Sono entrambe interiezioni e si adoperano a seconda delle sfumature che lo scrivente vuole mettere in evidenza, come si può rilevare dal “Treccani” in rete:
ih 〈i〉 interiez.
– Esprime stupore, raccapriccio, rammarico, avversione, tedio e sim.: ih,
quanta roba!; ih, che indecenza!; ih, che schifo! Ripetuta, esprime ironia,
disprezzo e sim.: tu stai male e io no, ih ih; riproduce anche una risata
sardonica, un pianto stridulo, un ghigno e sim.: dalla bocca ... gli
venne fuori con suono stridulo e imbrogliato il ritornello d’una canzonettaccia
francese ... seguìto da un ghigno: ih ih ih ih (Pirandello).
hi 〈hi〉 interiez. – Può esprimere sentimenti vari: disprezzo ironico (soprattutto verso chi manifesti boria, vanità o pedanteria), ostentazione di noncuranza, meraviglia davanti a cose eccessive, a lunghe enumerazioni, e sim. È inoltre il segno grafico con cui può essere reso un particolare modo di ridere o di piangere, con suoni acuti e brevi.
***
«Salire in su' muricciuoli»
Ancora un modo di dire - forse sconosciuto - relegato nella soffitta della
lingua. Chi sale, dunque, sui 'muricciuoli'? Colui che diventa improvvisamente
povero perché, apprendiamo da Ludovico Passarini (il "principe" dei
modi di dire), «i poveri accattoni sogliono riposarsi e dormire su'
muricciuoli».
(Le
immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i
diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)
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