Il linguaggio burocratico - che, ricordiamolo, non
"fa la lingua" - ci ha abituati a frasi del tipo "in qualità
di..."; "nella qualità di...", ecc. In molte lettere di
assunzione si può, infatti, leggere: "Siamo lieti di comunicarle che dal
giorno 10 luglio 2018 lei sarà assunto presso la nostra Società in qualità di
segretario". È un'espressione, questa, da evitare se si vuole scrivere e
parlare in buona lingua italiana. "Qualità" - in casi del genere - si
può sostituire con "come", "con il grado di": sarà assunto
con il grado di segretario o, ancora meglio, "con l'incarico di
segretario". Come è da evitare - sempre che si voglia scrivere e parlare
correttamente - l'espressione "di qualità" nel significato di
"buona, ottima qualità": è un libro di qualità; uno spettacolo di
qualità. Fa notare il linguista Rigutini - non l' "illustre
sconosciuto" estensore di queste noterelle - che si tratta del solito
francesismo che consiste nel dare un senso determinato a parole che hanno
bisogno di una determinazione; una qualità può essere anche cattiva e mediocre
oltre che buona. Eppure oggi tale locuzione è largamente usata, e dicono
"stoffa di qualità" per significare che è un'ottima stoffa. Coloro
che amano il bel parlare e il bello scrivere evitino questi gallicismi. Come?
Facendo precedere (o seguire) la qualità dalla sua determinazione: ottima,
buona, mediocre e via dicendo.
***
La parola proposta da questo portale, non a lemma
nei vocabolari dell'uso: baldigraro.
Sostantivo maschile con il quale si indica/indicava il mercante che vende
stoffe a ritaglio.
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