di
Salvatore Claudio Sgroi
1. L'evento
"normale" degli allocutivi (Tu
vs Lei)
Nelle
interazioni con gli altri l'uso dei pronomi allocutivi (Tu e Lei) in italiano è
definito dalla Regola della differenza tra rapporti personali e rapporti
sociali, sicché nei rapporti personali si fa ricorso al TU (appunto "personale"), mentre nei rapporti
caratterizzati dal ruolo sociale si adopera il LEI cosiddetto "transazionale".
1.1. Uso del Lei e del Tu nelle interazioni con gli altri: una esemplificazione
Così
con gli estranei, coetanei o meno, di sesso uguale o diverso, caratterizzati da
ruoli sociali diversi – Regola-1– io
per es. adoper(av)o il Lei (ricambiato,
simmetrico) con i miei studenti universitari (ventenni o giù di lì) o con i
dottorandi e le dottorande, col cassiere/o cassiera (più giovane o no) del
supermercato, del bar, del panificio, del negozio, o con il/la farmacista, il
giornalaio, ecc. E adopero anche il Lei
col portiere dell'immobile (preceduto dal nome di battesimo Antonio, come sta?). Ma ancora il Lei con il suocero (Lei preside, cosa fa?), o con la suocera (Nonnina, lei cosa vuole fare?), da entrambi ricambiato invece (asimmetricamente)
col tu.
In
maniera complementare ricorro – Regola-2
– al Tu con i parenti, gli amici, con
i colleghi, di pari o diverso grado, ovvero di I o II fascia e ricercatori, ma
anche col direttore/con la direttrice del Dipartimento o col Rettore (che aveva
preso l'iniziativa per il 'tuteggiare'). Gli studenti tra di loro interagivano
col tu, indipendentemente dall'età,
anche nel caso di colleghi decisamente più grandi di loro, a cui invece fuori
dal contesto dell'aula universitaria, si sarebbero rivolti col Lei.
1.2. Il Tu americaneggiante indifferenziato
("pseudo-democratico")
Alla
luce del sistema di duplice Regola di cui sopra, i messaggi pubblicitari che
ricevo quasi quotidianamente via e-mail dove il mittente, perfetto sconosciuto,
mi si rivolge dandomi del Tu e magari
col nome proprio (Salvatore),
provocano una reazione di enorme fastidio con l'effetto che li cancello senza per
lo più neanche leggerli. Solo qualche es.:
(i) Ottieni un prestito rapidamente fino a 50.000
euro
(ii)
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(iii)
Gent.le salvatore, scopri le condizioni vantaggiose che ti abbiamo
riservato!
(iv)
Salvatore sei stato/a selezionato/a per partecipare alla Svendita di
fine Estate
(v) Gentile Cliente, tutti
noi in BNL lavoriamo per offrirti una banca ogni giorno migliore. Tu
sei al centro di questo percorso, con le tue opinioni e i tuoi
suggerimenti. Grazie per il tempo che
vorrai dedicarci (con un attacco cortese "Gentile
Cliente" che cerca di giustificare il "tu" personale).
Il
lettore ricorderà che tale prassi è presente anche nei biglietti aerei
delle varie compagnie.
Tale
uso mi pare che possa etimologicamente spiegarsi con l'influenza, anche
nell'ambito più strettamente morfo-grammaticale e non genericamente lessicale,
dell'anglo-americano you, che
presenta il duplice valore sia personale che transazionale.
Ritenere
l'uso del Tu allocutivo
indifferenziato come un uso "democratico" mi sembra in questo assai
discutibile.
2. L'allocutivo
regionale Voi 'lei' (transazionale)
vs Tu (personale)
È
esperienza comune sentire i napoletani far ricorso, parlando sia in dialetto
che nel loro italiano (regionale), al Voi
"transazionale", che soggettivamente trovo delizioso.
La
stessa prassi è presente nel dialetto e nell'italiano dei calabresi. E non
posso dimenticare che nella mia esperienza di docente nell'università di
Arcavacata, gli studenti mi si rivolgevano col "Voi", che trovavo
amabile, per es. Che giorno iniziate le
lezioni? (ricambiati da me col "Lei"
non-diatopico).
2.1. "Voi + verbo 2a pers. plur." VS
"Lei + verbo 3a pers.
sing."
Com'è
noto, il valore transazionale veicolato dal "Voi + verbo 2a pers. plur." è determinato dal fatto che il
singolo interlocutore viene come dire moltiplicato, per sottolinearne il ruolo
superiore rispetto a chi è invece un singolo individuo.
Nel
caso del "Lei + verbo 3a pers.
sing." invece lo stesso valore transazionale è comprensibile se si tiene
conto del sistema dei pronomi "Io-tu-lei
(lui)". Qualunque parlante 'entra'
nella lingua facendo riferimento a se stesso mediante il pronome IO (prima persona sing.) che si
contrappone al proprio interlocutore indicato con TU (seconda persona sing.). Chi rimane al di fuori dell'interazione
verbale è invece indicato con LUI/LEI
(terza persona sing.). È quindi 'innaturale' rivolgersi al proprio
interlocutore in 3a persona. È come se io non oso guardarlo direttamente, negli
occhi, e ne parlo per riverenza in terza persona.
2.1.1.
L'allocuzione otto-primonovecentesca
Nell'italiano
otto-primonovecentesco, per es. in Pirandello, il parlante nelle interazioni
transazionali poteva fare ricorso (i) al sistema "VOI transaz. + 2a pers. plur." reciproco con un estraneo (alla
pari), oppure (ii) al sistema "LEI
transaz. + 3a pers. sing." non-reciproco con un estraneo non-alla pari, in
entrambi i casi contrapposto al TU
personale.
Per
es. Andate, dice Marta in posizione one-up (di superiorità) alla propria
cameriera; Se [lei] ci dà le chiavi di
su..., dice in posizione one-down
(di inferiorità) la cameriera a Marta.
Col
cambiamento dei rapporti sociali il sistema ternario Tu vs Lei vs Voi è scomparso ovvero si è
semplificato, restando solo il sistema binario, quello cioè attuale Tu vs Lei.
Schematizzando:
3.
Sistema trimembre dell'allocuzione standard: "Tu (sing. person.) vs Lei (sing.
transaz.)" vs Voi (plur.)
Nell'uso contemporaneo il sistema bimembre Tu (pers.) vs Voi
(transazionale) per es. dell'italiano regionale della Calabria o del toscano
popolare (documentato da
D'Achille 2013) contrasta a livello pan-italiano, nell'italiano cioè non
marcato geograficamente (o diatopicamente), col sistema sempre bimembre Tu (pers.) vs Lei (transazionale).
Considerando poi l'interazione con più di un interlocutore, il
sistema standard è trimembre: Tu (sing.
person.) vs Lei (sing. transaz.) vs Voi(altri) (plur.), es. cari amici, voi cosa volete fare?
Schematizzando:
4.
Variabilità geografica non del sistema ternario ma della sua applicazione
La variabilità dell'uso degli allocutivi è legata a una chiara
opposizione di valori dei diversi lessemi grammaticali. Il sistema binario Tu (personale) VS Lei (transazionale), ovvero ternario con Voi, plur. riferito a più interlocutori, è solido.
Quello che è variabile è l’applicazione di tale sistema ai singoli
interlocutori, con cui il parlante deve decidere se avere un rapporto personale
/ confidenziale oppure transazionale / sociale. Con differenze tra parlanti di
certe regioni dove è più facile sentire un Tu
confidenziale (per es. a Roma) rispetto a parlanti di altre regioni (per es. in
Sicilia) che con gli stessi tipi di interlocutori optano invece per un Lei più distaccato. Sul tema si veda l'istruttivo art. di Luca Passani I grandi misteri dell’italiano: quando usare il Tu
personale e quando il Lei transazionale. La scelta del pronome allocutivo
adeguato quando ci rivolgiamo a degli sconosciuti non è sempre scontata, con le sue tre regole di comportamento linguistico.
Sommario
1.
L'evento "normale" degli allocutivi (Tu vs Lei)
1.1.
Uso del Lei e del Tu nelle interazioni con gli altri: una
esemplificazione
1.2.
Il Tu americaneggiante
indifferenziato ("pseudo-democratico")
2.
L'allocutivo regionale Voi 'lei' (transazionale)
vs Tu (personale)
2.1.
"Voi + verbo 2a pers.
plur." VS "Lei + verbo 3a
pers. sing."
2.1.1.
L'allocuzione otto-primonovecentesca
3. Sistema trimembre
dell'allocuzione standard: "Tu
(sing. person.) vs Lei (sing.
transaz.)" vs Voi (plur.)
4. Variabilità geografica non del sistema ternario ma della sua
applicazione