Sí, siamo pronti a schivare tutte le frecce avvelenate che ci
arriveranno perché siamo consapevoli del fatto che quanto stiamo per scrivere
susciterà - se ci leggeranno - «l'ira funesta» dei "grandi
linguisti". Ma noi, convinti della bontà delle nostre idee, andiamo avanti
per la nostra strada. Intendiamo parlare di due sostantivi sulla cui invariabilità dissentiamo totalmente dai linguisti: tendicollo
e tendifilo. Il primo sostantivo
indica quella sorta di stecchetta di plastica o altro materiale che si introduce
in una apposita "tasca" nella parte interna del colletto delle
camicie per renderlo rigido; il secondo indica quello strumento o macchina che
serve per tenere tesi i fili durante una lavorazione. Ebbene, entrambi i
termini sono ritenuti - dai linguisti e dai lessicografi - invariabili. A
nostro avviso questa "invariabilità" grida vendetta agli occhi della
grammatica italiana. Perché? Perché entrambi i sostantivi sono nomi composti di
una voce verbale e di un sostantivo maschile singolare e in quanto tali si
pluralizzano normalmente. Se da passaporto si ha passaporti, da grattacapo grattacapi,
da parafango parafanghi, non si
capisce per quale motivo "strategico-linguistico" non si possa avere tendicolli e tendifili. Quanto a tendifilo, in particolare, il DOP e lo Zingarelli sono gli unici dizionari che ammettono "anche" il plurale. Da parte nostra pluralizzeremo sempre i due sostantivi.
venerdì 30 marzo 2018
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento