Riceviamo e pubblichiamo
Stamattina (ieri, per chi legge), di buon’ora, ho appreso dalla radio
che oggi è la giornata internazionale contro l’omobitransfobia. Ho poi trovato
la stessa indicazione – scritta così, con una parola sola – su alcuni giornali on-line
del mattino. Poi il TG delle 13,00 ha ampliato le mie conoscenze, parlando di omo-lesbo-bi-transfobia. L’aggiunta di lesbo mi ha
sorpreso: non è anche questa una forma di omosessualità declinata al femminile?
Torno su Google e vedo che questa
aggiunta è piuttosto frequente: compare addirittura nel Vocabolario Treccani,
che, alla voce "Omolesbobitransfobia", scrive: “Avversione
ossessiva per gli omosessuali, le lesbiche, i bisessuali, i transessuali e
l’omosessualità maschile e femminile, la bisessualità e la transessualità.”
D’accordo con la seconda parte del
Treccani, ho sempre creduto che l’omosessualità potesse essere sia maschile che
femminile. Non capisco quindi la necessità di citare esplicitamente le
lesbiche. A meno che qualcuno pensi che omo abbia a che fare con uomo,
escludendo quindi le donne … Vuol dire che, quando si parla di “apertura
mentale”, per alcuni si tratta di un’apertura del cervello dalla quale è
fuoriuscita l’intelligenza?
Pier Paolo Falcone
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Una provocazione linguistica
Da notizie giornalistiche apprendiamo che l'aeroporto di Roma-Fiumicino ha un nuovo punto di imbarco. Non sarebbe meglio lasciare imbarco riferito alle navi e "involo" per quanto attiene agli aerei? Ieri è stato inaugurato un nuovo punto d'involo. Abbiamo bestemmiato?
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La lingua
"biforcuta" della stampa
Commissione esteri
Senato, debacle 5 Stelle: Stefania Craxi eletta presidente
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Insistono con i
barbarismi, e li sbagliano pure. Correttamente: débâcle.
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico,
quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)
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