (adde "o epiceno")
ess. la volpe (maschio/femmina), adde
anche: la spia (uomo/donna), fantasma (uomo/donna), 4. "di
genere mobile", ess. amico/a, "con suffisso" professore/essa.
L'articolo sugli
"errori comuni" (in prevalenza di grafia e pronuncia, a volte di
morfologia, sintassi o lessico, con riferimento a oltre 100 ess.) distingue tre
tipi di giudizi normativi:
(i) uso "errato" vs "corretto", p.e. scenza/scienza, qual'è/ qual è, leccòrnia/leccornìa,
vadino/vadano, dasse/desse, inerente il/al,
vorrei che tu vieni (o venga)/venissi,
redarre/redigere;
(ii) uso
"più diffuso; non scorretto" vs
"più corretto o più ricercato", es. Nòbel/Nobèl;
(iii) uso "corretto"
vs "preferito", es. provincie/province.
Se in alcuni
casi il giudizio "errato" è condivisibile come per gli usi di
italiano popolare (vadino, dasse), in
altri invece si tratta di atteggiamenti neo-puristici (qual è, inerente il, vorrei che tu venga, redigere).
2.3.1. "Note
d'uso"
Ma
"note d'uso" si trovano anche all'interno di lemmi "laddove se
ne ravvisi l'opportunità" (p. 11), con a volte l'indicazione, un pò (sic)
terroristica, "ATTENZIONE!". Così sub andare: "La forma va
(terza pers. sing.) non richiede l'accento"; o nel caso di gli pron. pers. atono f. di terza pers.
sing. ("pop., fam.; evit.), es. quando
vedi tua sorella non dirgli niente. "ATTENZIONE! Va rispettata la
distinzione fra gli, maschile, e le, femminile, gli (= a lui) ho promesso di
venire; le (= a lei) ho affidato un incarico".
Invece,
un'indicazione non neo-purista si legge nel caso gli 'a loro': "L'uso di gli
come pronome personale di terza persona plurale è sempre più comune e accettato
soprattutto nella lingua parlata" con un es. manzoniano Chi si cura di costoro a Milano? Chi gli
darebbe retta?.
"Meno
comune è il termine loro: ho incontrato Mario e Anna e ho consegnato
loro i biglietti suona certamente più formale che gli ho consegnato. Si usi quindi loro solo in determinati contesti specialmente nella lingua
scritta!", mentre sub ci: "(sett. pop.) a lui, a lei, a loro, ci andai subito incontro e ci dissi tutto".
2.4. "Tavole
di nomenclatura"
Lo
Zingarelli 2024 fornisce 118 "Inserti o Tavole di nomenclatura" (p.
11 § 17) "corrispondenti a "specifici settori terminologici" (ibid.), ovvero si tratta di un
mini-dizionario analogico, che cerca di cogliere la strutturazione semantica
del lessico dell'it., per es. casa,
libro, occhio, tempo. Ma sarebbe stato utile giusto nelle "Avvertenze" indicarne
l'elenco alfabetico per stimolare la lettura continuata e sistematica.
2.5. Dialetti e
"Unità di misura"
La
p. 664 è tutta occupata dai "Dialetti d'Italia" con una opportuna
cartina geografica e l'elenco dei dialetti dell'"Area settentrionale"
(Gallo-italici, Veneti, Toscani), dell'"Area mediana", dell'"Area
meridionale", dell'"Area meridionale estrema", i "Sardi",
i "Ladini" e le "Parlate alloglotte , isole linguistiche".
Le pp. 2522-23 sono invece dedicate alle
"Unità di misura", ovvero al "sistema internazionale di unità di
misura (SI)", divise in "unità fondamentali" (metro, kilogrammo, secondo, ampere, Kelvin,
candela, mole), "unità supplementari" (radiante, steradiante), nonché "unità derivate" (metro quadro, ecc.).
2.6.
Appendici
Extra-dizionario si trovano 5 preziose
"Appendici" (pp. 2645-88), un invito a una lettura continuata, ovvero
(i) "Sigle, abbreviazioni,
simboli" (pp. 2645-77), che andavano però anche inserite nel lemmario del
dizionario per una consultazione occasionale;
(ii) "Luoghi d'Italia" (pp.
2678-81) ess. Abruzzo, Adige, Adriatico
con indicazioni storico-etimologiche;
(iii) "Abitanti d'Italia" (pp.
2682-83) e (iv) "Abitanti del mondo" (p. 2684) ess. Perù > peruviano; Qatar > qatariòta;
infine (v) "Locuzioni latine" (pp.
2685-88).
2.7.
Colori e bandiere
Il dizionario si apre nel risguardo di
copertina con le illustrazioni di un "Atlante dei colori" e si chiude
con la "Tavola delle bandiere" dei diversi stati.
3.
Lettura continuata edizione digitale
La lettura continuata dello Zingarelli
2024 è enormemente potenziata con
l'edizione digitale; per es. per potere individuare tutte le parole straniere
("attorno al 3% del totale" p. 3) mediante le "abbreviazioni
usate nel vocabolario" (pp. 4-5): fr.,
amer., gr., ingl., portog., sp., ted., pseudoingl., ecc.
Oppure sarebbe possibile trovare i region., i dial., milan., napol., piemont., roman., sett., sicil., tosc,, ven., venez., elvet.
O ancora saggiare il neopurismo attraverso
le etichette pop., evit., impropr.
4.
Desiderata: etimi sincronici, datazioni e sottolemmi
Come si precisa nella sovraccopertina,
lo Zingarelli 2024 lemmatizza ben "145.000 voci", con "oltre
70.000 etimologie". Il che vuol dire che registra tutti gli etimi
patrimoniali (dal latino) e diacronici (prestiti) e molto selettivamente gli etimi sincronici, per lo più intuitivi,
per ragioni di spazio. Ci auguriamo invece che la prossima edizione digitale
possa registrarli tutti, con sistematicità.
Il diz. indica opportunamente anche la
data di prima attestazione delle voci ("Avvertenze" § 12 "Datazione" pp. 10-11): "si è
stabilito di datare solo l'apparizione più antica del vocabolo senza far
riferimento alla sua evoluzione semantica (a rigore, ogni accezione particolare
richiederebbe una propria datazione)" (p. 11). Giustificare però tale
scelta (pur legittima) "Per un criterio di economicità e per rendere più
rapida la consultazione, nelle parole che hanno più significati o
accezioni", è difficile da condividere. La datazione di ogni significato, segnalato
nel Diz. Etim. della Lingua Ital. di M.
Cortelazzo- P. Zolli (Zanichelli, ricco di c. 60mila lemmi), a cui ha invece rinunciato
pure il GRADIT di T. De Mauro (8 voll. 2007), è in realtà assai faticosa anche
a partire dal Grande dizionario (storico)
della lingua italiana di S. Battaglia-G. Bàrberi Squarotti (1961-2009, 24
voll. UTET anche on line).
Nella stesse "Avvertenze" (§
9, p. 9) relative ai "sottolemmi"
si indica una sfilza di derivati, oltre agli avv. in -mente, quelli in -zione,
-ficare, -izzare, -icità, ecc. (pp. 9-11) che vengono trattati come
"sottolemmi" (non dunque in ordine alfabetico) con economia delle definizioni dei lemmi ma anche della
data di prima attestazione. Un impoverimento lessicale dettato dall'esigenza di
risparmiare spazio, che potrebbe però essere evitato nell'edizione digitale,
lemmatizzando a dovere tali voci.
5. Errori e
sviste
I
curatori nella "Presentazione" osservano condivisibilmente che
"Compilare un vocabolario è un'operazione complessa e delicata
["oltre 300 (i) collaboratori"); l'esperienza dimostra che
imprecisioni ed errori possono essere limitati ma non del tutto evitati:
ringrazia[no] fin d'ora i lettori che ce li vorranno segnalare" (p. 3).
Segnalare sviste ed errori rischia di svalutare ingiustamente un dizionario come
lo Zingarelli 2024. Lo faremo quindi privatamente. Come dire 'i panni sporchi
si lavano in famiglia'.
Sarebbe
invece più istruttivo confrontare due o più dizionari per evidenziare vantaggi
e limiti delle scelte lessicografiche. Per es. analizzare le categorie
utilizzate nella segnalazione dell'etimologia sincronica, formazione delle
parole, come per es. il ricorso alla categoria "comp(osto)" sia nel
caso dei "composti" come compravendita
"comp. di compra e vendita" che
dei
"derivati prefissati" es. concelebrare
"comp. di con- e celebrare". Un esercizio utile e
per i lettori e per gli editori.
6.
Il dizionario: una goccia rispetto alla lingua di una comunità di parlanti
Da
ultimo, la mancanza di un termine o di un significato in un dizionario, pur
ampio, come lo Zingarelli 2024, non può mai giustificare un giudizio negativo
dell'opera, perché nessun dizionario può registrare tutte le parole con tutti i
significati della lingua di una comunità di parlanti, neppure in un suo momento
o stato sincronico, e nessun parlante conosce tutte le parole di un dizionario,
pur conoscendone altre ignorate dal vocabolario. E questo vale anche nel caso
di un bambino.
1.
Acquisizione del lessico e dizionari
2.
Competenza metalessicale e dizionari
2.1.
Micro-dizionario dei sinonimi
2.2.
Definizioni d.o.c.
2.3.
Nove "inserti grammaticali"
2.3.1.
"Note d'uso"
2.4.
"Tavole di nomenclatura"
2.5.
Dialetti e "Unità di misura"
2.6.
Appendici
2.7.
Colori e bandiere
3.
Lettura continuata edizione digitale
4.
Desiderata: etimi sincronici, datazioni e sottolemmi
5.
Errori e sviste
6. Il dizionario: una goccia rispetto alla lingua di
una comunità di parlanti
2 commenti:
Il prof. Sgroi è sicuramente un ottimo linguista, ma con l'aritmetica proprio non va d'accordo. Scrive: "Comportando lo Zingarelli 2688 pp., si può dire che mediamente (2688:964) una scheda di sinonimi appare ogni 25 pagine.". Mi permetto di far presente che 2688:964 fa circa 2,79. Quindi: una scheda di sinonimi appare ogni poco meno di 3 pagine!
Il lettore ha perfettamente ragione, e quindi correggo il dato: "appare in media ogni tre pagine circa"
S.C.S.
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