sabato 24 marzo 2018

«Metterono»? Perché no?!


Scriviamo queste noterelle non prima di esserci "chiusi" dentro una sorta di corazza per respingere gli strali che ci arriveranno dai cosí detti linguisti d'assalto - se si imbatteranno in questo sito - che ci accuseranno di essere affetti da "codinismo linguistico". Perché? Perché intendiamo parlare del verbo "mettere" (e dei suoi composti: ammettere, commettere, dimettere, dismettere, frammettere, intromettere, promettere, rimettere, scommettere, spromettere) che  nella prima persona singolare, nella terza singolare e nella terza plurale del passato remoto del modo indicativo - e i sacri testi che abbiamo consultato non ne fanno menzione -  ha anche le desinenze "-ei", "-é" e "-erono": io mettei; egli metté; essi metterono. Queste forme, anzi, sarebbero quelle regolari perché rispecchiano la "regola" della formazione del passato remoto: alla radice (o tema) del verbo "mett(ere)" si aggiungono le desinenze: "-ei" ("-etti"); "-esti"; "-é" ("-ette");  "-emmo"; "-este"; "-erono" ("-ettero"). Quindi: io mettei; tu mettesti; egli metté; noi mettemmo; voi metteste; essi metterono. Insomma le forme "misi", "mise" e "misero" ritenute regolari sono, in realtà, irregolari. Oggi, certo, sono di uso corrente, però...

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La parola proposta da questo portale, ripresa dal Treccani: elentico. Aggettivo, "che si può confutare".

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Esimio "dott." Raso,
non sarebbe il caso che smettesse di scrivere simili corbellerie (metterono?!?!) che confondono le idee agli sprovveduti in fatti di lingua, termine a lei tanto caro? Sono sicuro che se mio figlio scrivesse "metterono" in un tema in classe il suo insegnante lo rincorrerebbe per tutto l'istituto. Mi complimento, comunque, per il suo coraggio...

Fausto Raso ha detto...

Caro anonimo, io ho il coraggio che manca a lei...
Se scrivo corbellerie mi ignori. Perché mi legge?

Adalberto ha detto...

Premessa: ho osservato che quasi la totalità delle persone che rivolgono quesiti in questo portale adoperano lo stesso identico registro linguistico del titolare, incluse iperboli ed espressioni, assieme a situazioni il più delle volte a dir poco inverosimili e, comunque sia, poco credibili per un lettore che abbia un normale quoziente intellettivo.
Fatto: anche l'anonimo lettore adopera lo stesso identico registro linguistico del titolare, iperbole e puntini di sospensione inclusi.
Domanda: se il quotidiano (si direbbe l'unico che lei legga, alla ricerca di errori e come se fosse l'unico a contenerne) presenta tante e tali corbellerie perché lo legge? Lo ignori.

il puntiglioso ha detto...

Gentile dott. Raso,
la seguo fin dai tempi del Cannocchiale (anche se non posto molto spesso qualche commento) e le confesso che non ho mai riscontrato ciò che scrive Adalberto, ma forse la mia mente è un po' limitata. Comunque sia se ciò che sostiene il lettore è verosimile lei dovrebbe essere orgoglioso perché vuol dire che le sue noterelle fanno centro.
Con stima

Fausto Raso ha detto...

Caro Adalberto,
non è l'unico quotidiano che leggo, glie lo assicuro, e non è l'unico a contenere strafalcioni ed è, comunque, il più 'leggibile'.
FR

Adalberto ha detto...

Tutto così imbarazzante, decisamente imbarazzante.
Saluti

Carlita ha detto...

Le forme "misi - mise - misero" non sono ritenute regolari, come pure "messo"... o "mettuto"? :)