sabato 17 dicembre 2016

Un po' di "coraggio linguistico"


Invitiamo gli amici della carta stampata (e no), che spesso bacchettiamo per i loro orribili strafalcioni, che gridano vendetta al cospetto del Divino, ad avere un po' di "coraggio linguistico" nel femminilizzare i sostantivi indicanti professioni  fino a qualche anno fa riservate esclusivamente agli uomini. Lo spunto ci viene dato da un titolo che campeggiava sulle pagine di un giornale in rete: Padova, rugbista travolge l'arbitro donna: sospeso tre anni. Se invece di "arbitro donna" avessero scritto "l'arbitra", femminilizzando, appunto, il sostantivo arbitro qualcuno, forse, avrebbe gridato allo scandalo, ma avrebbero dimostrato, al contrario, di avere coraggio linguistico da vendere. Perché, dunque, "l'arbitra" dovrebbe scandalizzare e la sindaca, l'avvocata, la ministra, l'impiegata, la soldata, l'architetta e la sarta no? Si femminilizzino, quindi, tutti i nomi di professioni che riguardano le donne, naturalmente rispettando le norme grammaticali che regolano la formazione del femminile. Se non cadiamo in errore anche l'Accademia della Crusca è su questa linea. "L'arbitra", comunque, è già in rete e in qualche pubblicazione:

arbitra f sing


 plurale 
  arbitro  
  arbitri  
  arbitra  
  arbitre  

1.   femminile di arbitro

L'arbitra non è ancora arrivata

Di questa disputa sia arbitra la ragione


Guido Crainz - 2003 - ‎Anteprima

... come osservava Virgilio Lilli sul «Corriere della Sera»: Se non abolirete la legge sul divorzio - sembrano argomentare - le industrie verranno nazionalizzate; se non la abolirete, la polizia politica diverrà l'arbitra della vita dei singoli individui ..





 



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