Due
parole sull’uso del verbo riflettere che, come si
sa (?), ha due participi passati: riflesso e riflettuto. Il primo si
adopera esclusivamente in senso fisico (o medico): l’immagine riflessa nello specchio; il
secondo in senso “intellettuale”: ho riflettuto a lungo prima
di prendere questa decisione. Ciò che vogliamo mettere in evidenza è il fatto
che molto spesso si adopera questo verbo nell’accezione di “concernere”,
“riferirsi”, “riguardare”, “contenere”, “spettare” e simili. Bene. Anzi, male,
malissimo. In questi significati il verbo in oggetto è mal adoperato. Non si
dica, per esempio: “Questo grammatica riflette tutte le
regole che cercavi”, ma, correttamente, “questa grammatica contiene, riporta tutte le regole che
cercavi”.
***
Portarossetto, portasapone,
portaspazzolino e portatovagliolo. Sul plurale di questi sostantivi i lessicografi si accapigliano, sono concordi solo sul
plurale dell'ultimo: portatovaglioli.
Per quanto concerne gli altri tre si ripete il balletto: alcuni li ritengono
invariabili, altri variabili e altri ancora, "pilatescamente",
variabili o invariabili. Eppure sono etimologicamente uguali al
portatovagliolo, sul cui plurale - ripetiamo - tutti concordano. Siamo in
presenza di un mistero eleusino. A costo di attirarci le ire dei "grandi
linguisti" consigliamo a coloro che amano il bel parlare e il bello
scrivere di pluralizzarli tutti e tre: portarossetti,
portasoponi e portaspazzolini. Cosí facendo si rispetta la norma che regola la
formazione del plurale dei nomi composti di una voce verbale e di un sostantivo
maschile singolare.
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