La parola di ieri proposta da "unaparolaalgiorno": guazzabuglio.
E quella segnalata da questo portale: cinocefalo. Aggettivo e sostantivo maschile. Indica una scimmia il cui muso assomiglia a quello del cane.
***
Dalla rubrica di lingua del quotidiano la Repubblica in rete:
Eliana
scrive:
Gentile
professore,
è corretto scrivere, come si legge nei titoli di coda dei film,
“si ringrazia Carlo e Giulio” (anziché “si ringraziano”) oppure, come si legge
nel romanzo Un uomo, “perché si leggesse i titoli e la data” (anziché “si
leggessero”)?
Grazie per i preziosi chiarimenti!
Grazie per i preziosi chiarimenti!
2.
linguista_1
scrive:
La
forma corretta è il plurale. Il singolare può essere usato per sottolineare che
il soggetto, pur essendo composto da più elementi, è unitario. Questa scelta,
quando ha valore retorico, viene detta zeugma;
la ritroviamo, ad esempio, nella poesia Il
lampo di Giovanni Pascoli: “E cielo e terra si mostrò qual
era”.
Fabio
Ruggiano
- Fausto
Raso
scrive:
Chiedo
venia al dr Ruggiano, ma la risposta data ad Eliana (23 gennaio) non mi
convince. Lo zeugma non è una figura grammaticale che consiste nel far dipendere
da un unico verbo piú termini che richiederebbero ciascuno un verbo proprio?
Nell’esempio del Pascoli il verbo “si mostrò” può andar bene sia riferito a
cielo sia a terra («E cielo e terra si mostrò qual era»).
Ecco la risposta del dr Ruggiano che, nonostante la prestigiosa Treccani, continua a non convincermi:
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Lo "zeugma" da "Sapere.it" (De Agostini):
n.m. [pl. -i] figura retorica consistente nel far dipendere da un unico termine due o più parole o enunciati, di cui uno solo è logicamente pertinente; p.e. parlare e lacrimar vedrai insieme (DANTE Inf. XXXIII, 9), dove vedrai si adatta soltanto a lacrimar, non a parlare
¶ Dal lat. tardo zeugma, neutro, che è dal gr. zêugma ‘ciò che serve a unire, congiuntura’, deriv. di zeugnýnai ‘aggiogare, unire’.
Inoltre:
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Lo "zeugma" da "Sapere.it" (De Agostini):
n.m. [pl. -i] figura retorica consistente nel far dipendere da un unico termine due o più parole o enunciati, di cui uno solo è logicamente pertinente; p.e. parlare e lacrimar vedrai insieme (DANTE Inf. XXXIII, 9), dove vedrai si adatta soltanto a lacrimar, non a parlare
¶ Dal lat. tardo zeugma, neutro, che è dal gr. zêugma ‘ciò che serve a unire, congiuntura’, deriv. di zeugnýnai ‘aggiogare, unire’.
Inoltre:
Luca Serianni (linguista, accademico della Crusca): Zeugma,
costrutto ellittico per il quale un solo verbo regge non solo il termine proprio
ma anche altri termini coordinati che richiederebbero verbi specifici: "parlare
e lagrimar vedrai insieme" (Dante); invece di: "udrai parlare e vedrai
lagrimare".
Maurizio Dardano - Pietro Trifone: (zeugma) si ha quando uno
stesso termine è riferito a due o piú termini, mentre potrebbe connettersi con
uno solo di essi (e riportano l'esempio dantesco). Vedrai si adatta bene a
lagrimar ma non a parlar, perché le parole non si possono vedere.
Si veda anche qui.
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Riporto, per onestà, il contributo (sul quale continuo a dissentire) del dr Ruggiano:
Si veda anche qui.
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Riporto, per onestà, il contributo (sul quale continuo a dissentire) del dr Ruggiano:
Fabio Ruggiano