di Salvatore
Claudio Sgroi
1. L'evento
È
appena trascorsa la giornata del 25 marzo dedicata a Dante (Alighieri)
1265-1321, "padre della lingua italiana", a partire da quest'anno
istituzionalmente decisa dal Governo, dietro proposta del Ministro per i beni e
le attività culturali, Dario Franceschini. Un'iniziativa nata grazie al giornalista
e scrittore Paolo Di Stefano, che ha trovato pronta eco presso l'Accademia
della Crusca, a partire dal presidente emerito Francesco Sabatini. La scelta
del 25 marzo si giustifica col fatto che il 25 marzo 1300 aveva inizio il
viaggio di Dante nell'aldilà della Commedia.
2. Il
certificato di nascita di Dante-day e
Dantedì
L'articolo di Paolo di Stefano
del 3 febbraio 2018 a p. 21 sul
"Corriere della Sera" segna per così dire l'atto di nascita, ovvero
la data di prima attestazione, nonché il glottoplaste o onomaturgo, di Dante-day (e in seconda battuta) tra caporali di «Dantedì». Il titolo dell'articolo, di spalla, disposto su
tre righe, recita infatti: "Un
Dante-day / per festeggiare / il poeta nel 2021". Ed è preceduto da un
sovratitolo: "La proposta".
Il giornalista ricorda iniziative di altri Stati che non mancano di
onorare annualmente il proprio sommo scrittore nazionale, così James Joyce in Irlanda, festeggiato ogni 16 giugno (già dal
1950) col «Bloomsday», così Cervantes per la Spagna e
Shakespeare per l'Inghilterra il 23 aprile, data della loro morte, o Fernando
Pessoa per il Portogallo, ecc. Tenuto anche conto dell'influenza di Dante sulla
letteratura mondiale, "non si capisce -- sottolinea P. Di Stefano --
perché le Società dantesche e le Accademie e i ministeri congiunti in vista del
2021 (anniversario di morte) non riescano a proporre, tra i mille festival
inutili, una data di festa dantesca, un
«Dantedì» che coinvolga le capitali europee e gli Istituti di cultura
disseminati ovunque".
2.1.
Neoformazione anglicizzante Dante-day
Alla luce di questi dati, il lessema Dante-day si configura in italiano come composto neologico
ricalcato sull'inglese sia lessicalmente (per la scelta di -day) sia strutturalmente per l'ordine del determinante a sinistra
(Dante) rispetto al determinato -day. Possiamo quindi definire questo composto
non un prestito-importazione dall'inglese, ma una neoformazione italiana
anglicizzante, che peraltro non è un occasionalismo.
I
composti con -day in italiano hanno
infatti una loro vitalità. Il De Mauro
2000 lemmatizza day come "s.m.inv.
ES[otismo]
ingl. 'giorno in cui si verifica un avvenimento o si celebra una ricorrenza'",
datandolo 1993, derivante dall'ingl. day propr. 'giorno'. E soprattutto
ricorda anche che "posposto a un sostantivo e preceduto da un
trattino forma lessemi s.m.inv.", indicando esempi analoghi al nostro,
ovvero neoformazioni italiane
anglicizzanti quali compleanno-day, matrimonio-day,
Giampaolo Rossi-day.
Analogamente lo Zingarelli 2019, lemmatizza "-day" definito in maniera più pertinente "secondo
elemento", che "in parole composte, indica il giorno in cui si
verifica un avvenimento o se ne celebra la ricorrenza, oppure una giornata
particolarmente importante per la persona o il personaggio designato dal primo
elemento", con due ess. non neoformazioni, ma importazioni-prestiti inglesi:
D-day, Columbus-day. L'es. D-day è a sua volta
lemmatizzato, come anglicismo, s.m. 'giorno dello sbarco delle forze armate
americane e britanniche in Normandia (6 giugno 1944)' datato 1987, derivante
dall'ingl. D-Day.
Anche il Devoto-Oli
2018-19 lemmatizza day in quanto "secondo elemento",
"di parole composte o di locuzioni", indicante "il giorno in cui
si verifica un avvenimento o se ne celebra la ricorrenza", con ess. quali D-day,
election day, John Lennon day, "voce ingl., propr. 'giorno'",
datato "prima del 1980". Il composto D-day è quindi lemmatizzato e datato 1987, in quanto
"Voce ingl. comp. di d(ated) 'datato' e day 'giorno',
con riferimento al ricordato sbarco in Normandia. E non diversamente election day s.m. 'giornata
dedicata a più elezioni elettorali', datato 1992, "Voce ingl. comp. di election
'elezione' e day 'giorno'".
Nel
riquadro intitolato "Per dirlo in italiano" (p. 748) lo stesso
Devoto-Oli ricorda altri composti quali il family
day, il no tax day, il v-day o vaffa day. E soprattutto si sofferma sui composti neologici dovuti
al calco del modello inglese [Determinante-determinato] -- neoformazioni in italiano,
non più importazioni tout court
dall'inglese, si potrebbe dire per "un'induzione" di -day come confisso: "Il
termine day è per lo più abbinato ad
altre parole inglesi, ma negli ultimi tempi è sempre più spesso affiancato
anche a parole italiane (il casa day, il
firma day [il v-day o vaffa day], ecc.) a riprova di un suo
profondo radicamento nella nostra lingua".
2.2. Produttività del costrutto
anglicizzante "Nome italiano + -Day"
Una
ulteriore conferma della produttività del costrutto "Nome italiano + -day" nell'arco di questi ultimi
vent'anni è fornita dalle quattro raccolte di neologismi di G. Adamo- V. Della Valle: Neologismi
1998-2003 (Olschki 2003), 2006. Parole Nuove (Sperling &
Kupfer 2006), Neologismi (Treccani-2009),
Neologismi 2008-2018 (Treccani-2018).
In seguito alle importazioni-prestiti
dell'inglese la creatività del costrutto "Nome italiano + -day" si rivela nelle neoformazioni anglicizzanti, con determinante italiano,
per es. Barrichello Day 2001; -- Batistuta-day 2000; -- clic day 2007, 2008
'giornata dedicata all'invio telematico di richieste, soprattutto di nullaosta
degli extracomunitari'; -- Codino-day
2002 'giornata in cui si festeggia Baggio, detto Codino'; -- Fiabaday s.m. 2003, 2004
'giornata di sensibilizzazione del Fondo
Italiano per l'Abbattimento delle Barriere
Architettoniche per i disabili'; -- Padania day 2001 (3 ess.) 2004; -- Papa-day, PapaDay m.inv. 'giornata in onore del
Papa', es. "presenti nella giornata del 'Papa-day" 2000 (e
2008, 2011, 2017) in quanto non esistente in inglese definito
"pseudoanglicismo"; --
referendum day 1999, 2001 (3 ess.); -- risparmiatori-day m. 2004
'giornata dei risparmiatori, del risparmio'; -- risparmio day 2004
"arriva il risparmio day"; --
Sofia-Day 2001; -- Stival day 2000 'giornata in
cui i commercianti mettono gli stivaloni a Venezia per protestare contro i
mancati interventi per fronteggiare l'acqua alta'
("pseudoanglicismo"); -- tangenziale
day 2002; -- V-Day 'il
giorno di Walter Veltroni, nominato segretario del PD' 2007 ("pseudoanglicismo"),
con le varianti Veltroni Day 1996,
2001, 2007; e W-day 2007
("pseudoanglicismo").
2.3. E Dantedì?
Se
Dante-day,
alla luce di quanto sopra, si configura come neoformazione anglicizzante
lessicalmente (-day) e strutturalmente
per l'ordine dei costituenti, -- la variante Dantedì continua a
configurarsi come strutturalmente anglicizzante per l'ordine, come detto, dei
costituenti, mentre il -dì si
configura come traduzione dell'ingl. -day.
Il costrutto
diventa così in superficie, quanto ai significanti, tutto italiano, ma
strutturalmente resta anglicizzante. Difficilmente
il composto Dantedì sarebbe peraltro
nato senza la presenza di Dante-day,
a sua volta reso possibile dall'entrata di non poche importazioni-prestiti in italiano
di voci inglesi, quali D-Day 1987, shopping day 1990, open day 1992, election day 1996,
boxing day 1998, euro day 1998 (e
2000, 2001: 3 ess.) 'giorno di
entrata in circolazione dell'euro', Bingo-day
2001, e-day 2001 'election day', immigration-day 2001, 2002, no-tax day 2004, ecc.
2.3.1. Altri composti in -dì?
Una scorsa al lemmario del De Mauro
permette ancora di accertare altri composti in -dì, tra cui, quelli qui pertinenti, i nomi della settimana: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì,
venerdì, con -dì col valore di
'giorno, dì'. Dì s.m.inv. LE(tterario) 'giorno' (ess. ai miei
dì, ai miei tempi, i dì andati),
2ª metà XIII sec., dal lat. dīe(m).
Tutti latinismi, risalenti al
Due-Trecento, così nel De Mauro 2000:
Lunedì
A(lto)U(so) 1282, "loc. lat. Lūnae dĭe(m)
propr. 'giorno della Luna'".Martedì s.m.inv. AU 1238, "loc. lat. Martis dĭe(m) 'giorno di Marte'".
Mercoledì s.m.inv. A(lta)D(isponibilità) av. 1348, "loc. lat. Mercŭrĭi dĭe(m) 'giorno di Mercurio'".
Giovedì s.m.inv. CO(mune) 1292, "loc. lat. Iōvis dĭe(m) 'giorno di Giove'".
Venerdì s.m.inv. AU av. 1348, "loc. lat. Vĕnĕris dĭe(m) 'giorno di Venere'".
L'opzione di Dantedì (2018) al posto di Dante-day presenta così la coincidenza
strutturale -- ma non lo stimolo iniziale per la sua formazione -- con i cinque
latinismi due-trecenteschi su citati, con la differenza non secondaria della
opacità semantica per il parlante comune del -dì dei giorni della settimana rispetto al -dì 'ricorrenza' di Dantedì.
3. F. Sabatini
fautore del Dantedì
In una
intervista di E. Chiari del 23 marzo 2020 in Famiglia Cristiana alla domanda su com'era nata l'idea del Dantedì, Francesco Sabatini ha così
risposto, rivendicando (si direbbe) la primogenitura del Dantedì rispetto a un altrui Dante-day:
«L’idea della giornata è di Paolo Di
Stefano, giornalista del Corriere della sera. “Dantedì” mi è venuto conversando con lui: volevo un nome
solo, originale, comprensibile a tutti e in grado di scalzare il dante-day che desideravo evitare:
come martedì è il giorno di Marte, il
25 marzo sarà il giorno di Dante, che veneriamo come una “divinità” linguistica
e culturale».
In precedenza lo stesso Sabatini il 2 luglio 2019 in "Facebook. Accademia della Crusca", "Dantedì, parola vivace e veloce.... ", aveva così commentato il composto bypassando il contemporaneo Dante-day, per collegare Dantedì direttamente ai due-trecenteschi latinismi lunedì, ecc.:
"A qualcuno suonerà, a tutta
prima, come una mascheratura di un’espressione anglicizzante con day. Non è così. Dantedì è nato (in una mia conversazione telefonica con Di
Stefano) pensando ai nostri giorni della settimana — lunedì, martedì e quel
che segue — intitolati a una divinità, o quasi".
Lo "scalzare" e
l'"evitare" il dante-day,
implica però riconoscerne la pre-esistenza rispetto a Dantedì, ovvero la 'conditio
sine qua non' alla base
dell'esistenza di Dantedì, che si
configura inevitabilmente come traduzione lessicale (non strutturale, dato
l'ordine dei due costituenti), di Dante-day,
una traduzione in felice e casuale, sì, coincidenza (e solo coincidenza) con i
composti due-trecenti latinismi, lunedì,
ecc., la cui testa -dì è peraltro
semanticamente oscura per i comuni italofoni.
3.1. R. Coluccia
sulle orme del maestro
Lo storico della lingua Rosario Coluccia, allievo di F. Sabatini, si è a
sua volta espresso sul problema linguistico, riprendendo l'analisi e le
argomentazioni di Sabatini.Da un lato ha ricordato la paternità dell'iniziativa:
"Il
nome «Dantedì» è nato in una conversazione telefonica tra Francesco Sabatini, presidente
onorario dell’Accademia della Crusca, e Paolo Di Stefano, il giornalista del
«Corriere» che per primo ha lanciato la proposta" (Ecco il "Dantedì", il giorno in più per una Commedia, in
"Quotidiano di Puglia",
Domenica
15 Settembre 2019).
Dall'altro ha ribadito l'analisi di Sabatini, a
favore del costrutto (in superficie) tutto italiano, ma rincarando, come dire,
la dose sulla presenza del -day , in
quanto "scimmiottamento" dell'inglese:
"La neoconiazione ricalca il modello
che nella nostra lingua ha dato origine ai nomi dei giorni della settimana (lunedì lunae dies, cioè ‘giorno della luna’; martedì martis dies, cioè
'giorno di Marte'; ecc.). E dunque «Dantedì», cioè ‘giorno di Dante’, evitando
lo scimmiottamento dall’inglese che mettiamo in atto quando parliamo di election day, family day, ecc." (ibid.).
L'A. se l'è presa anche con un ulteriore
neologismo, sembrerebbe occasionalismo, wind day ‘giorno del vento’, per il
quale ha proposto quale traducente italiano, in nome della chiarezza, «giorno della reclusione forzata»:
"Ho
letto con incredulità che a Taranto si sono inventati il wind day ‘giorno del vento’, per indicare che quando
il vento soffia in maniera intensa i cittadini sono invitati e restare in casa
e a tappare porte e finestre, per impedire che le polveri sottili di matrice
industriale devastino polmoni e salute. Pura ipocrisia. Evitiamo, per favore,
di edulcorare con il ricorso all’inglese fatti che dovrebbero essere crudamente
qualificati nella loro tragicità, usando la lingua italiana compresa da tutti.
Il wind day non è una festa, diciamo
«giorno della reclusione forzata», sarà più chiaro".
3.1.1. Prestigio
culturale e tecnologico, potere evocativo dell'inglese/angloamericano
Sulla presenza degli anglicismi in italiano come negare però il
prestigio mondiale dell'inglese/anglo-americano esercitato sulle lingue del
mondo?
Sul
tema lo storico della lingua Riccardo
Gualdo ha di recente ricordato che "il prestigio dell'inglese
come lingua internazionale, veicolo di un modello culturale e tecnologico di
successo, è fortissimo" (Anglicismi,
2020 p. 41). Che "Gli anglicismi seducono perché sono evocativi
(dicono le stesse cose, ma in modo più efficace o più apprezzato dai
parlanti)" (p 41), sottolineando la "potenza espressiva"
dell'inglese" (p. 111).
Sul
"prestigio" e il "potere evocativo" ha più volte insistito
nel suo volume. Così a proposito di caps o bads: "forme facili da ricordare e
semplici da pronunciare, oltre che evocative per il prestigio tecnologico
degli angloamericanismi" (p. 108). Così riguardo a spread e bond: "In entrambi i casi spicca la funzione
soprattutto evocativa della parola straniera, aiutata anche dalla brevità
[...]" e spesso "da una oggettiva semplicità di pronuncia" (p.
109).
Gli
anglicismi sono insomma ritenuti dei "doni" e un'occasione di
"arricchimento" per l'italiano. Ci sono infatti "tanti diversi modi
in cui l'inglese entra nel nostro vocabolario, modificandolo, arricchendolo,
perché no?, e rimodellandolo" (p. 85).
3.2. C. Fucarino
"sciovinismo linguistico" o neopurismo?
Ritornando al
nostro composto, il calco di Dantedì su Dante-day (e non già, ribadiamo, su lunedì, ecc.) è peraltro vivo nella
coscienza linguistica dei parlanti, come rivela la reazione di Carmelo Fucarino (su "La
Voce di New York" 25 marzo 2020) in un intervento intitolato: "Dantedì,
un’idea poetica dal suono un po’ “americano” ma che oggi ci serviva,
eccome". L'A. riprende sì le argomentazioni di Sabatini, ma con un giudizio di "sciovinismo linguistico"
certamente esagerato, al più neopuristiche, per quanto riguarda "il conio
italiano" (di Dantedì) che
riprende "il conio latino" rispetto al (per lui) "più
moderno e raffinato Dante Day":
"Non
allarmatevi, carissimi amici e fratelli di Italia. Non è il giorno nuovo di una
settimana allungata, ma un segno di sciovinismo linguistico. Vuol
semplicemente dare un conio italiano agli abusati “day” anglosassoni, da
Columbus day e così via. Il prof.
Francesco Sabatini, accademico della Crusca e ideatore della giornata in una
telefonata con Paolo di Stefano ha voluto tradurre in lingua italiana il più
moderno e raffinato Dante Day.
Sabatini
precisa che vuol riprendere il conio latino lunae
dies, martis dies, etc.
Omaggio a Dante e al suo rimprovero a certi italiani del tempo, ma anche
rifiuto di una 'mascheratura di un’espressione anglicizzante'. Era
forse vietato trasferire queste coniazioni in sintassi latina al nostro
volgare? D’altronde con un salto poetico gli sembra fonosimbolicamente più
bello dire dì per indicare 'il
giorno', 'la luce'".
4.
Conclusione
Concludiamo,
ribadendo il processo di formazione del nostro composto, che presuppone la
sequenza delle seguenti fasi:Fase-1) Prestiti-importazioni di composti inglesi, come D-Day 1987, shopping day 1990, open day 1992, election day 1996, boxing day 1998, euro day 1998, Bingo-day 2001, e-day 2001, immigration-day 2001, no-tax day 2004, ecc.
Fase-2) Neoformazioni anglicizzanti "Nome italiano + -Day" (per alcuni "pseudoanglicismi") ess. Veltroni Day 1996, referendum day 1999, Batistuta-day 2000, Papa-day, PapaDay 2000, Stival day 2000, Barrichello Day 2001, Padania day 2001, Sofia-Day 2001, W day 'Walter (Veltroni) day' 2001, Codino-day 2002, tangenziale day 2002, Fiabaday s.m. 2003, 2004, risparmiatori-day 2004, risparmio day 2004, clic day 2007, V-Day 'Veltroni day' 2007, W-day 'Walter Veltroni day' 2007, ecc.
Fase-3) Neoformazione anglicizzante "Nome italiano + -Day": Dante-day (3 febbraio 2018, P. Di Stefano).
Fase-4) Calco sulla neoformazione anglicizzante "Nome italiano + -Di": Dante-di, coincidente con latinismi due-trecenteschi, semanticamente opachi, lunedì ecc. (telef. di F. Sabatini ante ???, e 3 febbraio 2018, P. Di Stefano).
Un analogo
composto a Dante-dì ma semanticamente
più trasparente, è costituito infine da euro-giorno
2002 'giornata in cui si utilizza l'euro constatando l'aumento dei
prezzi che ha provocato', rispetto a euro-day
2000 'giornata dell'euro, della presentazione ufficiale e data di
entrata in circolazione della nuova moneta europea'.
Sommario
1. L'evento2. Il certificato di nascita di Dante-day e Dantedì
2.1.
Neoformazione anglicizzante Dante-day
2.2.
Produttività del costrutto anglicizzante "Nome italiano + -Day"
2.3.
E Dantedì?
3. F.
Sabatini fautore del Dantedì
3.1. R.
Coluccia sulle orme del maestro
3.1.1. Prestigio culturale e tecnologico, potere
evocativo dell'inglese/angloamericano
3.2. C.
Fucarino "sciovinismo linguistico" o neopurismo?
4. Conclusione
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