di Salvatore Claudio Sgroi
1. L'evento editoriale con mini-dibattito
morfologico
L'Edizione mondadoriana dell'Opera Omnia di Luigi Pirandello è stata
l'occasione di un mini-dibattito su facebook a proposito del genere
grammaticale di Opera omnia, se
maschile (gli Opera omnia) o femminile (l'opera
omnia), che mi è stato girato da una amica-collega.
2. Dibattito a tre
Dei tre partecipanti, Tiziana Privitera ha voluto "fare
osservare che la forma corretta è: degli
Opera omnia. Il plurale neutro latino vuole in italiano l'articolo pl.
masch.".
Cui è seguita la replica di Rino Caputo (italianista):
"È stata adottata la forma italianizzata".
Rincalzata da Giovanna Alfonzetti (linguista): "Nessun
monstrum [il femminile]: forma largamente usata e prevista anche dai dizionari:
cfr. Treccani 'òpera òmnia locuz.
neutra plur. lat. (propr. 'tutte le opere'), usata in ital. come s.f. pl. e più
spesso come s.f. sing. -- Raccolta che comprende tutte (o quasi tutte) le opere
di uno scrittore (...)'. Si tratta di un latinismo, che in italiano è
femminile, singolare o plurale, come specifica appunto il Vocabolario Treccani".
Con ringraziamento di R. Caputo: "Grazie, Giovanna".
2.1. Abbasso i
latinismi
Replica finale di
Tiziana Privitera, per certi aspetti sorprendente. Nessun latinismo (non solo
adattato al femminile, ma neppure quello integrale al maschile), ma piuttosto
il traducente italiano opera integrale:
"da
latinista non posso che dissentire. È ovvio che sia entrata nell'uso comune,
ma in una locandina di un convegno di alto livello preferirei di gran lunga: l'opera integrale di Luigi Pirandello.
Non voglio più polemizzare, tanto meno sui social. Semmai potremmo organizzare
un seminario".
3. Tre
Regole antagoniste
Volendo formulare in termini di Regole gli usi di
cui sopra (riprendendo quanto già detto nel nostro Gli Errori, ovvero le Verità
nascoste, Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani 2019,
pp. 142-44), la Regola-1 [R-1]
alla base del femminile «l’ampia Opera omnia», decisamente più comune
del maschile, è determinata a livello strutturale, fono-semantico sia
semanticamente dal traducente italiano («produzione», «opera»), sia fonologicamente
dalla finale in /-a/ di «Opera» (in lat. e in it.), la finale in «-a»
di tutta l’espressione essendo propria dell’88% delle parole femminili in
italiano. Si cfr. i latinismi «una agenda», «la legenda»
‘didascalia’, «una addenda», ma anche «la foglia» (dal lat.
neutro plurale «folia»), ecc.
La
Regola-2 [R-2] («verità nascosta») alla base del maschile «gli Opera
Omnia» è quella semantica del traducente italiano maschile («tutti i
testi») dell’espressione latina, e del maschile in quanto genere non-marcato
corrispondente al neutro latino, assente in italiano, per es. il curriculum /
i curricula, un addendum / gli addenda, un erratum /
gli errata (corrige), un amalgama / gli amalgami (dal
neutro latino medievale), il foglio (dal latino folium) ecc.
La
Regola-3 [R-3] alla base del sintagma opera
integrale è quella dell'equivalente italiano del lat. opera omnia.
3.1. Genesi
e attestazioni
La Genesi-1 della
[R-1] del femm. sing. l’Opera Omnia rimanda a un latinismo adattato, a livello strutturale, fono-semantico, con
prima datazione 1895 (Garollo, in DELI).
La Genesi-2 della
[R-2] del masch. pl. gli Opera Omnia rinvia invece a un etimo
diacronico, di resa del neutro lat. col maschile, prima datazione 1922 (Google
libri 2019, cfr. sotto).
La Genesi-3 della
[R-3] del sintagma opera integrale
rimanda a un possibile equivalente italiano del latinismo opera omnia
4. Tre
Norme
La Norma-1 della
[R-1] del femm. sing. l’Opera Omnia, è propria dell’italiano standard,
comune come conferma per il periodo 2000-2016 Google libri (2019) con «circa 3.420 risultati».
La Norma-2 della
[R-1] del masch. pl. gli Opera Omnia è invece propria dell’italiano
letterario, decisamente meno comune del femm., come confermano i «circa 351
risultati» del maschile «gli opera omnia» in «Google libri ricerca
avanzata» nell’arco dello stesso periodo 2000-2016, in un rapporto quindi di 10
a 1 rispetto ai 3420 risultati del femm. su citato. L’esempio più antico risalendo
al 1922:
(i) «gli Opera omnia di
Dante» (in «Giornale storico della letteratura italiana» p. 229, Google libri).
Un es. più
recente nel giornalismo colto è quello dello storico della lingua Lorenzo
Tomasin:
(ii) «gli Opera Omnia di
Tommaso d’Aquino, troppo estesi per essere letti e studiati […]» (Umanisti
scann(erizz)ati in «Il Sole 24 Ore», 10 luglio 2016, p. 25).
Nel domenicale
del «Sole 24 Ore» del ventennio 1983-2003, un solo es. su 70 documenti:
(iii) M. Firpo:
«L’edizione di Leida (1703-1706) dei suoi Opera omnia occupa 11 massicci
tomi in folio» (16.VII.89).
La Norma-3 della
[R-3] del femm. sing. opera integrale rientra
nell'italiano non-tecnico.
4.1. Valutazione
sociolinguistica (corretto-errato?)
Un maschile
elitario, ma senz’altro «corretto», gli Opera Omnia. Che potrebbe
apparire «errato» al lettore che non ne avesse conferma nel proprio uso.
O «errato»
anche, per il principio di autorità, in quanto maschile «inesistente» nei
correnti dizionari come De Mauro 2000, Devoto-Oli 2018, Sabatini-Coletti 2007,
Treccani 2003, Garzanti 2010, Zingarelli 2022 ("loc. sost. f. inv."
datata 1897, non documentata), ecc. I quali, ignorando tale uso, sembrano
ritenerlo o «impossibile» («a-grammaticale») o «sgrammaticato».
Non può allora
non colpire la proscrizione paradossale del femm. l’Opera omnia da parte
del Grande dizionario (storico) della lingua italiana di S. Battaglia
(1981), il quale sostiene – contro-intuitivamente, apoditticamente e
senz’alcuna prova – che sarebbe «gravemente erroneo l’uso comune sf.
invariabile». Il dizionario non cita peraltro alcun esempio d’autore al
maschile, ma anzi indica due esempi al femminile di Montale (1960) e Moretti
(1962). E ancor più paradossalmente tralascia lo stesso etimo latino neutro,
suo implicito criterio alla base della anacronistica prescrizione del masch. gli
Opera omnia (Regola-2).
Del tutto
disattesa la prescrizione del Battaglia al riguardo, pur ripresa nella guida
dell’Ordine dei Giornalisti Come si scrive per il ‘Sole 24 Ore’ del 30
giugno 2005:
«Per quanto
riguarda opera omnia, espressione latina composta da un sostantivo e da
un aggettivo concordati al neutro plurale, va detto e scritto ‘gli opera
omnia’ e non ‘l’opera omnia’».
Conclusione:
nessuna prescrizione o proscrizione per nessuna delle forme qui analizzate, ma
libera scelta del parlante, secondo i suoi gusti.
Sommario
1. L'evento editoriale con mini-dibattito
morfologico
2. Dibattito a tre
2.1. Abbasso i
latinismi
3. Tre
Regole antagoniste
3.1. Genesi
e attestazioni
4. Tre
Norme
4.1. Valutazione sociolinguistica (corretto-errato?)
(Le
immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i
diritti d'autore scrivetemi; saranno prontamente rimosse: fauras@iol.it)
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