Leggiamo dal vocabolario “Treccani” in rete:
defatigare
defatigare (non com. defaticare) v. tr. [dal lat. defatigare, comp. di de- e fatigare «affaticare»] (io defatigo, tu defatighi, ecc.), letter. – Stancare, esaurire le capacità di resistenza di una persona. ◆ Part. pres. defatigante anche come agg., che affatica, che logora le forze. ◆ Part. pass. defatigato, anche come agg., affaticato, spossato.
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“Defaticare” non è una variante poco comune di “defatigare”. Sono due verbi a sé stanti e con significati diversi. “Defatigare”, con la “g”, è pari pari il latino ‘defatigare’ composto con il prefisso “de-” (che non ha valore sottrattivo) e il verbo ‘fatigare’ (affaticare) e significa “stancare”, “logorare”, “affaticare”. “Defaticare”, con la “c”, è composto con il prefisso sottrattivo o di allontanamento “de-” e il sostantivo “fatica” (‘che toglie, che allontana la fatica’). Si adopera soprattutto nel linguaggio sportivo nella forma riflessiva e significa “compiere determinati esercizi per togliere dai muscoli l’eccesso di acido lattico formatosi in seguito a sforzi prolungati”. Si potrebbe dire quindi, in senso lato, che “defatigare” sta per “procurare la fatica”; “defaticare” per allontanarla.
Altri vocabolari, comunque, sono incorsi nel medesimo “errore” del Treccani.
defatigare
defatigare (non com. defaticare) v. tr. [dal lat. defatigare, comp. di de- e fatigare «affaticare»] (io defatigo, tu defatighi, ecc.), letter. – Stancare, esaurire le capacità di resistenza di una persona. ◆ Part. pres. defatigante anche come agg., che affatica, che logora le forze. ◆ Part. pass. defatigato, anche come agg., affaticato, spossato.
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“Defaticare” non è una variante poco comune di “defatigare”. Sono due verbi a sé stanti e con significati diversi. “Defatigare”, con la “g”, è pari pari il latino ‘defatigare’ composto con il prefisso “de-” (che non ha valore sottrattivo) e il verbo ‘fatigare’ (affaticare) e significa “stancare”, “logorare”, “affaticare”. “Defaticare”, con la “c”, è composto con il prefisso sottrattivo o di allontanamento “de-” e il sostantivo “fatica” (‘che toglie, che allontana la fatica’). Si adopera soprattutto nel linguaggio sportivo nella forma riflessiva e significa “compiere determinati esercizi per togliere dai muscoli l’eccesso di acido lattico formatosi in seguito a sforzi prolungati”. Si potrebbe dire quindi, in senso lato, che “defatigare” sta per “procurare la fatica”; “defaticare” per allontanarla.
Altri vocabolari, comunque, sono incorsi nel medesimo “errore” del Treccani.
Si clicchi su defatigare e defaticare
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«Mangiarsi il pan pentito»
Questo modo di dire, probabilmente, è sconosciuto ai piú. Si adopera quando si vuole mettere in evidenza il fatto di essersi amaramente pentiti per non aver saputo trarre vantaggio da un'occasione propizia. Rendersi conto, insomma, di essersi lasciati sfuggire una buona occasione e ripensare quindi a ciò che si è perduto tutte le volte che si mangia un pezzo di pane.
4 commenti:
Gentile Dottor Raso,
non conoscevo il modo di dire "mangiarsi il pan pentito" e lo trovo significativo, come molti modi di dire, che dovremmo preservare dall'oblio.
La ringrazio e La saluto cordialmente.
Grazie a Lei In.Somma,
che mi onora seguendo le mie noterelle.
Cordialmente
FR
Quanto ai due verbi "defatigare" e "defaticare", che - come Lei giustamente afferma - possono essere scambiati per sinonimi sono veramente un bel "tranello" della nostra lingua.
Una curiosità, se permette: poiché non ha valore sottrattivo, possiamo considerare il "de" del verbo "defatigare" come una sorta di prefissoide che esprime il persistere, il permanere di una condizione (in questo caso "l'essere affaticati")?
Grazie di nuovo
Gentile In.Somma,
credo di sí, il "de" in questo caso ha valore rafforzativo; rinforzando il concetto può esprimere anche il permanere di una condizione.
FR
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