lunedì 10 gennaio 2022

Sgroi - 119 - "Esigito": ma è veramente un errore?




 di Salvatore Claudio Sgroi 

1. Il caso mediatico

Nel corso della domenicale trasmissione su Rai-3 "Le parole per dirlo" del 12 dic. 2021, 10h20, condotta dalla brava Noemi Gherrero, Geppi Patota, storico della lingua, si è pronunciato da grammatico tradizionalista sul part. pass. del verbo esigere per denunciare come errata la analogica forma esig-ito, colta in bocca a un non precisato "preside di facoltà" ("si dice il peccato ma non il peccatore") al posto della etimologica forma corretta esatto. Nello stesso contesto ha anche ricordato il pp. di splendere ovvero splend-uto, non meno errato, anzi "che non esiste" proprio (su cui torneremo in altra occasione).

 2. Un vecchio problema

Essendoci occupati proprio di tale problema ne Gli Errori ovvero le Verità nascoste, Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani 2019, pp. 108-112, che magari Patota non conoscerà, anzi ancor prima nella rivista "Italiano & Oltre" 1997 e poi nel 2010 in Per una grammatica 'laica'. Esercizi di analisi linguistica dalla parte del parlante (Utet, p. 51), che Patota conosce certamente ma deve aver dimenticato, riprenderemo alcuni dati (qualcuno nuovo), analisi e argomentazioni sul problema della norma.

 3. Che cos'è l'Errore

Richiamiamo brevemente innanzi tutto la definizione di "Errore": un uso, variamente diffuso, giudicato negativamente in base a un qualche criterio non sempre esplicitato, che in quanto uso è stato generato da una "Regola-2" spesso inconscia ("nascosta"), rispetto a una "Regola-1" diversa, antagonista che è invece alla base dell'uso giudicato corretto.

 3.1. Due Regole antagoniste

La Regola-1 [R-1] alla base del pp. esatto giudicato 'corretto' è quella etimologica del latinismo (dal lat. exactu(m)).

Il pp. esatto rientra in un paradigma di circa 20 voci in -atto, per es. tratto, contratto, distratto, redatto, fratto/rifratto, ecc.

La Regola-2 [R-2] ("verità nascosta") alla base del pp. esig-ito, giudicato 'errato', è quella sincronica dei pp. dei verbi di III coniug. in -ire (per es. ag-ito, cap-ito, colp-ito, costru-ito, fin-ito, ecc.) e quindi presuppone la variante *esig-ìre.

Da rilevare al riguardo la variazione -ito/-uto in verbi quali: adempiere / adempire: ademp-ito / adempi-uto; -- compiere / compire: comp-ìto / compi-uto; -- riempiere / riempire: riemp-ito / riempi-uto), cernere / cernire: cern-ito; ecc.

 4. Due Genesi

La Genesi-1 di esatto è diacronica. Si tratta infatti di un latinismo, datato av. 1540 G. Guicciardini (DELI), derivante come accennato "dal lat. exactu(m), propr. p.pass. di exigĕre 'esaminare'".

La Genesi-2 di esig-ito, datata 1657 L. Alessandri (da *esig-ìre) è invece sincronica, ovvero si tratta di una neoformazione analogica sui verbi di III coniug. (finire/-ito, agire/-ito).

  5. Gli usi (colti) di esig-ito 

A parte gli usi sei-sette- ed ottocenteschi di esig-ito (per i quali rimandiamo al citato Gli Errori...), riprendiamo 5 ess., di cui 2 tratti dalla pagina letteraria del "Sole 24 ore" e 3 di noti linguisti e di un filosofo:

(i) Emidio De Felice 1979: "comprensione (cioè qualità) esigita dalle opere lessicografiche" (Lessicologia e lessicografia: due principi e due suggerimenti, p. 41, cit. in "Studi di lessicografia italiana" vol. 13, 1996, p. 186).

(ii) S. Raynaud: "riconoscere le complesse regole di scrittura esigite da una sua corretta formalizzazione" (in AA.VV. Tradurre e comprendere. Pluralità dei linguaggi e delle culture, a cura di R. Pititto e S. Venezia, Roma, Aracne, p. XI).

(iii) Istituto Teologico Leoniano Anagni 2015-16: "diritti amministrativi, esigiti secondo tabelle stabilite dal Consiglio di Amministrazione e approvate dal Moderatore" (Regolamento dell’istituto teologico, art. 44, p. 111).

(iv) G. Reale: «assolutizzazione del divenire esigito dalla volontà di potenza in senso globale» («Sole 24 Ore», 28.I.1996 e 1.VI.2003);

(v) M. Mori: «Giuliano Amato, Carlo Casini e altri sostengono che la riforma dell’articolo 1 del Codice civile<,> tesa a dare ‘capacità giuridica’ all’embrione della fecondazione<,> è esigita dall’eguaglianza propria della civiltà moderna» («Sole 24 Ore», 9.III.97).

 Un purista come A. Gabrielli 1974, riconosce la sua presenza "in bocca di persone istruite":

 "il participio passato [...] di esigere non può essere che esatto (e non esigito, come qualche volta succede di sentire anche in bocca di persone istruite!)" (Come parlare e scrivere meglio, Selezione dal Reader's Digest, p. 407).

 6. Normativamente: corretto-errato?

Normativamente, l'uso di esig-ito è quindi corretto in virtù dei suoi utenti colti e non marcati diastraticamente, né diatopicamente, documentato peraltro fin dal '600.

 6.1. Due Norme

Si possono così distinguere due norme, con riferimento alle varietà dell'italiano:

la Norma-1 di esatto propria dell'italiano standard letterario;

la Norma-2 di esig-ito propria dell'italiano neo-standard.


7. L'avallo dizionaristico

Non va peraltro dimenticato che il Vocabolario italiano di E. De Felice - A. Duro (S.E.I.-Palumbo 1993) alla voce esigere accanto al "Part. pass. Esatto, con valore verbale e di agg. solo nell'accezione burocr. e ammin. di 'riscosso'", ricorda anche che "Negli altri sign. del verbo è usato a volte esigito, esclus. con valore verbale: adottare le misure eccezionali e. dalle circostanze".

 

8. Il periodo ipotetico col doppio condizionale: un uso "errato"

Nella trasmissione della stessa rubrica del 9 gennaio 2022 lo stesso Patota è ritornato sul problema della norma a proposito della frase di un parlante riportata nel titolo di un giornale:

"se non sarebbe rientrata l'avrebbe uccisa".

Che "qualcuno l'ha detto" (o l'abbia detto) è indubbio, ma non è certamente l'esistenza di un uso un criterio in sé valido per stabilire se si tratta di una forma corretta o meno. Come chiaramente indicato nel citato Gli Errori ovvero le Verità nascoste (pp. 184-186) quanto al periodo ipotetico col doppio condizionale, "La sua presenza in testi in italiano popolare e in parlanti semi(n)colti giustifica sociolinguisticamente il giudizio di uso "errato".

 

8.1. La Regola nascosta e la crescita cognitiva dei telespettatori

Invece, è molto più intrigante esplicitare la "Regola-2" (inconscia) (lì indicata) alla base di tale uso normativamente "errato", su cui il buon Patota potrebbe soffermarsi in una prossima occasione, e in genere a proposito degli usi giudicati "errati", rispetto al problema scontato della norma (corretto/sbagliato), ai fini di una reale crescita cognitiva dei telespettatori.

 Sommario 

1. Il caso mediatico

2. Un vecchio problema

3. Che cos'è l'Errore

3.1. Due Regole antagoniste

4. Due Genesi

5. Gli usi (colti) di esig-ito

6. Normativamente: corretto-errato?

6.1. Due Norme

7. L'avallo dizionaristico

8. Il periodo ipotetico col doppio condizionale: un uso "errato"

8.1. La Regola nascosta e la crescita cognitiva dei telespettatori

 

 




 (Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)

 

 


4 commenti:

Alfio Lanaia ha detto...

Vorrei contribuire alla discussione su esatto vs esigito (ma ci sarebbe anche esigiuto), citando un'altra voce autorevole, quale quella del Presidente della Crusca. Scrive infatti Claudio Marazzini nel suo 'L’italiano è meraviglioso'(Milano 2018, Rizzoli, p. 192): «Si potrebbe condannare il participio esigito, da esigere, come parola adatta ai semicolti, quindi da evitare. È vero tuttavia che il participio giusto di esigere, cioè esatto, ha assunto un significato burocratico, oppure vuol dire ''giusto''. Quindi esigito potrebbe essere impiegato al posto di esatto. Confesso però che non userei esigito, ma, se esso scivola fuori da penne illustri e non viene subito fermato dai correttori di bozze, vuol dire che alcuni hanno una certa fiducia nelle sue possibilità di successo».

Alfio Lanaia

Alfio Lanaia ha detto...

Vorrei contribuire alla discussione sul tema esatto vs esigiuto, citando un’altra fonte autorevole, come il Presidente della Crusca. Scrive, infatti, Claudio Marazzini nel suo L’italiano è meragiglioso (Milano 2018, Rizzoli, p. 192): «Si potrebbe condannare il participio esigito, da esigere, come parola adatta ai semicolti, quindi da evitare. È vero tuttavia che il participio giusto di esigere, cioè esatto, ha assunto un significato burocratico, oppure vuol dire ''giusto''. Quindi esigito potrebbe essere impiegato al posto di esatto. Confesso però che non userei esigito, ma, se esso scivola fuori da penne illustri e non viene subito fermato dai correttori di bozze, vuol dire che alcuni hanno una certa fiducia nelle sue possibilità di successo».

Alfio Lanaia

V.Ppnr ha detto...

Non concordo con Marazzini: "esigito" colmerebbe il vuoto semantico esistente.
Spero quindi che qualcuno fermi i correttori di bozze, prima che questi intervengano con le loro matite rosse.
Vittorio Pepe

Alfio Lanaia ha detto...

Sono pienamente d'accordo con Vittorio Pepe.