mercoledì 12 gennaio 2022

Sgroi - 120 - ESIG-ITO al cospetto dell'Accademia della Crusca. E ESIGI-UTO: un p.p. sbagliato?

 


di Salvatore Claudio Sgroi

  

1. L'evento bibliografico

Molto opportunamente il prof. Alfio Lanaia nel suo commento al mio intervento 119. "Esigito": ma è veramente un errore? (10 gennaio) ha ricordato la "voce autorevole" del Presidente della Crusca, Claudio Marazzini su tale tema, riportando le seguenti parole de L'italiano è meraviglioso:

 «Si potrebbe [A-i] condannare il participio esigito, da esigere, come parola adatta [A-ii] ai semicolti, quindi [A-iii] da evitare. È vero tuttavia che il participio giusto di esigere, cioè esatto, [B] ha assunto un significato burocratico, oppure [C] vuol dire ''giusto''. Quindi esigito [D] potrebbe forse essere impiegato al posto di esatto. Confesso però che [E] non userei esigito, ma, se esso scivola fuori da penne illustri e non viene subito fermato [F] dai correttori di bozze, vuol dire che alcuni hanno una certa fiducia [G] nelle sue possibilità di successo» (Rizzoli 2018, p. 192).

 Un passo ricco di osservazioni che merita a seguire un commento analitico.

1.1. Una dimenticanza

Devo prima dire che avevo letto il vol. di C. Marazzini (2018), di cui avevo anche discusso ("Elogio dell'italiano ovvero il trionfo della Crusca marazziniana", in "Quaderni di semantica" 2020, pp. 127-49). E quando ora ho ripreso tra le mani il vol. di Marazzini, privo peraltro di un indice delle parole, ho notato che avevo segnato a penna alla fine del testo l’es. in questione con l'indicazione della p. 192. Ma poi non l’ho più ricordato.

 2. La posizione del Presidente della Crusca dinanzi il caso esig-ito

Analizzando ora il passo su citato di Marazzini, non si potrebbe sostenere, stando alle citazioni illustri ("penne illustri") da me riportate (E. De Felice, S. Raynaud, G. Reale ecc.), che [A-ii] esigito sia tipico della lingua dei semi(n)colti e quindi [A-i] sia "da condannare" e [A-iii] "da evitare".

Non c'è invece dubbio [B] sul "significato burocratico" del pp. esatto e che [C] esatto vuol dire anche 'giusto' come agg. o avv. Si tratta infatti di un lessema polisemico derivante dalla stessa base etimologica latina dotta ("dal lat. exactu(m), propr. p.pass. di exigĕre 'esaminare'"). Ma la polisemia diacronica si risolve in "omonimia sincronica", data la distanza semantica tra il pp. esatto1 e l'agg.-avv. esatto2. E infatti i dizionari come De Mauro 2000, Garzanti 2020, Zingarelli 2021, Treccani-Simone 2009, Sabatini-Coletti 2007, propongono due diversi lemmi e non un solo lemma polisemico.

Pienamente condivisibile [D] -- e senza il "forse" -- che esigito p.p. "potrebbe forse essere usato al posto di esatto", in consonanza con la posizione indicata nel Vocabolario italiano di De Felice - Duro (1993), da me ricordato, con cui peraltro Marazzini aveva collaborato come autore di appendici linguistiche, e quindi implicitamente se ne riconosce la correttezza normativa.

Che Marazzini confessi che, malgrado ciò,  "non usere[bbe] esigito", è una scelta più che legittima: de gustibus. Dal mio punto di vista 'laico', è importante che chi adopera/adoperi esigito non venga però accusato di usare una forma (presuntivamente) "errata", in realtà semplicemente diversa dalla propria.

Non posso invece condividere [F], d'accordo col commento del sig. Vittorio Pepe al mio intervento, la prassi interventista dei "correttori di bozze", che non sono autorizzati in alcun modo a modificare un testo, senza il consenso dell'autore.

Alla fine [G] le "possibilità di successo", preconizzate da Marazzini, non possono dispiacere se si tiene presente che una lingua non è mai monolitica e che può presentare varianti colte, al posto di una sola forma.

 3. Paolo D'Achille (20031, 20194): descrittivista

Paolo D'Achille nel suo manuale su L'italiano contemporaneo (il Mulino 20031 p. 118 immutato in 20194), da parte sua tra "i fatti più significativi" delle "nuove linee di tendenza" dell'italiano (p. 122), cita en passant e -- descrittivamente -- l'es. esigito "originatosi anche perché esatto, a dispetto della sua vitalità nell'uso burocratico, è sentito non in rapporto a esigere ma come aggettivo autonomo, sinonimo di 'giusto', 'preciso', certo anche in seguito all'uso radiotelevisivo che propone l'ora esatta e la risposta esatta!" (p. 123), confermando anche il rilievo del citato signor Vittorio Pepe per il quale esigito "colmerebbe il vuoto semantico esistente".

 4. Devoto-Oli-Serianni-Trifone (2021): neopurista

Il Nuovo Devoto Oli a cura di L. Serianni - M. Trifone (Le Monnier-Mondadori 2021) dedica al verbo esigere un riquadro nella rubrica "Parole minate" (p. 791), ricordando da un lato che "come participio passato la forma esatto è di uso raro e ricorre soltanto nel linguaggio burocratico con il significato di 'riscosso'", mentre "nell'uso comune esatto è un aggettivo" e vale 'preciso', 'giusto'. Individua quindi correttamente la Regola-2 analogica alla base della forma esigito, che giudica però puristicamente errata in quanto non-etimologica:

"Quando si crea una lacuna nel paradigma di un verbo, i parlanti sentono il bisogno di colmarla. Da qui nascono usi erronei [etimologicamente], come il participio passato *esigito, formato sul modello dei verbi della seconda coniugazione che hanno il participio passato in -ito" [Regola-2], per es. assistere > assistito, esistere > esistito ecc.

 5. Il caso esigi-uto

Il citato prof. Lanaia ricorda inoltre en passant che accanto a esigito "ci sarebbe anche esigiuto".

In effetti, nel mio Gli Errori ovvero le Verità nascoste, accanto ad esigito si trova pure l'analisi della variante analogica esigi-uto, (pp. 108-12) che qui brevemente riprendo.

          5.1. Tre Regole antagoniste

La Regola-1 [R-1] alla base del pp. (1) esatto è, come ricordato nel precedente intervento, quella diacronico-etimologica del latinismo ("dal lat. exactu(m)).

La Regola-2 [R-2] ("verità nascosta") alla base del pp. (2) esig-ito è quella sincronica dei pp. dei verbi di III coniug. in -ire (per es. ag-ito, cap-ito, colp-ito, costru-ito, fin-ito, ecc.)

La Regola-3 [R-3] ("verità nascosta") alla base del pp. (3) esigi-uto è invece quella dei verbi di II coniug. cred-uto, tem-uto, accad-uto (ma anche ven-ire/-uto), e cfr. anche sic. sìggiri pp. siggi-ùtu 'riscosso'.

 5.2. Tre Genesi

La Genesi-1 di (1) esatto è diacronica, latinismo, datato av. 1540 G. Guicciardini (DELI), "dal lat. exactu(m), propr. p.pass. di exigĕre 'esaminare'".

La Genesi-2 di (2) esig-ito datato 1657 L. Alessandri (da *esig-ìre) è sincronica, neoformazione analogica sui verbi di III coniug. (finire/-ito, agire/-ito).

La Genesi-3 di (3) esigi-uto (da esìg-ere) è sincronica, datata M. Mastrofini 1814, E. Sue 1856: neoformazione come i verbi di II coniug. (crèdere/-uto), e anche interlinguistica, dialettale (sic. sìggiri/siggi-ùtu).

 5.3. Gli usi di esigiuto

Una frase con esigiuto, è stata da me colta più volte in bocca a un rampante preside catanese, al posto del canonico, burocratico (e raro) p.p. esatto.

Sulla scorta di Google libri ricerca avanzata (11.XII.2018) almeno 4 sono gli ess. ottocenteschi in testi tipologicamente diversi (letterari, di economia):

 (i) Eugenio Sue 1856: "Tutto quel che le circostanze mi permisero d'esigere l'ho esigiuto. Se non ho fatto di più, è perchè non poteva di più. Mi sono affidato nell'ispirazione del Signore" (Gian Cavalier o il fanatico delle Cevenne, Milano, Ferrario, p. 77).

(ii) Michel Chevalier 1856: "occorrerebbe che costantemente e dovunque essa avesse esigiuto e dovesse esigere la stessa quantità di sforzi ugualmente rimunerati e di spese d'ogni genere" (Moneta e suoi surrogati, Torino, p. 37).

(iii) Charles Coquelin 1857: "Questo sistema avrebbe esigiuto altronde, lo si è veduto, la costituzione precedente di un fondo di riserva: [...]" (Moneta e suoi surrogati, Torino, p. 13).

(iv) François Marc Louis Naville 1867: "la misura di queste retribuzioni rimarrebbe al di sotto di quanto avrebbero esigiuto intraprese private e clandestine" (Della carità legale, dei suoi effetti, delle sue cause [...], Econom. 2a serie, tomo XIII, 1, p. 1030).

 5.4. Prescrittivismo dei grammatici otto-/novecenteschi

Sul versante normativo il p.p. esigiuto è condannato da grammatici e lessicografi dell'800 e del '900, per es.:

 Marco Mastrofini 1814 ritiene esigiuto "erroneo" (Teoria e prospetto ossia dizionario critico de' verbi italiani conjugati, specialmente degli anomali e malnoti nelle cadenze , Roma, Stamperia De Romanis, tomo I, p. 265-66, con una nota di commento in cui osserva che "Quanto al participio la regola vorrebbe che gli si desse la desinenza in uto; ma l'uso pubblico vuol che si dica esatto con voce derivata dal latino exactus" (p. 266).

Francesco Cardinali, Paolo Costa 1819 considerano esigiuto ancora "erroneo" nel Dizionario della lingua italiana (Bologna, Masi, tomo I, p. 173).

Giuseppe Compagnoni 1820 non diversamente giudica esigiuto "erroneo" (Teorica de' verbi italiani: regolari, anomali, difettivi e malnoti, Milano, Società Tipografica de' Classici Italiani, II ed. p. 145). E così nelle successive riedd. (1825 p. 171; 1834 p. 161; 1856 p. 159; 1857 p. 142).

 E nel '900 con riferimento alle due forme esigiuto ed esigito:

 Aldo Gabrielli 1969 Si dice o non si dice?. Guida pratica allo scrivere e al parlare, Milano, Mondadori: "È un verbo che appartenendo alla seconda coniugazione per la sua terminazione in -ere, come premere e vedere, suggerirebbe un participio passato regolare «esigiuto» (e non mai «esigito», ché la terminazione in -ito, è propria del participio passato dei verbi in -ire, della terza coniugazione)" (p. 230).

 5.5. Tre Norme

La Norma-1 di esatto è propria dell'italiano standard letterario.

La Norma-2 di esig-ito è dell'italiano neo-standard.

La Norma-3 di esigi-uto è invece propria dell'italiano meridionale, documentata nell'uso orale di parlanti peraltro laureati.

 5.6. Valutazione normativa (corretto-errato?)

Normativamente, l'uso di [2] esig-ito è corretto in virtù dei suoi utenti colti e non marcati diastraticamente, documentato peraltro fin dal '600; ma anche l'uso di [3] esigi-uto, almeno ottocentesco, è corretto in quanto in bocca a parlanti colti di origine meridionale (ovvero uso marcato geograficamente).

              Sommario

1. L'evento bibliografico

1.1. Una dimenticanza

2. La posizione del Presidente della Crusca dinanzi il caso esig-ito

3. Paolo D'Achille (20031, 20194): descrittivista

4. Devoto-Oli-Serianni-Trifone (2021): neopurista

5. Il caso esigi-uto

5.1. Tre Regole antagoniste

5.2. Tre Genesi

5.3. Gli usi di esigiuto

5.4. Prescrittivismo dei grammatici otto-/novecenteschi

5.5. Tre Norme

5.6. Valutazione normativa (corretto-errato?)


 

 


(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)

 

 

1 commento:

V.Ppnr ha detto...

Ringrazio il Prof. Sgroi per la sua attenta e interessantissima disamina.
Vittorio Pepe