mercoledì 8 gennaio 2014

Elevare (?) una contravvenzione

L’autore degli “Antistupri grammaticali” questa volta  non è stato ‘stuprato’ dal verbo elevare; ha scritto, però, un’improprietà che potrebbe "contagiare" gli amanti del bel parlare e del bello scrivere:
 «La contravvenzione si “intima” o si “contesta” e si “eleva”. Se un vigile ti eleva una contravvenzione, tu potresti elevare un simpatico dito, ma non so quanto ti convenga».
No, caro amico, elevare significa propriamente “sollevare”. Non è corretto (sempre che si voglia parlare e scrivere… correttamente) adoperarlo, per esempio, nella forma “elevare dubbi, obiezioni o una multa”. Si dirà, in modo ineccepibile, “suscitare dubbi, obiezioni”, “infliggere una multa”. Abbiamo il conforto di due vocabolari. 

Palazzi:

«Elevàre tr. portare in alto; anche fig.: elevare a generale ll T mat. elevare un numero al quadrato, moltiplicarlo per sé stesso; al cubo, moltiplicarlo per sé stesso e poi il risultato ancora per il numero base II rifl. salire in alto: le acque del lago si elevarono ll M.E. non è corretto l'uso di elevare un dubbio, un incidente, per muovere, proporre, mettere innanzi, ecc.; elevare una contravvenzione, per intimarla, infliggerla II N. alzare, colmare, coronare, erigere, esaltare, estollere, inalberare, innalzare, nobilitare, promuovere, rialzare, sollevare, soprelevare, sovrapporre, sovrastare, superare, sublimare I ascendere, emergere, salire, scalare, dominare».

Sandron:

«È comune, anche se non molto proprio, l'uso di questo verbo in alcune frasi dalle quali è assente l'idea di sollevare, come: elevare un dubbio, esprimerlo, formularlo; elevare un problema, proporlo, prospettarlo; elevare una contravvenzione, farla». 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo. A conferma vedi http://www.treccani.it/vocabolario/elevare/

Fausto Raso ha detto...

Cortese anonimo, personalmente seguo - come ho scritto - le indicazioni dei vocabolari Palazzi e Sandron. Il Treccani, pur se prestigioso e autorevole, alcune volte cade in qualche "improprietà". FR

Ernesto ha detto...

Io concordo con Anonimo. Il vocabolario di Remo Sandron (?!?!?!) non si è mai sentito nominare, forse solo dalla De Agostini che lo pubblica. Infine credo proprio che per indiscussa autorevolezza magari sarà il Palazzi che alcune volte cade in qualche "improprietà".