martedì 16 novembre 2010

Passare in cavalleria


Gentile dott. Raso,
potrebbe spiegare, cortesemente, cosa significa “passare in cavalleria”? Sento spesso quest’espressione ma, le confesso, non ne “afferro” il significato.
Seguo sempre le sue “noterelle” sul buon uso della lingua italiana. Grazie e cordialità.
Gennaro S.
Capua (CE)
-------------------
Cortese Gennaro, questo modo di dire è stato trattato - molto tempo fa - sul “Cannocchiale”. Glie lo ripropongo.
Appena attaccata la cornetta del telefono Giannino si rivolse alla moglie con aria mesta ed esclamò:
“Ormai di quell’affare non se ne fa piú nulla, non se ne parla piú, cara, è passato in cavalleria”. Il
figlio Marco, sentendo questa frase che ai suoi orecchi sonava ridicola, non potè fare a meno di
chiedere spiegazioni circa l’uso e le origini. Come può un affare andare a cavallo, pensò, e
soprattutto che cosa significa “passare in cavalleria”?
Si usa questo modo di dire – come i piú sanno – quando si vuole mettere in risalto il
comportamento scorretto di una persona alla quale è stato prestato un oggetto che non viene piú
restituito; oppure, per estensione, il comportamento non “cavalleresco” di una persona che trascura, ma soprattutto che non mantiene gli impegni presi e concordati.
Quante volte, gentili amici, vi sarà capitato di notare che un accordo preso con qualcuno non è
stato rispettato e che il tutto è “passato in cavalleria”? Per contarle occorrerebbe una calcolatrice.
Ma vediamo l’origine della locuzione che ci è stata tramandata dal gergo militare. Nei tempi
passati nell’arma di Cavalleria militavano, per lo piú, nobili e ricchi, mentre nella Fanteria
prestavano servizio soldati di umili origini che nulla potevano contro i soprusi cui venivano
sottoposti da parte dei “cavalieri”: ai fanti venivano sequestrati vesti, coperte, vettovaglie e tutto ciò che potesse rendere piú confortevole la vita militare al “cavaliere”.
Va da sé che gli oggetti “passati in cavalleria” non venivano piú restituiti ai legittimi proprietari:
Di qui il passaggio di significato.
* * *
Cortese dott. Raso,
rassettando la soffitta ho rinvenuto un vecchio libro di mio nonno, l’ho aperto a caso e mi ha colpito un verbo che non avevo mai sentito: “escruciare”. Le riporto la frase: «Il padre, spazientito, disse al figlio che non avrebbe dovuto piú escruciare la madre con le sue richieste inammissibili». Ho cercato il verbo nei dizionari, invano. Sa dirmi il significato?
Grazie e cordialità
Saverio T.
Cesena
--------------
Gentile amico, è un verbo non piú in uso e relegato, quindi, nella... soffitta della lingua. Significa “tormentare”. È intensivo del verbo “cruciare”, ancora in uso. Clicchi su
cruciare.

Nessun commento: