giovedì 19 marzo 2020

Sgroi - 45 - I francesismi nella storia della lingua italiana


di Salvatore Claudio Sgroi
              
1. L'evento editoriale
Il n. 9 dei 25 volumetti previsti nella bella collana "Le parole dell'italiano", promossa dallo storico della lingua Giuseppe Antonelli per il "Corriere della Sera, è dedicato ai Francesismi (pp. 156) "nella storia della lingua italiana", autrice la bravissima storica della lingua Roberta Cella, a cui si deve il denso omonimo saggio nell'Enciclopedia della lingua italiana a c. di R. Simone-G. Berruto-P. D'Achille (Treccani 2010, pure in rete), e il notevole vol. su I gallicismi nei testi dell'italiano antico: dalle origini alla fine del sec. XIV (Accademia della Crusca 2003).

2. L'indice
Il volumetto, un'incursione nella storia dell'italiano via francesismi, è articolato, secondo il formato editoriale della collana, in due sezioni di 7 capp. ciascuna: I) "Francesismi" (pp. 11-66), essenzialmente in prospettiva storica interna ed esterna, e II) "Parola per parola" (pp. 69-114), un approccio tematico e storico-strutturale, oltre III) una sezione di "Strumenti", costituiti da un "Atlante" di grafici (pp. 119-25) sulla distribuzione in sincronia e in diacronia dei francesismi, da una "Biblioteca" ovvero una significativa bibliografia (pp. 127-39) relativa ai 14 capp. del testo, e da un prezioso "Glossario" (pp. 141-56) delle circa 700 parole variamente discusse con rinvii alle pagg. per una puntuale rapida consultazione. Il tutto preceduto da una arricchente "Presentazione" storica di G. Antonelli (pp. 7-9).

3. Un testo di divulgazione esemplare
Un testo, questo della Cella, che guida in maniera straordinariamente efficace il lettore (non specialista, studente o meno) alla problematica storica e all'analisi tecnica dei francesismi, con un notevole equilibrio tra uso dei tecnicismi necessari ed esemplificazione sapientemente scelta in funzione della illustrazione del contatto dell'italiano col francese, dalle origini ai giorni nostri.

4. Incidenza dei francesismi nella storia dell'italiano e nei dialetti
In totale, in italiano si contano, stando a un saggio di L. Lorenzetti del 1998 (utilizzato dall'A. p. 119), 3.951 francesismi e 210 provenzalismi, ovvero il 4,09% del lemmario del Sabatini-Coletti 1997 (p. 120). Nella fattispecie ben 625 risalgono al Duecento e al Trecento, 590 al Quattro-Cinque-Seicento, ben 1692 al Sette e Ottocento e 1323 al Novecento (p. 122), senza dire dei francesismi nei dialetti italiani (pp. 25, 47, 84; II/cap. 4, pp. 93-94, 96). Circa 3mila sono i francesismi "adattati" ovvero "mimetizzati" e in genere non riconoscibili, e circa 200 i provenzalismi (p. 24). Su 359 francesismi del periodo compreso tra il 1500 e il 1850 i prestiti "adattati", sono 126, quelli "integrali" invece 49 e i "calchi" 184 (p. 124).

5. Storia "interna" ed "esterna" dei francesismi
In sintesi, il volumetto è, come accennato, un capitolo di storia della lingua italiana, ovvero dei francesismi (circa 700) nella prospettiva saussuriana di "storia interna", e di "storia esterna" in un'ottica prevalentemente "retrospettiva" (muovendo cioè dai francesismi attuali). Ma anche "prospettica" (i francesismi del passato), soprattutto i capp. I/5 "I gallicismi dalle origini del volgare alla metà del Trecento" (pp. 43-49), I/6 "Il Seicento e il Settecento: la gallomania" (pp. 51-59), I/7 "L'Ottocento e il primo Novecento" (pp. 61-66). L'A. evidenzia nell'ottica della storia "esterna" le epoche di particolare influenza del francese: nel '200-'300, e '600-'700-'800, prima metà del '900, nelle altre epoche prevalendo l'influenza dello spagnolo ('400 e '500), e dell'anglo-americano (da metà '900 ad oggi), complessivamente pur sempre inferiore a quella francese.

5.1. Storia "interna" dei francesismi
Sulla storia prevalentemente "interna" dei francesismi si soffermano i capp. I/1-3.
Nel cap. I/1 "Che cosa sono i francesismi" (pp. 13-19), con ricorso a una terminologia essenziale e chiarita al momento giusto, si distinguono tra l'altro i "francesismi" in generale in a) "oitanismi" (o "gallicismi" o "francesismi") ess. cera 'viso' (p. 46), approcciare (p. 24), onire 'disonorare' (p. 32), saggio 'savio' (p. 46), svegliarsi (p. 73), bisogno (ibid.), masnada (p. 72), e in b) "occitanismi" (o "provenzalismi" o "gallicismi") (p. 19), ess. abbellire (p. 32), speglio 'specchio' (p. 23), agio (ibid.), -atge '-aggio' (p. 104), coraggio (ibid.), savio (p. 46).
Nel cap. I/2 "Riconoscere i francesismi" (pp. 21-25), ci si sofferma soprattutto su quelli "mimetizzati" (pp. 21, 66) o "adattati" (p. 24) circa 3000 (p. 21), su base soprattutto fonetica, per es. giardino, mangiare, vermiglio ecc. (p. 22).
Nel cap. I/3 si illustrano i "Tipi di francesismo e modi di adattamento" (pp. 27-36): i "prestiti" (p. 15, 27), "adattati" (pp. 15, 24, 27) o "mimetizzati" (pp. 21, 66) es. frangia (p. 28) vs quelli "integrali" o "non-adattati", es. "la coiffeure" (p. 28);
-- gli "occasionalismi/casuals" (p. 56) es. "Mais parbleu, et parvert" (1767-1768) (p. 57); e le "citazioni occasionali" per es. "i calzoni aux bas rouléz" (p. 28);
-- i "calchi strutturali o morfologici" (p. 31) o "composti" (p. 29) ess. salvacondotti (ibid.), colpo di stato (p. 30), messa in onda, presa di coscienza, libertà d'azione (p. 31), le "giustapposizioni" (ibid.), ess. caso-limite, giornata-tipo (ibid.) e i "calchi semantici", ess. attuale 'presente', seducente 'attraente' (p. 30).
L'A. si sofferma a lungo sull'adattamento fonetico delle vocali e delle consonanti del francese (pp. 34-36).
Sull'adattamento morfologico del genere grammaticale ci sono solo due ess.: le abat-jour 'le lampade' ma s.m. in fr. (p. 21), il purè ma s.f. in fr. (p. 92), e aggiungiamo: un affaire (ma s.f. in fr.), gli archives (ma s.f. in fr.), le mémoires (ma s.m. in fr.), ecc.

6. Suffissi e "induzione di morfema"
L'A. affronta anche il problema dell'adattamento dei suffissi francesi (pp. 32-34), ovvero dei "suffissi, in grado di formare nuove parole a partire da una base lessicale preesistente" (p. 34), per ritornare analiticamente sul tema nel cap. II/6 "Non solo parole" (pp. 103-107).
 Una volta entrati in italiano non pochi francesismi, derivati in -iere e -aggio, il suffisso è stato così trasferito a basi italiane per dar luogo a neoformazioni italiane, un processo indicato da R. Gusmani "induzione di morfema". Così se cavaliere, gonfaloniere, mestiere, giardiniere, ostelliere ecc. sono tutti francesismi, invece cassiere ("1383, der. di cassa con -iere"), banchiere 1211, bancarottiere 1723, ecc. sono neoformazioni col suffisso -iere.
E così da prestiti come selvaggio (av. 1250, dal provenz. ant. salvatge, fr. ant. salvage, dal lat. silvaticus propr. 'del bosco' "), vantaggio ("av. 1321, dal fr. avantage"), pellegrinaggio ("2ª metà XIII sec., cfr. fr. pèlerinage"), ecc. si sono formati in seguito ad induzione di morfema neoformazioni con -aggio quali romitaggio (fine XIII sec.) peregrinaggio (av. 1348), ancoraggio (1488), ecc.

7. L'inglese scalza il francese
Nel cap. I/4 "I francesismi nell'italiano contemporaneo" (pp. 37-41) l'A. si sofferma sulla concorrenza francesismi/anglicismi, ovvero sulla invasione degli anglicismi che scalzano i francesismi, anglicizzati anche nella pronuncia non più tronca, ma sdrucciola, per es. fèstival, Cànada (p. 38), o (aggiungiamo) Charles Àznavour, o nella grafia shock < fr. choc (ibid.), o tout court nella sostituzione dei lessemi i leggins pro fuseaux/fusò, team anziché équipe, ecc.
                                                      
8. Approccio storico e descrittivista
L'approccio ai francesismi è lungi dall'essere neopurista. "Prestiti e calchi -- avverte subito l'A. -- sono [...] modi per arricchire le possibilità espressive della società che li assume nella propria lingua, che, per qualche motivo, le attinge dall'esterno invece che crearle all'interno delle proprie strutture" (p. 17) in luogo cioè di "neologismi" (p. 32), o "neoconiazioni" (p. 64) ovvero "neoformazioni" e (demaurianamente) "neosemie".
Il prestito "è un fenomeno del tutto normale e fisiologico, che dipende principalmente dal diverso prestigio delle culture e delle lingue in causa [...]", ribadisce l'A. (ibid.).
Non a caso, nel cap. II/5 "Parole per pensare" (pp. 99-101), l'A. ricorda gli "europeismi" leopardiani, per es. analisi, fanatismo, egoismo, ecc., condivisi da tante lingue, che indicano non solo "nuove parole" ma "nuovi concetti che permettono di categorizzare la realtà in modo diverso dal passato" (p. 100) e che censurare significherebbe "mettere l'Italia fuori di questo mondo e di questo secolo" (ibid.).

8.1. Forestierismi e "funzione comunicativa"
Come ricorda l'A., nell'800 il purista A. Cesari (1809) lamentava "l'assenza di necessità" (p. 63) nell'adozione dei forestierismi e neologismi, e G. Bernardoni (1812) distingueva i "prestiti superflui" (p. 59) "pur radicati nell'uso" e quelli "da rigettare" (ibid.), e non diversamente Fanfani-Arlia 1877 e Panzini 1905 (pp. 96-97), ecc.
L'A. si guarda bene invece dal giudicare i forestierismi e neologismi in base alla teoria dei 'prestiti di necessità' e dei 'prestiti di lusso'. L'unico criterio che qui è presente in termini normativi è quello della "funzione comunicativa" (p. 64). Ovvero l'uso del francesismo (e dell'anglicismo, e dell' "italiese odierno", ibid.) è lasciato alla responsabilità dell'utente che deve valutare il livello di comprensibilità per il proprio interlocutore.

8.1.1. L. Pirandello 1906 antipurista
En passant, si potrebbe ricordare la posizione anti-purista di L. Pirandello all'inizio del '900, -- contro  un’ordinanza del sindaco di Roma avversa all’uso delle parole straniere nelle insegne dei negozi --, espressa nell'articolo, ironico già nel titolo, Un trionfo nazionale, apparso sulla «Gazzetta del popolo» del 1906, riedito col titolo Per l’ordinanza d’un sindaco nel 1908, Pirandello fa riferimento in particolare a termini quali chauffeur (il miglioriniano autista risalendo al 1932), frack («marsina»), pardessus («soprabito»), passe-partout (dei quadri «sopraffondo»), salon («barbiere, barbieria»), tout-de-même («vestiario completo»), vient-de-paraître (‘novità libraria’), bijouterie («bigiotteria»), chemiserie.
Il tono di Pirandello è di pungente ironia verso l’ordinanza. Nella brillante chiusura dell'articolo, a proposito di chemiserie («camiceria»), con ironico gioco dichiara infatti di non voler affatto sostituire tale termine. «Consiglio, infine – scrive l’autore – a quel negoziante di camicie […] di non toccare affatto […] la sua insegna francese, che è un vero monumento! Francese sì, ma si può leggere benissimo anche in italiano, senza alterare il senso […]. L’insegna dice: Che miserie».

8.2. "Pseudo-francesismi", "pseudo-prestiti"
Quanto agli "pseudo-francesismi" (cap. II/7, pp. 109-14), da un lato sono (neopuristicamente) dovuti a "distorsioni del senso originario" (p. 111, anche pp. 112, 113). Dall'altro, però, anche uno pseudo-francesismo, per es. caveau (p. 112), prémaman, porte-enfant (p. 111), in quanto "pseudo-prestito" (p. 114) ha la funzione di "colmare reali vuoti della lingua, e quindi arricchirla (e arricchire con essa il nostro modo di pensare e le nostre abitudini), o per evocare possibili modi di vivere migliori e più moderni" (ibid.).

9. Terminologia tecnica e i doni?
L'A. adotta, come accennato, termini tecnici essenziali, quali forestierismo (scartando invece stranierismo) presente in forma di prestito e di calco (pp. 15, 27, ecc.), senza dire del "prestito ripetuto" (p. 82), es. blu/bleu, ecc. Il termine esotismi "prossimo e remoto" appare una volta a p. 62-63, con riferimento alle "Parole di luoghi lontani" (pp. 87-90), dove si illustra la funzione del francese/spagnolo e portoghese nel mediare voci come creolo, meticcio, piroga ecc. provenienti da lingue lontane.
L'A. discute anche (pp. 77-78) la pertinenza del termine prestito non proprio azzeccato dal momento che presuppone una restituzione (anche se esistono, cfr. sotto, i "prestiti di ritorno" p. 78), da sostituire quindi per alcuni con mutuazioni, assunzioni, dazioni (ma anche adozioni e importazioni), mentre l'inglese distingue i prestiti in borrowings 'voci prese in prestito' dai loanwords 'voci date in prestito'.
L'A. accenna anche ai "regali restituiti" (p. 78) ma non si sofferma sulla proposta terminologica di Mario Alinei (2009) con i "doni" stranieri (e dialettali), o col più elitario epactonimi, ingl. epaktonym, che potremmo anche distinguere in "doni segnici", integrali o adattati che siano, "doni semantici" o calchi e "doni strutturali".

10. Un "cavallo di ritorno": escort
Nel cap. II/2 "Prestiti e restituzioni" (pp. 77-86) l'A. si sofferma su vari esempi di "regali restituiti" (p. 78) o "prestiti di ritorno" (ibid.) o "restituzioni di prestiti" (p. 80) ovvero di "cavalli di ritorno" (p. 78) o Rückwanderer (p. 136), tra cui (p. 84) il s.f. scorta 1304-08 (femm. di scorto participio passato di scorgere, voce ereditaria ricostruita dal lat. *excorrigere) > fr. escorte (av. 1520) > ingl. escort (1579) 'accompagnatrice' > it. escort (1960).
Da segnalare altresì che in latino il termine scortum (da collegare etimologicamente con corium 'cuoio, pelle'), che non ha niente a che fare con l'anglicismo escort 'prostituta', indicava per es. in Cicerone ‘la sgualdrina’, con i derivati scortillum ‘sgualdrinella’, scortari ‘frequentar bordelli’, scortator ‘puttaniere,; scortatus ‘libertinaggio’. La voce latina è anche alla base dell’aggettivo quattrocentesco scortale ‘da prostituta’.
A tale famiglia lessicale si rifanno inoltre lo scorto (1560, 1680), scortilla 1937, scortillo ‘prostituto’ e ‘postribolo’ 1689, scortatore 1585 e scortico ‘rapporto sessuale’ (G.G. Belli).
Concludendo, il nostro originario “dono-scorta” ci è stato restituito come escort, ma con degrado, sino a diventare ‘prostituta’, manganellianamente cunnivendola, o dantescamente puttana.

11. Sommario
1. L'evento editoriale
2. L'indice
3. Un testo di divulgazione esemplare
4. Incidenza dei francesismi nella storia dell'italiano e nei dialetti
5. Storia "interna" ed "esterna" dei francesismi
5.1. Storia "interna" dei francesismi
6. Suffissi e "induzione di morfema"
7. L'inglese scalza il francese
8. Approccio storico e descrittivista
8.1. Forestierismi e "funzione comunicativa"
8.1.1. L. Pirandello 1906 anti-purista
8.2. "Pseudo-francesismi", "pseudo-prestiti"
9. Terminologia tecnica e i doni?
10. Un "cavallo di ritorno": escort









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