lunedì 4 febbraio 2013

Attenzione a disertare...

Il verbo “disertare”, forse pochi lo sanno, ha
due forme, una transitiva e una intransitiva
e l’uso dell’una o dell’altra forma fa cambiare
di significato il verbo stesso.
La forma transitiva sta per “distruggere”,
“guastare” e simili ed etimologicamente è il latino
“desertare”, intensivo di “deserere” (‘abbandonare’).
Originariamente, infatti, il verbo stava
per “devastare”, vale a dire “ridurre in deserto”
e, quindi... “abbandonare”, "allontanare" (non
ci si allontana 'da' un luogo?). Di qui l’uso intransitivo

di “disertare” nel senso di “fuggire da
un luogo”. I deputati, per esempio, che non prendono
parte alle sedute “disertano dall’aula”, non
“disertano l’aula”, in quanto “fuggono dall’aula”,
non la... devastano. Insomma, amici
amanti del buon uso della lingua, come fa acutamente
notare il linguista Leo Pestelli «facciamo
una pasta dei verbi ‘disertare’ (neutro) e ‘disertare’
(attivo), che sono due cose ben distinte.
Il primo vale: fuggire dall’esercito; il secondo:
danneggiare e devastare. Il soldato diserta ‘dal’
reggimento abbandonandolo al suo destino; diserta
‘il’ reggimento portandogli via la cassa.
(...) Dicendo dunque noi per estensione: il pubblico
‘diserta’ il teatro; gli alunni ‘disertano’ la
scuola, diciamo altro da quello che intendiamo
dire, cioè che il pubblico con mazze e ombrelli, gli
alunni con gessi e temperini, danneggiano il teatro
e la scuola. Proprio cosí (...)».
Naturalmente ci sarà il solito Bastian contrario che cercherà di
confutare la nostra tesi. Se ciò avverrà, la cosa ci
lascerà nella piú squallida indifferenza, forti dell’appoggio
di un linguista con la “L” maiuscola.
Mentre a coloro che sostengono la tesi secondo
cui è l’uso che fa la lingua ricordiamo le parole
del grande poeta toscano Giuseppe Giusti:
“L’avere la lingua familiare sulle labbra non basta:
senza accompagnarne, senza rettificarne
l’uso con lo studio e con la ragione è come uno
strumento che si è trovato in casa e che non si sa
maneggiare”. E c’è da dire, in proposito, che
molte cosí dette grandi firme del giornalismo
maneggiano uno strumento che non sanno... maneggiare.
E ciò a scapito, per dirla con Vittorio Alfieri,
del nostro “idioma gentil sonante e puro”. Chi
vuole intendere... intenda.


PS. I vocabolari sono ambigui: attestano ‘disertare’,
nel senso di ‘abbandonare’, sia transitivo
sia intransitivo, non è proprio cosí, come
abbiamo visto. Non si confonda, inoltre, ‘disertare’
con ‘dissertare’. Quest’ultimo verbo ha tutt’altro
significato. Non sono, perciò, l’uno sinonimo
dell’altro.

http://www.dizionario.org/d/index.php?pageurl=disertare&searchfor=disertare&searching=true  

http://www.etimo.it/?term=disertare&find=Cerca



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