di Salvatore Claudio Sgroi
1. Il caso
mediatico
Nel corso della domenicale trasmissione su
Rai-3 "Le parole per dirlo" del 12 dic. 2021, 10h20, condotta
dalla brava Noemi Gherrero, Geppi Patota, storico della lingua, si è
pronunciato da grammatico tradizionalista sul part. pass. del verbo esigere per denunciare come errata la
analogica forma esig-ito, colta in bocca a un non precisato "preside di
facoltà" ("si dice il peccato ma non il peccatore") al posto della etimologica
forma corretta esatto. Nello stesso
contesto ha anche ricordato il pp. di splendere
ovvero splend-uto, non meno errato, anzi "che non esiste"
proprio (su cui torneremo in altra occasione).
Essendoci occupati proprio di tale problema ne Gli Errori ovvero le Verità nascoste,
Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani 2019, pp. 108-112,
che magari Patota non conoscerà, anzi ancor prima nella rivista "Italiano
& Oltre" 1997 e poi nel 2010 in Per
una grammatica 'laica'. Esercizi di analisi linguistica dalla parte del
parlante (Utet, p. 51), che Patota conosce certamente ma deve aver
dimenticato, riprenderemo alcuni dati (qualcuno nuovo), analisi e argomentazioni sul
problema della norma.
Richiamiamo brevemente innanzi tutto la definizione di
"Errore": un uso, variamente diffuso, giudicato negativamente in base
a un qualche criterio non sempre esplicitato, che in quanto uso è stato
generato da una "Regola-2" spesso inconscia ("nascosta"),
rispetto a una "Regola-1" diversa, antagonista che è invece alla base
dell'uso giudicato corretto.
La Regola-1 [R-1] alla base del pp. esatto
giudicato 'corretto' è quella etimologica
del latinismo (dal lat. exactu(m)).
Il pp. esatto rientra in un
paradigma di circa 20 voci in -atto, per es. tratto, contratto, distratto, redatto, fratto/rifratto, ecc.
La Regola-2 [R-2] ("verità
nascosta") alla base del pp. esig-ito, giudicato 'errato', è quella
sincronica dei pp. dei verbi di III coniug. in -ire (per es. ag-ito,
cap-ito, colp-ito, costru-ito, fin-ito, ecc.) e
quindi presuppone la variante *esig-ìre.
Da rilevare al riguardo la variazione -ito/-uto
in verbi quali: adempiere / adempire: ademp-ito / adempi-uto;
-- compiere / compire: comp-ìto / compi-uto; -- riempiere /
riempire: riemp-ito / riempi-uto), cernere / cernire: cern-ito;
ecc.
La Genesi-1 di esatto è diacronica.
Si tratta infatti di un latinismo, datato av. 1540 G. Guicciardini (DELI),
derivante come accennato "dal lat. exactu(m), propr. p.pass. di exigĕre
'esaminare'".
La Genesi-2 di esig-ito, datata 1657 L. Alessandri (da *esig-ìre) è invece sincronica, ovvero si tratta di una neoformazione analogica sui verbi di III coniug. (finire/-ito, agire/-ito).
A parte gli usi sei-sette- ed ottocenteschi di esig-ito (per i quali rimandiamo al
citato Gli Errori...), riprendiamo 5
ess., di cui 2 tratti dalla pagina letteraria del "Sole 24 ore" e 3
di noti linguisti e di un filosofo:
(i)
Emidio De Felice 1979:
"comprensione (cioè qualità) esigita dalle opere
lessicografiche" (Lessicologia e lessicografia: due principi e due
suggerimenti, p. 41, cit. in "Studi di lessicografia italiana"
vol. 13, 1996, p. 186).
(ii) S. Raynaud: "riconoscere le complesse
regole di scrittura esigite da una sua corretta formalizzazione"
(in AA.VV. Tradurre e comprendere. Pluralità dei linguaggi e delle culture,
a cura di R. Pititto e S. Venezia, Roma, Aracne, p. XI).
(iii) Istituto Teologico
Leoniano Anagni 2015-16: "diritti amministrativi, esigiti secondo
tabelle stabilite dal Consiglio di Amministrazione e approvate dal
Moderatore" (Regolamento dell’istituto teologico, art. 44, p. 111).
(iv) G. Reale: «assolutizzazione del divenire esigito dalla
volontà di potenza in senso globale» («Sole 24 Ore», 28.I.1996 e 1.VI.2003);
(v) M. Mori: «Giuliano
Amato, Carlo Casini e altri sostengono che la riforma dell’articolo 1 del
Codice civile<,> tesa a dare ‘capacità giuridica’ all’embrione della
fecondazione<,> è esigita dall’eguaglianza propria della civiltà
moderna» («Sole 24 Ore», 9.III.97).
Normativamente, l'uso di esig-ito
è quindi corretto in virtù dei suoi utenti colti e non marcati
diastraticamente, né diatopicamente, documentato peraltro fin dal '600.
Si possono così distinguere due norme, con
riferimento alle varietà dell'italiano:
la Norma-1 di esatto
propria dell'italiano standard letterario;
la Norma-2 di esig-ito propria dell'italiano neo-standard.
7. L'avallo dizionaristico
Non va peraltro dimenticato che il Vocabolario italiano di E. De Felice - A. Duro (S.E.I.-Palumbo 1993)
alla voce esigere accanto al
"Part. pass. Esatto, con valore
verbale e di agg. solo nell'accezione burocr. e ammin. di 'riscosso'",
ricorda anche che "Negli altri sign. del verbo è usato a volte esigito, esclus. con valore verbale: adottare le misure eccezionali e. dalle
circostanze".
8. Il periodo
ipotetico col doppio condizionale: un uso "errato"
Nella trasmissione della stessa rubrica del 9 gennaio 2022 lo
stesso Patota è ritornato sul problema della norma a proposito della frase di
un parlante riportata nel titolo di un giornale:
"se non sarebbe rientrata l'avrebbe uccisa".
Che "qualcuno l'ha detto" (o l'abbia detto) è indubbio,
ma non è certamente l'esistenza di un uso un criterio in sé valido per
stabilire se si tratta di una forma corretta o meno. Come chiaramente indicato
nel citato Gli Errori ovvero le Verità nascoste (pp. 184-186) quanto al
periodo ipotetico col doppio condizionale, "La sua presenza in testi in
italiano popolare e in parlanti semi(n)colti giustifica sociolinguisticamente
il giudizio di uso "errato".
8.1. La Regola nascosta e la crescita cognitiva dei telespettatori
Invece, è molto più intrigante esplicitare la "Regola-2"
(inconscia) (lì indicata) alla base di tale uso normativamente
"errato", su cui il buon Patota potrebbe soffermarsi in una prossima
occasione, e in genere a proposito degli usi giudicati "errati",
rispetto al problema scontato della norma (corretto/sbagliato), ai fini di una
reale crescita cognitiva dei telespettatori.
Sommario
1. Il caso mediatico
2. Un vecchio problema
3. Che cos'è l'Errore
3.1. Due Regole antagoniste
4. Due Genesi
5. Gli usi (colti) di esig-ito
6. Normativamente: corretto-errato?
6.1. Due Norme
7. L'avallo dizionaristico
8. Il periodo ipotetico col doppio condizionale: un uso
"errato"
8.1. La Regola nascosta e la crescita cognitiva dei telespettatori
4 commenti:
Vorrei contribuire alla discussione su esatto vs esigito (ma ci sarebbe anche esigiuto), citando un'altra voce autorevole, quale quella del Presidente della Crusca. Scrive infatti Claudio Marazzini nel suo 'L’italiano è meraviglioso'(Milano 2018, Rizzoli, p. 192): «Si potrebbe condannare il participio esigito, da esigere, come parola adatta ai semicolti, quindi da evitare. È vero tuttavia che il participio giusto di esigere, cioè esatto, ha assunto un significato burocratico, oppure vuol dire ''giusto''. Quindi esigito potrebbe essere impiegato al posto di esatto. Confesso però che non userei esigito, ma, se esso scivola fuori da penne illustri e non viene subito fermato dai correttori di bozze, vuol dire che alcuni hanno una certa fiducia nelle sue possibilità di successo».
Alfio Lanaia
Vorrei contribuire alla discussione sul tema esatto vs esigiuto, citando un’altra fonte autorevole, come il Presidente della Crusca. Scrive, infatti, Claudio Marazzini nel suo L’italiano è meragiglioso (Milano 2018, Rizzoli, p. 192): «Si potrebbe condannare il participio esigito, da esigere, come parola adatta ai semicolti, quindi da evitare. È vero tuttavia che il participio giusto di esigere, cioè esatto, ha assunto un significato burocratico, oppure vuol dire ''giusto''. Quindi esigito potrebbe essere impiegato al posto di esatto. Confesso però che non userei esigito, ma, se esso scivola fuori da penne illustri e non viene subito fermato dai correttori di bozze, vuol dire che alcuni hanno una certa fiducia nelle sue possibilità di successo».
Alfio Lanaia
Non concordo con Marazzini: "esigito" colmerebbe il vuoto semantico esistente.
Spero quindi che qualcuno fermi i correttori di bozze, prima che questi intervengano con le loro matite rosse.
Vittorio Pepe
Sono pienamente d'accordo con Vittorio Pepe.
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