martedì 12 giugno 2018

(Essere) Una testa di turco


Quest'espressione - simile a quella, forse piú conosciuta, "essere (o fare) il capro espiatorio" - si riferisce a una persona sulla quale far ricadere tutte le colpe, vere o presunte, materiali e morali. La locuzione ci riporta al Medio Evo, quando i cavalieri si allenavano al combattimento... combattendo, lancia in resta, contro un fantoccio, girevole, raffigurante la testa di un turco, il... nemico. Questa "testa" venne anche usata come bersaglio , e per molto tempo, nei baracconi delle fiere e nei circhi. Sembra sia ancora in auge colpire il "turco" nelle sagre paesane.

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I titolisti del giornale ci perdoneranno ma non possiamo sottacere un'altra "linguaccia biforcuta": i bloccaruote. Questo sostantivo - e una volta tanto tutti i vocabolari che abbiamo consultato concordano - è invariabile: il bloccaruota / i bloccaruota. Perché invariabile? Perché i nomi composti di una voce verbale (bloccare) e di un sostantivo femminile singolare (ruota) - come abbiamo visto altre volte - non prendono la desinenza del plurale: lo scioglilingua / gli scioglilingua; lo spazzaneve / gli spazzaneve; il portacenere / i portacenere; l'aspirapolvere / gli aspirapolvere; il bloccaruota... i bloccaruota. Si può usare anche come aggettivo, e sempre invariabile: ceppi bloccaruota.


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Sempre a proposito di "lingua biforcuta"

Il caso

Il cardinale Ravasi cita il Vangelo sugli stranieri: e viene riempito di insulti (qui)

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Amici, amanti della "buona lingua", vi sembra corretto, in questo caso, l'uso del verbo "riempire"? A noi, francamente, fa ridere...

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