mercoledì 6 giugno 2018

Tranquillo, amico, ci rivedremo in pellicceria...


Giovanni e Pasquale erano conosciutissimi in tutto il quartiere per le loro bravate: intimorivano i commercianti, infastidivano i passanti e le fanciulle, “scippavano” gli anziani non appena questi uscivano dall’ufficio postale dopo aver ritirato i “quattro soldi” della pensione; erano, insomma, il terrore del rione. Un giorno, non trovandosi d’accordo sull’ultima impresa da compiere, litigarono violentemente e Pasquale che era il piú “duro” si rivolse a Giovanni in malo modo, dicendo: stai tranquillo, oggi è andata cosí, ma non è finita, ci rivedremo in pellicceria! Quest’espressione – probabilmente sconosciuta ai piú – si usa nei confronti di coloro che comportandosi con una certa astuzia e malvagità sono destinati a finire male come i loro… simili. Come nel caso, appunto, di Pasquale e Giovanni, i “bulli” del quartiere. Puccio Lamoni (1), nelle sue note al “Malmantile racquistato” (2) (un poema burlesco), cosí spiega l'espressione: “Questo è il commiato che noi finghiamo che si diano le volpi una con l’altra; perché sapendo che devono essere ammazzate, e le loro pelli vendute, dicono a’ loro figliuoli, quando da essi si separano: a rivederci in pellicceria”.

(1) Pseudonimo di Paolo Minucci
(2) Malmantile 


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La parola proposta da questo portale: trozzo. Sostantivo maschile con il quale si definisce un gruppo di persone armate, perlopiú a scopo sedizioso. Anche qui.

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