giovedì 24 gennaio 2019

Bevvi, bevei e bevetti

Sulla correttezza delle voci verbali riportate nel titolo rimandiamo a "Risposte ai quesiti" del sito dell'Accademia della Crusca. Ricordiamo ai cortesi lettori che del "problema" si è occupato - sia pure succintamente e con meno autorevolezza - anche il titolare di questo portale.


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La lingua "biforcuta" della stampa

Da un quotidiano in rete:
 Vogliono lo sconto sulla cucina: albanesi accettano le gambe a un artigiano
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Domandiamo, sommessamente, ai titolisti del giornale quando il verbo "accettare" ha acquisito anche il significato di "colpire con un'accetta".


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È riuscito il trapianto su Alex, il piccolo affetto da una malattia rara che ha commosso il mondo
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Soltanto i titolisti del giornale in rete sanno come una malattia possa commuovere il mondo. Il pronome relativo "che" - secondo le norme grammaticali - si riferisce all'antecedente (in questo caso alla malattia). Il titolo corretto avrebbe dovuto recitare: "(...) il piccolo, affetto da una rara malattia, ha commosso il mondo"; oppure, e forse meglio: "(...) il piccolo che, affetto da una rara malattia, ha commosso il mondo".

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