lunedì 30 ottobre 2023

L' "uniformità linguistica"? Non è un'utopia, si avrebbe se...



A
lcuni docenti, anche universitari, "spalleggiati"  da... alcune grammatiche, ritengono errato cominciare un periodo con la congiunzione ma perché -- sostengono --  essendo avversativa il suo uso è corretto solo con frasi (o due elementi) che indicano contrasto come, per esempio, «era bello ma non elegante».

E dove sta scritto? Si può benissimo, ed è formalmente corretto, cominciare una frase o un periodo con il ma in quanto questa congiunzione indica la conclusione o l'interruzione di un discorso per passare a un altro. Ecco un bell'esempio di Alessandro Manzoni, con il 'ma' a inizio frase: “Ma il cielo, che non abbandona mai del tutto i buoni, volle che il povero don Abbondio avesse un momento di riposo.” 

E come liquidiamo la questione della virgola dopo il ma? Ci spieghiamo. I soliti grammatici ritengono errato l'uso della virgola dopo la predetta congiunzione avversativa. A questi soloni della lingua ricordiamo che se la congiunzione avversativa (ma) precede una frase parentetica la virgola non solo è corretta ma è... d'obbligo: avrei voluto telefonarti ma, visti i precedenti, non ho avuto il coraggio.

Nell'esempio riportato, l'espressione “visti i precedenti” è una frase parentetica, la virgola dopo il ma è, per tanto, obbligatoria.

Dunque (anche 'dunque' a inizio di periodo è ritenuto errato perché serve a 'concludere un ragionamento'; è invece, un uso correttissimo; anche qui un esempio manzoniano: "Dunque, il curato di Cassina non aveva potuto fare a meno di riferire al suo arciprete la conversazione che aveva avuta con don Abbondio".), cari amici, quando avete dei dubbi grammaticali non consultate testi di lingua scritti da illustri sconosciuti, amici di editori compiacenti: troppo spesso questi sacri testi sono l'esempio della contraddizione, per non dire delle mostruosità linguistiche.

Sarebbe auspicabile e utile, in questo campo, l'intervento dell'Accademia della Crusca. Tutte le pubblicazioni scolastiche, inerenti alla lingua del Divino e di Manzoni, dovrebbero avere l'imprimatur della suddetta Accademia: in questo modo si raggiungerebbe — senza la nascita di un apposito organismo — quell'uniformità linguistica invocata, anni fa, dall'insigne prof. Nencioni. Meditate, meditate...


 

(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauraso@hotmail.it)


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