L’argomento che stiamo per affrontare, probabilmente, è
stato già trattato. Onestamente non lo ricordiamo. Lo (ri)proponiamo e ci
scusiamo per... l’eventuale ripetizione, perché abbiamo avuto modo di
constatare (e constatiamo tuttora) che moltissime persone, tra le quali
dobbiamo annoverare — nostro malgrado — le così dette grandi firme della carta stampata e
no, adoperano in modo orrendamente errato la locuzione per cui nel
senso di perciò, per la qual cosa.
Il cui innanzi tutto — chiariamolo subito — è un pronome relativo
indeclinabile ed è riferibile a persona, animale o cosa. Non è corretto usarlo
in funzione di soggetto, si impiega esclusivamente come complemento indiretto:
ecco il libro di cui ti parlavo; tu sei quello per cui ho
molto sofferto. Quando è complemento di termine il cui può essere o
no preceduto dalla preposizione a, dipende dal gusto di chi scrive
o parla: la persona cui mi rivolsi o la persona a cui mi rivolsi.
La "legge" della lingua lascia, dunque, ampia libertà di scelta.
Fatta questa necessaria precisazione, veniamo all’errore di cui parlavamo
all’inizio di queste modeste noterelle. Lo strafalcione, dunque, consiste nel
dare al cui un significato neutro che molto spesso si dà al
pronome che, vale a dire il significato di la qual cosa e
formare, in tal modo, il costrutto — errato, ripetiamo — per cui nel
senso di perciò, per la qual cosa.
Insomma, per essere estremamente chiari — amatori della buona lingua, che ci
onorate della vostra fiducia — non è corretto dire o scrivere: pioveva, per
cui non sono uscito. Si dirà, correttamente: pioveva, perciò non
sono uscito; oppure: pioveva, per la qual cosa non sono uscito.
Pedanteria? Fate l’analisi logica del per cui e... giudicate.
Naturalmente qualche linguista dissentirà, ma tant'è.
***
Una parola poco conosciuta e attestata solo in due
vocabolari, tra quelli consultati, l'Olivetti e il GDU: afefobia. Che cosa indica? La paura del contatto fisico (degli
abbracci, in particolare). Diamo la "parola" al "prof. Wikipedia".
***
La lingua "biforcuta" della stampa
Cronaca | INCIDENTE
Torino, lanciano una bicicletta dalla passeggiata sul Po:
studente palermitano in prognosi riservata
--------------------
Forse è il caso di ricordare -- ancora una volta -- agli
operatori dell'informazione che la prognosi non è un reparto ospedaliero, ma la
"previsione e la durata di una malattia o di un trauma". Correttamente,
quindi: con prognosi riservata. Meglio, forse, "studente palermitano: prognosi riservata".
*
MALTEMPO
Basilicata, neve nel potentino e una mareggiata a Maratea
-------------------
Speriamo che prima o poi i "confezionatori" dei
giornali capiranno che i luoghi che indicano aree geografiche richiedono le
iniziali maiuscole: Potentino.
*
INCIDENTI
Frontale tra due auto nel viterbese: morto uomo di 52 anni.
Tre feriti gravi, due sono adolescenti
--------------------
Viterbese, V maiuscola, ovviamente.
ANNIVERSARI
Irresistibile, scandalosa, magica Colette: 150 anni nasceva
una grandissima scrittrice
--------------------
Dopo 150 anni non ci vuole un "fa"? O siamo in
errore? No. È l'ennesima conferma di quanto sosteniamo e abbiamo sempre
sostenuto: gli addetti ai titoli (ma non solo) non rileggono ciò che scrivono.
E se anche lo rileggono...
*
Cinghiali a Villa Pamphilj: quando a sparargli erano
principi attirandoli con le essenze. Non la monnezza
---------------------
È buona norma mettere tra virgolette o in corsivo i
termini dialettali o regionali, come "monnezza", vocabolo romanesco
che sta per mondezza.
*
IL CONCORSO
La street art
italiana sul podio dei cento murales più belli del mondo: ecco i magnifici
sette
-----------------------
Siamo alle solite: quanto è bello il mondo? Correttamente:
più belli al mondo.
*
Video
Dubai, Beyoncé torna sul palco dopo 4 anni ma i fan la
criticano: paese che non rispetta i diritti
--------------------
In buona lingua la p di paese deve essere maiuscola: Paese.
(Le
immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i
diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: albatr0s@libero.it)