Alcuni vocabolari registrano il lemma ‘retrobottega’ fra le parole sovrabbondanti, parole, cioè, che possono appartenere ai due generi: il retrobottega e la retrobottega. Altri, addirittura, solo maschile. A costo di attirarci le ire di tanti linguisti improvvisati diciamo, subito, che il vocabolo in oggetto è tassativamente femminile, con il regolare plurale ‘retrobotteghe’. Come mai, si domanderà qualcuno, prevale la forma errata maschile: il retrobottega? La risposta è semplice: per effetto della sua abbreviazione – “il retro” (della bottega) – il cui uso è molto discutibile.
Retrobottega, insomma, è soltanto femminile per due motivi: 1) la maggior parte dei sostantivi in ‘-a’ sono femminili; 2) tutte le parole composte con ‘retro-’ assumono il medesimo genere della parola che segue il prefisso. Qualcuno, forse, dice “il retroguardia”? qualcuno, insistiamo, dice “il retromarcia”? Due parole ancora. Retro, adoperato assoluto, cioè da solo, perde il valore di prefisso e diventa un sostantivo che sta per “deretano”.
C’è da dire, però – per amore della verità – che da solo “retro” ha anche un significato piú “nobile”: si adopera, infatti, in numismatica per indicare la “faccia” di una medaglia ma anche per indicare il “dietro” di un foglio. Tornando all’uso corretto, cioè al prefisso, si adoperi secondo logica. Se è prefissato a un nome maschile si usi l’articolo maschile, se è prefissato a un sostantivo femminile si adoperi l’articolo femminile: il retroaltare; la retrobottega. Abbiamo notato, in proposito, che alcuni vocabolari per certe parole sono “salomonici”, per altre, invece, sono categorici. Ci spieghiamo.
Prendiamo il termine “retroscena”. Per alcuni dizionari il vocabolo è salomonicamente “bisessuale” o, se preferite, ermafrodito: il retroscena e la retroscena. Retrobocca, invece, categoricamente maschile. La bocca, fino a prova contraria, è di genere femminile. Se questo termine composto (retrobocca) non si vuole classificare di genere femminile lo si faccia, per lo meno, 'ermafrodito': il retrobocca e la retrobocca. Perché due pesi e due misure?
Cosa ha da dire, in proposito, la Crusca ? Approva questa aberrante discriminazione? Non attendiamo, certo, una risposta; però... non si sa mai. Tornando “al” o “alla” retroscena, non condividiamo affatto i “distinguo” che fanno certi vocabolari per giustificare la “bisessualità” del termine: femminile se indica la parte del palcoscenico che rimane invisibile agli spettatori; maschile, invece, per indicare ciò che accade dietro la scena e soprattutto, in senso figurato, l’insieme dei maneggi occulti che si nascondono dietro un affare. Ciò che abbiamo scritto sono opinioni personali; voi, amici blogghisti, seguite la vostra “coscienza linguistica”.
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Vocabolario Palazzi: retrobottéga sf. stanza o vano che è dietro la bottega: la retrobottega. M.E. è errore considerare tal nome come maschile, dovendosi sottintendere il nome femminile stanza.
1 commento:
Effettivamente, in fatto di cambio manuale di un autoveicolo, si dice "metto la prima", la seconda, ... la retromarcia.
Renato P.
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