lunedì 1 novembre 2010

Perché "gli" dèi e non "i" dèi"?


Alcuni amici blogghisti si domandano e ci domandano il motivo per cui con i sostantivi “dio” e “pneumatico” si adoperano l’articolo “gli” e la relativa preposizione articolata “degli”: gli dèi, degli dèi; gli pneumatici, degli pneumatici. Si dice, forse, “degli” denti?
Davanti a parole che cominciano con una consonante non si deve usare l’articolo determinativo “i”: i soldi, i denti, i fiumi e via dicendo? C’è un motivo che contraddice questa “regola” grammaticale?
Un motivo c’è. Andiamo con ordine. Nell’italiano antico esisteva una forma “iddio” con il relativo plurale “iddei”. Una “legge” grammaticale stabilisce l’uso di “gli” e di “degli” davanti a parole che cominciano con una vocale: gli astri, degli astri; gli orefici, degli orefici. Secondo questa regola, dunque, abbiamo, correttamente, gli iddei e degli iddei. Con il trascorrere dei secoli la forma iddio si è trasformata per aferesi (caduta della sillaba iniziale) in “dio” conservando, però, nel plurale l’articolo “gli” e la preposizione articolata “degli”.
Diverso il caso di pneumatici. Secondo le norme grammaticali si deve adoperare l’articolo “lo” con il relativo plurale “gli” e la preposizione articolata “dello”, con il plurale “degli” davanti a sostantivi che cominciano con i gruppi ‘gn’, ‘pn’, ‘ps’, ‘sc’ e con le consonanti ‘z’, ‘s impura’ e ‘x’. Secondo questa regola, abbiamo, dunque: lo zero, gli zeri; lo gnocco, gli gnocchi; lo specchio, gli specchi; lo psicologo, gli psicologi; lo scivolo, gli scivoli; lo pneumatico, gli pneumatici; lo xilografo, gli xilografi.
Per quanto attiene a “gli pneumatici” ci sono, però, due “scuole di pensiero”: una “fedele” alla legge grammaticale: gli pneumatici; l’altra, contraria all’applicazione rigida della regola, suggerisce l’adozione dell’articolo ‘i’: i pneumatici. Secondo questa scuola, “i pneumatici” ‘suona’ meglio che “gli pneumatici”.
Personalmente preferiamo la scuola “rigida”.


* * *

Gentile dott. Raso,
seguo con passione le sue “noterelle” sulla lingua italiana in cui tratta anche alcuni modi di dire. Ne approfitto per domandarle il significato esatto e il perché si dice “farla in barba”. Grato se avrò una sua cortese risposta.
Gaetano L.
Livorno
-----------------
Cortese amico, le faccio “rispondere” da Carlo Lapucci.
La locuzione "farla in barba (a qualcuno)" significa riuscire a fare o a ottenere qualcosa a dispetto del divieto posto da uno. "In barba" significa: "proprio sotto gli occhi" o "quasi davanti alla barba", modo di dire che l'uso ha esteso e riferito impropriamente anche alla donna.
* * *
Ancora una volta invitiamo gli amici blogghisti a non fidarsi ciecamente dei coniugatori di verbi che “pullulano” in rete. Guardate come il “coniugatore” di cui diamo il collegamento coniuga il presente indicativo di “bramire”:
http://www.scuolaelettrica.it/quiz/media/classe2/italiano/coniugatore.shtml

Nessun commento: