martedì 22 marzo 2022

Uso e abuso delle preposizioni

 


Spesse volte, probabilmente senza rendercene conto, infarciamo i nostri scritti di preposizioni che, “in realtà”, sono superflue se non addirittura errate. Sarebbe bene, per tanto, rileggere con la massima attenzione le nostre “opere letterarie” prima di darle, si fa per dire, alle stampe. Qualche esempio renderà il tutto piú chiaro. Vediamo, quindi, piluccando qua e là, di “scovare” queste preposizioni mettendole in corsivo. I coniugi, nonostante la stanchezza per il lungo viaggio, alla (la) mattina seguente si alzarono prestissimo; in riguardo a lui, tutti sarebbero stati d’accordo che comportandosi in quel modo sarebbe stata un’ingiustizia; è veramente difficile a descrivere quel che è successo l’altro giorno; l’assemblea, per acclamazione, ha eletto a  presidente della Società il rag. Sempronio; è stato notato, da tutti, che per tutto il tempo della conferenza Giovanni e Virgilio bisbigliavano fra di loro; a questo punto gentili amici, non mi resta altro che di salutarvi caramente; state tranquilli, verremo a trovarvi dopo di cena; nessuno osava di entrare in quella stanza; in quell’anno tutti gli imputati erano minorenni.

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Far querciola (o quercia)

Chissà quanti amici blogghisti, da ragazzi, hanno messo in pratica, senza saperlo, questo modo di dire. In che... modo? Assumendo la posizione verticale inversa a quella naturale, camminando appoggiando le mani per terra e alzando le gambe (il classico “gioco” dei fanciulli). Perché si dice “far quercia”? Benedetto Varchi, nel suo Ercolano, cosí spiega la locuzione: Non sapete voi che l’uomo si dice essere una pianta a rovescio, cioè rivolta all’ingiú? onde chiunche, distese e allargate ambo le braccia, s’appoggia colle mani aperte in terra, e tiene i piè alti e dritti verso ‘l cielo, si chiama far quercia.  

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La parola proposta da questo portale: allotrioepiscopo. Sinonimo aulico di impiccione. Sostantivo composto con le voci greche "allotrios" (altrui), "epi" (sopra) e "scopeo" (osservare, guardare).


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La lingua "biforcuta" della stampa

BORNO

Fatta a pezzi, il corpo bruciato e poi congelato: ecco che cosa sappiamo. Sul caso l'investigatore della vigilessa Ziliani

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Ancora vigilessa! Quando gli operatori dell'informazione "comprenderanno" che buona parte dei sostantivi maschili in "-e" nella forma femminile mutano solo l'articolo: il preside/la preside; il giudice/la giudice; il presidente/la presidente; il vigile/la vigile (ma consigliere/consigliera; assessore/assessora; questore/questora).



(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)

4 commenti:

V.Ppnr ha detto...

"Quando gli operatori...": un punto interrogativo alla fine del (lungo) periodo, magari.

Su "Uso e abuso delle preposizioni"
Mai sentite o lette le forme che seguono:
- in riguardo a lui
- difficile a descrivere
- dopo di cena
- osava di entrare.

Dove pilucca, Raso?
Vittorio Pepe

Fausto Raso ha detto...

Pilucco dalle "firme" del giornalismo, Pepe.
Per quanto attiene al punto interrogativo (che secondo lei manca), la frase è una considerazione, con ellissi di "sarà un miracolo".
FR

V.Ppnr ha detto...

La ringrazio per avermi risparmiato l'urticante - perché insincero - "cortese dr".
Ho notato più volte che lei disapprova l'ellissi nei titoli degli articoli giornalistici. E con ciò chiudo questo discorso.
Quanto alle "firme" del giornalismo, da cui pilucca, sarebbe opportuno riportare le fonti.
Lei ha scritto più volte che si astiene dal farlo per "amor di patria": tale scelta è ovviamente un suo diritto, quanto è un mio diritto supporre - in assenza di prove - che molti errori/orrori ecc. siano frutto della sua fantasia.
Vittorio Pepe

Anonimo ha detto...

Signor Raso, grazie per i suoi consigli!

M.G