domenica 7 agosto 2022

Sull'uso ortodosso di alcuni verbi


 Due parole su un verbo che - a nostro modo di vedere - molto spesso è adoperato impropriamente: reclamare. Il significato proprio di questo verbo intransitivo è, infatti, “dolersi”, “lamentarsi”, “opporsi”, “lagnarsi”, “disapprovare” e simili: reclamerò con il direttore per il tuo comportamento. Alcuni lo adoperano in senso transitivo dandogli il significato di “pretendere”, “esigere” e simili: reclamerò quanto mi spetta. A nostro avviso non è un uso corretto, anche se i vocabolari ci contraddicono. Ma tant’è.

Il verbo “condensare” è pari pari il latino ‘condensare’, derivato di ‘densus’ (denso) e in buona lingua italiana ha un solo significato, “far denso”, “rendere denso”: condensare il latte. I vocabolari lo attestano anche con uso figurato con il significato di “compendiare”, “riassumere”, “sintetizzare” e simili: condensare la trama di un racconto. In questa accezione è modellato sull’inglese “to condense”. Chi ama il bel parlare e il bello scrivere aborrisca dall’uso del verbo in questione secondo l’... uso inglese. 


Forse non tutti sanno che accanto al verbo “dimagrire”, della terza coniugazione e coniugato con l'inserimento dell’infisso  “-isc-“ , c’è anche “dimagrare” (della I coniugazione), poco conosciuto, appunto, e si usa quando si vuole mettere in evidenza l’azione “piú violenta e radicale” del verbo: Giovanni è dimagrato improvvisamente.

Imprestare è la forma popolare di  prestare e in buona lingua italiana è decisamente da evitare, anche se spesso si sente sulla bocca di gente di cultura. Il significato proprio del verbo è “dare in / a prestito”: Luigi ha ‘imprestato’ cinquanta euro a Giovanni. Ci sembra, quindi,  poco ortodosso usare il predetto verbo nel significato di “prendere in / a prestito”: Luigi si è imprestato l’ombrello da Giovanni. La forma corretta è: Luigi ha preso in prestito l’ombrello da Giovanni. In tutti questi casi, però, ripetiamo, in uno scritto (o parlato) sorvegliato il verbo da usare è “prestare”. 


 

(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)

2 commenti:

Teo ha detto...

Gentile dottor Raso, non vorrei sembrare sempre polemico e "antipurista", ma ancora una volta mi sento indotto ad avere dubbi sulla sua "censura" dell'uso figurato del verbo "condensare", che si fonda (così mi sembra, come altre volte) su quanto scrisse Aldo Gabrielli nel suo Dizionario dello stile corretto ("oggi, per le solite traduzioni a orecchio fatte dall'ingl. to condense, si usa invece di riassumere, compendiare"). Probabilmente qui Gabrielli si richiama al Vocabolario della lingua italiana parlata, di Fanfani e Rigutini (1875), i quali scrivevano: "Condensare molte idee in poche parole, dicesi, ma non bene, per raccogliere, ecc."). Ma Gabrielli era appunto un erede del purismo nazional-sentimentale (come lo definì Devoto) di Puoti, Fanfani e Arlia, a cui si contrappose il più moderato neopurismo di Migliorini. E se invece di fidarsi degli anatemi di Gabrielli, si consultasse il ben più scientifico Grande dizionario storico della lingua italiana di Battaglia & Barberi Squarotti, si troverebbero esempi dell'uso figurato di condensare in scrittori molto più autorevoli di Gabrielli o di Fanfani, che di per sé bastano e avanzano a legittimarne l'uso, che sia o no un anglicismo (e tra costoro figurano anche Francesco De Sanctis, allievo del Puoti, e perfino Niccolò Tommaseo, che era purista pure lui! E penso che qui Gabrielli abbia proprio preso una cantonata: difficilmente Tommaseo si sarà fatto influenzare dall'inglese, lingua che probabilmente non conosceva o conosceva in modo superficiale. E infatti nel suo Dizionario della Lingua Italiana, compilato insieme Bernardo Bellini, del 1861, il lemma viene registrato senza censure). Ecco l'esemplificazione:

6. Tr. Figur. Compendiare, esprimere concisa­mente, riassumere, ridurre all’essenziale; concen­trare. - Anche intr. (con la particella pronomi­nale): concentrarsi in un unico punto, prendere consistenza (un’idea, un pensiero, un desiderio, un sospetto, ecc.). Pallavicino, 5-64: La nostra lingua... s’è argomentata di dar gravità e fermezza col condensar due sillabe in una: e però di audio fe’ odo, di seni io, sento, ecc. Beccaria, 1-371: Lo spirito regolatore delle repubbliche, padrone dei principii generali, vede i fatti, e li condensa nelle classi principali ed importanti al bene della maggior parte. Cattaneo, II-2-200: L’autore del nuovo libro [di ragioneria]... pensò opportunamente di collocare a prin­cipio del corso codesto fondamentale riassunto, dal quale si diramano tutti i ripieghi della pratica. E quindi lo ha condensato in tre o quattro fogli di stampa, ai quali tengono poi dietro gli esercizi. De Sanctis, Lett. it., II-77: Quella sua rapidità, quel suo condensare non è un arti­ficio, ...ma è naturale chiarezza di visione. Nievo, 177: Sventura vuole che non vi faccia contenti quella sapienza secolare che si è condensata nella fede. E. Cecchi, 6-268: A un chiosco comperai una quantità d’opuscoletti che condensano la dottrina della Città Santa. Li ho sotto agli occhi mentre scrivo. [...]

Fausto Raso ha detto...

Gentilissimo dr Teo,
dal vocabolario Treccani in Rete: (condensare) nel significato figurato è modellato sull'inglese "to condense".
Con viva cordialità
FR