martedì 11 gennaio 2011

«Estemporaneo» ed «estraneo»


Due parole su due... parole di uso comune non sempre adoperate a dovere: “estemporaneo” ed “estraneo”. Cominciamo con il primo termine, che non significa - come molti credono - bizzarro, avventato, strampalato e simili, ma improvvisato, immediato, senza alcuna preparazione. Si clicchi su estemporaneo . Il secondo, checché ne dicano i soliti vocabolari, sarebbe corretto riferito solo a persona: in questa casa mi sento un estraneo. Adoperato in altri contesti è un francesismo, che - come abbiamo sempre sostenuto - in buona lingua è da evitare. Non si dirà, per esempio, “ciò che dici è estraneo a quello di cui stiamo discutendo”; si dirà, piú appropriatamente (e, quindi, “piú correttamente”) “ciò che dici non ha nulla che fare (non riguarda, non c’entra e simili) con quello di cui stiamo discutendo”. Si clicchi su estraneo.

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