Il ragionier Trombini fu chiamato di corsa dall'usciere
addetto al pubblico: un signore, stanco dell'estenuante attesa (e della
lunghissima fila), aveva cominciato a mettere a soqquadro la sala dove la gente si
accalcava per poter accedere agli sportelli. «Corra ragioniere - gridò il
commesso - una persona del pubblico
"ha messo il fodero in bucato"». Il direttore dell'agenzia non capí,
lí per lí, il linguaggio del suo dipendente: «costui è impazzito», pensò. Poi
si accorse che un pazzo, in effetti c'era, era la persona del pubblico che
aveva dato in escandescenza rompendo tutte le suppellettili. L'usciere voleva
dire, infatti, che una persona era improvvisamente impazzita e usò quel modo di
dire un po' desueto, per non dire quasi sconosciuto. "Mettere (o avere) il
fodero in bucato" significa, dunque, impazzire. Ma come è nata questa
locuzione? È presto detto. Nei tempi andati si chiamava "fodero" una
sorta di sottana fatta di pelliccia e la stessa pelle concia di qualche animale
per foderare i vestiti. Ora mettere una pelliccia ('fodero') in bucato è da
pazzi in quanto, si sa, si rovinerebbe. In passato, probabilmente, qualche
donna deve averlo fatto se ciò ha dato origine al modo di dire.
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All'incontrario
Al contrario o all’incontrario? In buona lingua è
preferibile la prima forma. La seconda, anche se corretta, ai nostri orecchi
suona popolare.
È sconsigliabile inoltre, perché come spiega Pietro Fanfani, «una
preposizione articolata (all’) non può reggere un’altra preposizione (in) anche
se fusa con la parola che segue (contrario)».
Sotto il profilo semantico vale nel senso contrario, all’opposto, a rovescio
e simili: Giulia, per la fretta, si mise il giubbino al contrario.
È anche sconsigliabile, come molti fanno, usare questa locuzione con un
significato che, propriamente, non ha: invece. Chi ama il bel parlare e
il bello scrivere non dica, per esempio, “ti avevo detto di non uscire e, al
contrario, sei uscito”. Dirà, correttamente, “ti avevo detto di non
uscire, e invece sei uscito”.
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Da un quotidiano in rete:
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Amici, amanti della lingua italiana, vi "suona" la concordanza (laureata e ministro)?
Amici, amanti della lingua italiana, vi "suona" la concordanza (laureata e ministro)?
(Nella pagina interna il titolo è diverso)
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I lettori
che ravvisino strafalcioni orto-sintattico-grammaticali in testi giornalistici
possono scrivere ad albatr0s@libero.it. Gli "orrori" saranno pubblicati ed
esposti al “pubblico ludibrio”.
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