sabato 28 settembre 2024

Insediare e... insidiare


 In un editoriale di un settimanale di rilevanza nazionale abbiamo letto che “(…) si domanda se il monopolio di Google stia per finire, insediato dalle accuse dell’Antitrust americana ma soprattutto dall’Intelligenza Artificiale che può andare oltre i risultati della ricerca tradizionale (…)”. Quell’insediato ci ha fatto sobbalzare sulla poltrona e abbiamo avuto bisogno di un cardiotonico. Secondo l’editorialista – crediamo – il verbo insediare è sinonimo di insidiare (questo il verbo corretto che avrebbe dovuto usare). No, i due verbi non sono affatto sinonimi, hanno accezioni totalmente differenti. Insediare, verbo parasintetico (derivato di sedia con l'aggiunta simultanea dei confissi "in-" e "-are"), significa “prendere sede”, "prendere sedia (in senso figurato)", “stabilirsi” e simili: il neoeletto si è insediato ufficialmente in municipio con una solenne cerimonia. Insidiare è pari pari il tardo latino “insidiare” e vale “tentare di attirare qualcuno in un tranello”, “causare a qualcuno un danno morale o materiale”, “tendere insidie” e simili, insomma: il candidato temeva che i suoi avversari potessero insidiare la sua campagna elettorale con false promesse e varie manipolazioni. Si presti attenzione, dunque, a non confondere i due verbi perché il "suono", pressoché uguale, può trarre in inganno. 




(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)

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