mercoledì 30 novembre 2022

Giustiziare o assassinare?


 Riproponiamo un vecchio intervento sulla "lingua biforcuta" della stampa, perché...

Sì, ha ragione un cortese lettore che ci ha inviato una lettera nella quale definisce una mostruosità linguistica l’uso errato che la stampa (ma non solo) fa dei verbi giustiziare e assassinare. Ma il lettore non deve meravigliarsi più di tanto; dovrebbe aver fatto il callo, ormai, a questo assassinio linguistico, anche se sappiamo benissimo di pretendere molto da una persona linguisticamente onesta. Come si fa, infatti, a restare insensibili di fronte a un delitto? Soprattutto quando gli autori dell’assassinio non danno prova alcuna di pentimento? Questa gente dovrebbe essere giustiziata o assassinata? In senso metaforico, ovviamente. Giustiziata, senza ombra di dubbio. Giustiziare significa, infatti, punire eseguendo una condanna a morte. E chi può punire, quindi giustiziare, se non un’autorità costituita? Se esistesse, per assurdo, la pena capitale contro i colpevoli di lesa lingua lo Stato (autorità costituita) avrebbe il diritto-dovere di… giustiziarli, non di assassinarli, anche se ai fini pratici (purtroppo) non cambierebbe nulla. 

È un gravissimo errore, quindi, scrivere in un articolo di cronaca nera che il malvivente è stato giustiziato dai suoi complici; è stato assassinato, non giustiziato, in quanto gli autori del delitto o, se preferite, della 'punizione' non sono un’autorità costituita, la sola, ripetiamo, abilitata a giustiziare. Vediamo, ora, sotto il profilo prettamente linguistico, come sono nati i due verbi che la stampa ritiene sinonimi ma che tali non sono. Il primo, giustiziare, è la traduzione del francese medievale justicier, tratto dal latino iustitia (da iustum, secondo il diritto; e chi ha il dirìtto se non, appunto, un’autorità?). L’altro, assassinare, è tratto dalla voce turca hasciashin, non dal latino, come ci si aspetterebbe. 

Vediamo, per sommi capi, la storia di questo verbo. Nel secolo XIII gli aderenti a una setta musulmana, nata in Persia, divennero famosi per le loro azioni violente e terroristiche perpetrate ai danni della Siria, della Palestina e della Mesopotamia. Questi eroi si macchiavano dei più atroci delitti, impensabili in persone normali: non erano banditi ma belve assetate di sangue umano che uccidevano anche quando nessuno li contrastava. Per caricarsi prima di compiere le loro imprese sanguinarie facevano uso di una droga arrivata, purtroppo, fino a noi: l’hashish. I malcapitati, quando li vedevano arrivare, li chiamavano hasciashin, bevitori di hashish. Il termine, giunto a noi, è stato adattato in assassini, donde il verbo assassinare. Giustiziare e assassinare sono sinonimi dunque? Sotto il profilo linguistico no, sotto quello ‘pratico’ sì.

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La "lingua biforcuta" della stampa

PARLAMENTO

Ritirato l'emendamento della maggioranza che prorogava armi a Kiev. Ora un decreto ad hoc. Crosetto: "Va approvato entro la fine dell'anno"

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Ci piacerebbe apprendere, dai redattori del quotidiano in rete, come si "prorogano" le armi. Forse intendevano dire "che proroga l'invio di armi"?



















(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)

 

2 commenti:

falcone42 ha detto...

Tutti i giornali, quando parlano di omicidi perpetrati da organizzazioni terroristiche o malavitose (es.: BR, mafia), ricorrono al verbo giustiziare.
Qualche mese fa, nell'anniversario dell'assassinio di Moro, si potevano leggere titoli del tipo: "Accadde oggi, 9 maggio 1978: Aldo Moro giustiziato dalle Brigate Rosse."
Altri esempi:
- «Abbiamo giustiziato noi Girolamo Minervini. Seguirà comunicato. Qui Brigate Rosse»
- "Oggi 19 marzo 1980, alle ore 16 e 50 un gruppo di fuoco della organizzazione
comunista Prima Linea ha giustiziato con tre colpi calibro 38 SPL il giudice Guido
Galli ..."
- "Abbiamo giustiziato quello là , il consulente del Lavoro di Maroni"
- "... decisero di sequestrare l’autorevole dirigente dell’Unione Cristiano-Democratica Hanns-Martin Schleyer, che fu giustiziato ..."
- "All'improvviso entrarono dei "compagni" [Lotta Continua] che urlarono alla platea che finalmente era stato giustiziato il Commissario Calabresi."
- "La villa degli orrori, «incatenati torturati e giustiziati da mafiosi»"
Evidentemente molti giornalisti (e non solo) sono convinti che queste "organizzazioni" siano autorità costituite, abilitate ad esercitare la giustizia.

Anonimo ha detto...

Prima di arrivare all'uso del verbo giustiziare ci sarebbero verbi come ammazzare, accoppare, uccidere, eliminare, ed espressioni come "fare fuori", "togliere di mezzo", e simili. E invece no, bisogna cercare di mischiare le carte in tavola.
La solita storia: i nemici vengono chiamati alleati, la rappresaglia sull'inerme popolazione viene chiamata contrattacco, un'accozzaglia di guerrafondai diventa una coalizione, e via dicendo.

Uno potrebbe ribattere mettendo di mezzo l'etimologia dei verbi ammazzare, accoppare, scannare, sgozzare, abbattere, ecc., ma allora giustiziare non deriva da giusto? Il verbo uccidere non andava bene?

Renato P.