giovedì 7 maggio 2020

«Il ladro della pelle»


Chi  non ha mai avuto, soprattutto in gioventú, un foruncolo, vale a dire — come si legge nel De Mauro in rete — un' « infiammazione purulenta di un follicolo pilifero e del tessuto adiacente, provocata in genere da microrganismi della specie stafilococco, che causa arrossamento, tumefazione e suppurazione»? 
     E qualcuno si è mai chiesto che cosa è — sotto il profilo linguistico — questo foruncolo? Non è altro che un "ladro della pelle". Sí, proprio cosí. Viene, infatti, dal latino "furunculu(m), diminutivo di "fur, furis", ladro. In origine si riferiva al germoglio secondario della vite, che sottrae la linfa ai rami principali. Ma vediamo come è nato il termine riferito al corpo umano.
     I nostri antenati Latini sembra chiamassero "ladri" i tralci minori della vite che "succhiano" la linfa ai tralci maggiori rendendoli, quindi, malati e privi di frutti. Con il trascorrere del tempo il "furunculus" dall'accezione di tralcio secondario passò a designare qualunque protuberanza cresciuta sul tronco delle piante. 
     Infine il "furunculus" dal campo botanico passò — il salto è breve —  a quello zoologico (e umano) per indicare, per l'appunto, qualsivoglia fastidiosa protuberanza della pelle. Vediamo anche ciò che dice Ottorino Pianigiani, sebbene  — come scritto altre volte — non goda di ottima fama linguistica presso numerosi studiosi.

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