Come si chiama la persona che legge qualunque cosa che le capiti sotto gli occhi? Non ha una denominazione specifica. Proponiamo “leggivoro” (dalle voci latine “legere” e “-vorus”, da “vorare”, divorare), sulla scia di onnivoro: Mario è proprio un leggivoro, legge di tutto. Che ne pensano gli amatori della lingua?
Nonché
Riteniamo importante spendere due parole su una congiunzione non sempre adoperata a dovere: nonché (o non che).
Questa congiunzione, dunque, ha valore rafforzativo o intensivo e significa “tanto piú” (“tanto meno”), “per di piú”, “inoltre”, “oltre che”, è errato, quindi, il suo uso al posto della congiunzione “e”.
Si legge, molto spesso, nelle cronache dei giornali: alla cerimonia sono intervenuti il ministro del lavoro nonché rappresentanti del mondo imprenditoriale.
È chiarissimo come la luce del sole che in questo caso “nonché” sta per “e”, il suo uso, perciò, è orribilmente errato.
La congiunzione nonché è adoperata correttamente, invece, in frasi del tipo: è un giovane intelligente, nonché (per di piú, oltre che) studioso.
Dal momento che...
Se qualche “linguista d’assalto” dovesse imbattersi in questo portale strabuzzerà gli occhi e, naturalmente, dissentirà su quanto stiamo per scrivere; ma non ci interessa e andiamo avanti per la nostra strada, come abbiamo sempre fatto.
Vogliamo parlare dell’uso errato, che fanno molti, dell’espressione “dal momento che”. Molte persone, dunque, danno alla locuzione suddetta un significato che non ha: “dato che”; “giacché”, “visto che”, “poiché” e simili. Ci capita di leggere e di sentire, spesso, frasi del tipo: “Dal momento che sei qui aiutami in questo lavoro”.
In buona lingua, “dal momento che”, in frasi simili, deve essere sostituito con “giacché”, “visto che” ecc.: «Visto che sei qui aiutami in questo lavoro». “Dal momento che” ha tutt’altro significato: “dall’istante in cui”, “fin dal momento in cui”: «Quell’individuo non mi dà affidamento dal momento (cioè: dall’istante in cui, fin dal momento in cui) che l’ho conosciuto».
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quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)
1 commento:
Ieri il presidente Draghi ha parlato di aziende "energivore e gasivore", esprimendo poi il dubbio che questi termini non esistano nella nostra lingua. Mi risulta che il primo sia assai diffuso; circa il secondo, non saprei che dire.
Certo però che anche il gas è "energia": quindi è energivoro, oltre a chi usa energia elettrica o nucleare o eolica, anche chi usa benzina, carbone o gas. Altrimenti dovremmo aggiungere anche "benzinivoro", "carbonivoro" e così via, fino a "idraulicivoro".
P.P. Falcone
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