domenica 15 gennaio 2023

Una provocazione linguistica: conconduttore


 Leggiamo da un giornale in rete:

Il festival

Sanremo, il presidente Zelensky alla serata finale. Chiara Francini e Paola Egonu co-conduttrici.

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Un po' di "coraggio linguistico" e scrivere, correttamente, 'conconduttrici' come "confondatore" ("confondatrice"), attestato nel Treccani, anche se come seconda occorrenza. Il prefisso "co-", nella lingua di Dante e di Manzoni, non esiste. Non diciamo, del resto, 'condirettore' ('condirettrice')? Perché, dunque, è vietato scrivere "conconduttore"? Ci arriveranno, ovviamente, gli strali dei soliti linguisti "d'assalto" (e ce ne sono a iosa) ma siamo ben corazzati e andiamo avanti per la nostra strada, convinti di non avere bestemmiato. Invitiamo, pertanto, i vocabolaristi a prendere in considerazione questa proposta/provocazione (ritenuta?) "oscena".

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La lingua "biforcuta" della stampa

Prato

Muore a 24 anni il cane "più vecchio del mondo"

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Sarebbe veramente interessante, oltre che istruttivo, sapere dagli operatori dell'informazione quanto è vecchio il mondo.

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I partiti

Sondaggi: quasi un elettore su due vota centrodestra. Sale ancora il M5S, stabile il Pd

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Anche in questo caso sarebbe interessante e istruttivo se gli appartenenti al cosiddetto quarto potere ci spiegassero il senso di "quasi un elettore su due".



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: albatr0s@libero.it)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dottor Raso, che ne pensa della parola "cotesto"?
Sì, è vero, la ragione di questa forma è per non confonderla con la parola contesto. Ma non c'era proprio un altro modo di evitare la parola cotesto?

Renato P.

Fausto Raso ha detto...

Cortese Renato,
per quanto riguarda "cotesto", sostantivo, diverso da cotesto (variante di codesto) aggettivo dimostrativo, do la "parola" al Treccani.

Anonimo ha detto...

Dottor Raso, si riferiva a questo?

"In linguistica testuale, l’insieme degli elementi intrinsecamente testuali (detti anche intra-testuali), come, per es., le frasi, le cui relazioni compongono un testo; in questo senso il c. si contrappone al contesto, che si riferisce agli elementi extra-testuali, cioè non facenti parte del testo, ma che ne influenzano la produzione e la ricezione, come, per es., la situazione comunicativa."

Mah, avrebbero potuto chiamarlo "infratesto", visto che abbiamo infradito.
Ora, mi chiedo, se nelle alte sfere coniano parole come "cotesto", figuriamoci nei gironi inferiori che cosa fa la gente comune.E infatti abbiamo coconduttore, parola che tutto sommato accetto come la parola cotesto. Se di italiano si tratta.

Tempo fa in altro forum mi si disse che la parola lunauta, siccome non era fatta con tutti i crismi, non andava bene. E quante sarebbero allora le parole fatte "con tutti i crismi" che ci provengono dall'inglese e che la gente usa al posto di quelle italiane?

D'altronde, la lingua, a differenza della matematica, sembra essere proprio una questione di opinione. Chi la usa in una maniera e chi in un'altra.

Così, in chiusura, tanto per dire la mia senza polemizzare, parole come danzatoio, lunauta, coconduttore, cotesto, e via dicendo sono tutte accettabili. Sono accettabili anche quelle parole che la Crusca per secoli si è accanita a tener lontane dal resto delle altre parole italiane. Se le riavessimo indietro forse oggi ci ritroveremmo con un dizionario ancora più ricco di quello attuale.


Renato P.