1. Evento
editoriale
Finis coronat opus è il titolo di un originale volumetto a cura di Raffaella Bombi (Edizioni dell'Orso
2020, pp. 90), il cui sottotitolo tranquillizza decisamente il lettore, niente
a che fare col corona-virus, ma una: "Giornata con Vincenzo Orioles".
Quanto
al titolo, con la Treccani on line si
può chiarire che Finis coronat opus è
una "Frase lat. [adde: attribuita
tradizionalmente ad Ovidio] spesso ripetuta: «la fine corona l’opera, è
coronamento dell’opera», ne è cioè la conclusione, che costituisce anche il
premio della fatica durata (ma talvolta finis è interpretato come il
fine, lo scopo dell’azione)".
Il
volumetto è l'occasione per la pubblicazione in primo luogo della
presentazione-lectio magistralis di
Marco Mancini ("Percorsi linguistici
e interlinguistici. Note di lettura" pp. 21-37) del ponderoso volume Percorsi linguistici e interlinguistici.
Studi in onore di Vincenzo Orioles (Udine, Forum 2018, pp. 736) per il pensionamento (o "andata in quiescenza" o
"giubilazione") del glottologo Vincenzo Orioles, -- e dell'amarcord
pungente ed auto-ironico "Per
Vincenzo: ricordi e nostalgie" di Romano Lazzeroni (pp. 39-43),
recentissimamente ahimè scomparso, quasi 90enne.
2. Finalità del
volume
In
questa sede non ci soffermeremo sul contributo scientifico e la
"frenetica" attività organizzativa e promozionale scientifico-politica
del collega e amico siciliano, trapiantato a Udine alla scuola linguistica di
Roberto Gusmani, illustrati tra l'altro da R. Bombi (pp. 3-7), nonché dal
rettore A.F. De Toni (pp. 11-13), da G. Morandini (pp. 15-16), da A. Zannini
(pp. 17-18), né sulla presentazione di M. Mancini o l'amarcord di R. Lazzeroni,
appena ricordati.
Ma --
prendendo lo spunto dall'intervista di Francesco Costantini ad Orioles "La linguistica al crocevia dei saperi"
(pp. 47-55) e dal coinvolgente foto-racconto "Un percorso per immagini" (pp. 59-89), dello stesso Orioles,
corredato di foto e disegni storici (pp. 71-89) nell'arco di oltre un
cinquantennio, -- vogliamo solo focalizzare alcune idee sulla funzione che le
scienze del linguaggio, i linguisti e l'università possono ancora svolgere,
come sottolinea Orioles, nell'attuale fase storica, certamente problematica,
soprattutto per quanto riguarda il futuro dei nostri studenti e delle prossime
generazioni.
3. Gli studenti
e la loro competenza linguistica
Dinanzi
al problema degli italiani italofoni ormai al 95%, ma solo al 20% attrezzati
con "gli strumenti per adoperarla [la lingua italiana] con piena sicurezza" (p. 68),
secondo un'affermazione di T. De Mauro del 2011, Orioles, richiamando ciò,
osserva che "questa paradossale condizione si riflette in parte anche tra
gli studenti del XXI secolo". Ma, giustamente avverte che "la
criticità non deve scoraggiarci, tutt'altro!" (ibid.).
4. Ruolo dei
linguisti, delle scienze umanistiche, delle scienze del linguaggio
Orioles
individua quindi nei "linguisti" gli agenti di un possibile
cambiamento di tale situazione:
"Tra
quanti praticano le scienze umane i
linguisti hanno infatti un vantaggio: dispongono degli strumenti
metalinguistici per contrastare la deriva" (ibid.).
Un
compito questo più in generale delle scienze umanistiche:
"Gli
studi umanistici sono chiamati oggi
a fronteggiare questo problema -- continua Orioles -- e a trovare nuovi
intrecci didattici tra linguaggi, memoria e valori, cercando al tempo stesso di
connettersi con la contemporaneità e i suoi problemi culturali e sociali"
(ibid.).
E
ancora sul rapporto tra università e mondo del lavoro, osserva che:
"Come docenti e come formatori abbiamo anche il compito di trasmettere motivazioni positive all'apprendimento facendo leva sulle nostre competenze specifiche ma anche ricordando come negli ultimi anni da ampi settori della società e del mondo produttivo vengono sollecitazioni alla formazione di nuove figure professionali incentrate su una preparazione linguistica" (ibid.).
"Come docenti e come formatori abbiamo anche il compito di trasmettere motivazioni positive all'apprendimento facendo leva sulle nostre competenze specifiche ma anche ricordando come negli ultimi anni da ampi settori della società e del mondo produttivo vengono sollecitazioni alla formazione di nuove figure professionali incentrate su una preparazione linguistica" (ibid.).
Insomma
ci si auspica che:
"Mai
come in questi anni le scienze
linguistiche possono tornare a svolgere quel ruolo pilota delle scienze umane che hanno avuto in altre stagioni
della loro storia, e acquistare una nuova, utile funzione di cerniera tra campo
umanistico e ricerca tecnologico-scientifica" (pp. 53, 68).
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